Il vincolo sui Parchi dell’Eur emanato il 20 gennaio 2010 da parte della Direzione Regionale per i Beni culturali e Paesaggistici del Lazio, implica che non sarà più possibile intervenire sulle aree verdi dell’Eur, senza il parere della Soprintendenza. Tale vincolo si è reso necessario in quanto sia il Comune di Roma sia l’Eur SpA non si sono preventivamente coordinati con la Soprintendenza ai beni culturali e con la cittadinanza sulle modalità e le possibilità d’intervento urbanistico-territoriale sui giardini progettati dall’architetto Raffaele De Vico. Ad oggi infatti, si paventa ancora la possibilità di costruire all’Eur il percorso del Gran Premio di Formula1, un circuito di 4.669 metri di cemento, con relative strutture annesse, che andrebbe ad incidere gravosamente su questa ampia area verdeggiante, vera e propria architettura paesaggistica giudicata di interesse storico artistico e per questo sottoposta a tutte le misure di tutela. L’Eur, il quartiere più moderno della capitale, celebre per la sua architettura razionalista ispirata (secondo l’ideologia fascista che l’ha generata) all’urbanistica classica romana, si articola a partire dall’area delle Tre Fontane seguendo la direzione della Via Imperiale (oggi Via Cristoforo Colombo). Gran parte del patrimonio mobiliare ed immobiliare del quartiere è di proprietà di Eur SpA, ente costituito al 90% dal Ministero dell’Economia e al 10% Comune di Roma, che dal 1937 svolge un ruolo di promozione di tutte le attività di costruzione e modernizzazione rivolte ad affermare sempre più l’Eur come centro residenziale, congressuale e amministrativo della capitale. Oggi il quartiere è oggetto di un ulteriore sviluppo imprenditoriale e urbanistico: il progetto depositato al municipio all’inizio di agosto dalla società Roma Formula Futuro di Maurizio Flammini (già presidente di Federlazio) prevede, infatti, anche la costruzione di due grandi complessi residenziali di quindici piani ciascuno, per un totale di 80 mila metri cubi di cemento. Il promotore del Gp nella Capitale, con il beneplacito del sindaco Gianni Alemanno, afferma: “stiamo lavorando con tutti i comitati di quartiere perché all’Eur la situazione vergognosa dell’area delle Tre Fontane migliori”. Ma il decreto ministeriale e i comitati di quartiere si oppongono con forza alla costruzione del percorso e degli edifici pensati lungo il “Boulevard delle Tre Fontane”, in quanto non compatibili con le architetture paesaggistiche del più giovane parco della città, ora riconosciuto e tutelato come patrimonio storico artistico tanto quanto il Colosseo quadrato, il Palazzo dei Congressi o i mosaici futuristi di Prampolini e Depero. Matilde Spadaro, consigliere d’opposizione del XII Municipio, dichiara: “Siamo felici per il vincolo sul verde dell´Eur, ma il merito è tutto del ministero che ha dotato il nostro quartiere di un formidabile strumento di tutela”; Cristina Lattanzi, vicepresidente del comitato apolitico Salute e ambiente Eur, sottolinea: “È una vittoria di tutti i cittadini, non una guerra contro qualcuno. Del vincolo goderanno tutti, nessuno escluso”. Dopo le denunce della Lega Nord, che già da tempo contesta il GP temendo ricadute negative sullo storico Gran premio di Monza, ora si fa sentire la protesta dei cittadini contro il progetto che potrebbe stravolgere lo storico assetto razionalista della zona delle Tre fontane. Marco Mattei, presidente di No Formula 1, dice: “vogliamo sapere se il Gran premio è solo una scusa per trasformare la zona delle Tre Fontane in un agglomerato di cemento […] che il Campidoglio adesso intervenga e spieghi finalmente come stanno le cose. Vogliamo trasparenza su un progetto che sembra essere destinato a cambiare la città”. Italia Nostra e le altre associazioni ambientaliste ribadiscono che la realizzazione del percorso e delle infrastrutture di contorno ad esso necessarie, andrebbero a costituire, a differenza di Monza, un circuito cittadino estremamente invasivo per il territorio, anche a causa  dell’inquinamento atmosferico e acustico che questo comporterebbe. Scrive Eur SpA: “Il turismo rappresenta un importante indicatore di qualità di un sistema territoriale, capace di potenziare la “vendibilità” di un territorio e di svolgere una funzione di attrazione di investimenti, italiani ed esteri”. Tuttavia è oggi necessario conciliare non solo interessi economici, sviluppo territoriale e turismo, ma anche rendere partecipi i cittadini e le istituzioni di salvaguardia dei beni culturali, interlocutori fondamentali per la realizzazione oculata di grandi imprese di ammodernamento, per la crescita di una città che deve stare, si, al passo con le grandi capitali europee e i centri economici internazionali, ma allo stesso tempo deve tutelare la qualità della vita, il senso di appartenenza degli abitanti e le bellezze sempreverdi che contraddistinguono il territorio.