Oltre 3.400 musei, circa 2.000 aree e parchi archeologici e 43 siti Unesco: con queste prerogative soggiornare in Italia dovrebbe essere il desiderio di molti. Eppure la situazione non è così rosea come sembrerebbe e a dimostrarlo ci ha pensato “TurisMonitor 2011”, la ricerca realizzata dal Centro Studi Touring Club Italiano (con il contributo di Alitalia) che mette in evidenza le difficoltà che i grandi attrattori culturali europei ed extra europei si ritrovano a vivere in questa situazione di grave crisi economica che non ha risparmiato neppure il comparto turistico: nel 2009, infatti (anno a cui i dati della ricerca si riferiscono) il numero di arrivi internazionale a livello mondiale è sceso del 4,2% attestandosi a quota 880 milioni. Dei dieci Paesi più visitati, detiene il primato la Francia con oltre 74 milioni di arrivi, mentre l’Italia si attesta al quinto posto (43,2 milioni di arrivi) preceduta dalla Spagna e seguita dalla Cina.
La tradizione enogastronomica si conferma inoltre la principale ragione del viaggio per molti turisti, italiani e stranieri. Non sorprende dunque ritrovare in vetta alla classifica delle regioni più visitate la Toscana, sinonimo di tradizioni storiche, artistiche, culinarie e di paesaggi agresti tanto amati da inglesi, americani e tedeschi. I 526 siti culturali della Toscana, hanno registrato in effetti un flusso di visitatori esemplare con oltre 19,5 milioni di biglietti staccati e un introito (per il 2006 e il 2009) di 63 milioni di euro.
L’onda dell’incertezza economica si è però fatta comunque sentire, tanto che il 49% degli italiani intervistati ha dichiarato di non aver effettuato viaggi nel 2009 a causa delle sopravvenute ristrettezze economiche: inoltre, anche coloro che hanno viaggiato (46%) lo hanno fatto perlopiù entro i confini nazionali contribuendo al dato negativo riscontrato nel più generale panorama dell’incoming internazionale che vede diminuire anche la spesa media degli stranieri in Italia  (solo i tedeschi hanno speso il 9,4% in meno rispetto all’anno precedente).
Ben 9,4 miliardi di euro (pari al 34,4% della spesa totale dei visitatori stranieri) sono stati incassati grazie al turismo culturale e tra le città d’arte italiane preferite spiccano ai primi posti le classiche Roma, Venezia e Milano seguite a breve distanza da Firenze, Torino e Napoli.
Due gli aspetti però da sottolineare secondo l’analisi fornita da Franco Iseppi, Presidente del Touring Club Italiano: “il primo è la debole competitività dell’Italia che, nonostante il suo patrimonio ambientale e culturale (che incide sul PIL di circa il 10%, ndr) paga una scarsa capacità di accoglienza, intesa come somma di tutti gli indicatori che definiscono l’attrattiva di una località, tra cui anche i servizi offerti; il secondo riguarda invece l’evoluzione stessa del concetto turismo.”
Se infatti oggi i “turismi” sono tanti quanti le nostre differenti esigenze che rendono la domanda turistica così variegata e frazionata, l’offerta turistica nazionale dovrebbe tentare di prevedere tali trend: intercettandoli prima di altri potremmo trarne un vantaggio che potrebbe essere mantenuto nel momento in cui, accanto a tali esigenze, si venissero a costituire reti di servizi integrati tali da soddisfare il visitatore in tutto e per tutto, soprattutto in un’epoca in cui sempre più alta è la concorrenza e sempre più informati i turisti…
Eppure, alla domanda: “Sa dove si terrà l’Expo 2015?” gli italiani rispondono per il 49% “Non so”, il 46% “Milano” e il restante indica altre città d’Italia o del mondo. Saremo preparati all’evento turistico che dovrebbe portare oltre 29 milioni di presenze da tutto il mondo?