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Intervista a Francesca Pino, direttrice dell’Archivio Intesa Sanpaolo
Quando è nato l’Archivio Storico di Intesa Sanpaolo e quali sono state le tappe salienti della sua storia?
L’Archivio Storico di Intesa Sanpaolo ha la sua prima origine dall’Archivio storico della Banca Commerciale Italiana, istituito con risorse professionali interne nel 1984. Aperto al pubblico dal 1988, ha sede a Milano in via Manzoni 10, al piano terreno di Palazzo Anguissola-Traversi, palazzo settecentesco che conserva intatte le decorazioni di gusto neoclassico.
Tra il 1998 e il 2001 nasce Banca Intesa, che è la risultante della fusione di tre storici gruppi, tutti con origine milanese, protagonisti della storia del sistema bancario italiano sin dal XIX secolo: Cariplo (attiva dal 1823), Bav (dal 1892) e Comit (dal 1894).
Cariplo aveva un importante archivio storico concentrato ma non riordinato, mentre il Banco Ambrosiano Veneto non aveva nemmeno una sede dedicata: da un lato il Banco Ambrosiano aveva la documentazione dispersa tra archivi di deposito e uffici, priva di elenchi di versamento, mentre la Banca Cattolica del Veneto aveva un archivio conservato in maniera eccellente a Vicenza, corredato da efficaci liste di controllo, ma la documentazione giaceva in scatoloni e quindi non era accessibile per la consultazione.
Nel 2007 avviene la fusione tra Banca Intesa e San Paolo IMI. Il patrimonio complessivo della nostra storia si arricchisce di profondità temporale, data l’esistenza degli archivi storici, già ben gestiti, del Banco di Napoli e della Compagnia di Sanpaolo (a Torino), entrambi risalenti al XVI secolo.
Nel 2008 all’Archivio storico di Banca Intesa viene affidato il mandato di diventare l’Archivio storico di Gruppo: ad oggi sono oltre 280 gli istituti bancari preesistenti che abbiamo identificato, costruendo una mappa storico-genealogica del Gruppo, che sarà on line dall’anno prossimo.
Da segnalare, a Roma, l’inizio della gestione diretta dell’archivio storico dell’IMI Istituto Mobiliare Italiano, nato nel 1931 per sostenere il finanziamento del sistema industriale nazionale.
Si tratta dunque di una fonte molto importante sia per le vicende di politica economica del paese sia per la storia in dettaglio delle singole imprese.
L’Archivio è stato messo in sicurezza e verrà riaperto al pubblico con inventari di nuova produzione a partire già dall’anno venturo.
Infine, il Gruppo Cardine ha portato in eredità varie casse di risparmio e altre banche locali, sorte per favorire e sostenere lo sviluppo economico del Nord Est e della dorsale adriatica: questi archivi sono irrinunciabili per la storia dei territori di riferimento e rimarranno in loco, sotto le cure di fondazioni ex-bancarie e delle attuali banche-rete di Intesa Sanpaolo.
Un’illustre componente, infine, è quella della Cassa di Risparmio di Firenze (entrata nel Gruppo nel 2008), realtà molto nota e di illustri tradizioni, che avrà il compito di coordinare le banche partecipate del Centro Italia, anch’esse ricche di archivi storici.
Attraverso un primo laboratorio-workshop con tutti i referenti dei vari archivi, si è giunti alla comune persuasione che il patrimonio archivistico è un bene prezioso, sia per l’azienda sia per la collettività che risponde innanzitutto alle esigenze aziendali: si tratta di fornire documentazione per quesiti di carattere legale e amministrativo, per difendere l’immagine dell’azienda, per fornire supporto storico agli uffici vivi delle direzioni e divisioni di Intesa Sanpaolo.
L’Archivio storico serve non poco per consolidare una corporate identity maggiormente aggiornata e ‘partecipata’ da tutte le componenti del Gruppo.
Che tipo di iniziative promuove l’Archivio Intesa Sanpaolo?
Per il pubblico esterno, l’Archivio storico organizza giornate di accoglienza, come ad esempio visite e mostre storico-artistiche, in collaborazione con l’Ufficio Beni Archeologici e Artistici della Banca, partecipa attivamente alle iniziative promosse dal circuito di Museimpresa e organizza durante tutto l’anno lezioni per gruppi universitari nella propria sede fornendo in prestito documenti e/o fotografie per eventi esterni di rilievo.
Infine, da molti anni l’Archivio partecipa a due organismi internazionali di cui l’Archivio storico Intesa Sanpaolo è socio, diffondendo tra l’altro l’impegno culturale che da sempre caratterizza le banche del nostro paese: EABH-European Association for Banking History e ICA-SBL Consiglio Internazionale degli Archivi dell’UNESCO, sezione Business and Labour Archives.
Uno degli aspetti maggiormente qualificanti delle nostre proposte culturali – che quest’anno abbiamo convogliato dentro la rassegna della Settimana della Cultura d’Impresa – è la riproposizione di tematiche e di documenti-chiave interessanti la collettività. Il 15 novembre si è tenuto a Palazzo Anguissola un dibattito sulla “storia che torna al parlare al presente”, riproponendo documenti strategici e organizzativi degli anni Trenta, scritti da personalità come Raffaele Mattioli e Giovanni Malagodi.
“Uscire dalla crisi” e “Dalla crisi allo sviluppo” sono i titoli dei due volumi pubblicati di recente da Nino Aragno Editore: sei specialisti li hanno analizzati in un dibattito molto stimolante e originale anche per l’oggi.
Quali sono le attività svolte dall’archivio?
In questo momento, l’Archivio storico di Intesa Sanpaolo continua a porre al primo posto del proprio mandato la tutela degli archivi storici di cui si occupa, dove per tutela s’intende l’attivarsi affinché la documentazione venga innanzitutto identificata (spesso dopo le grosse fusioni non è sempre possibile sapere dove la documentazione è stata depositata) e custodita in ambienti protetti.
Passo successivo è l’inventariazione delle serie archivistiche sul nostro sistema di software integrato GEA, attraverso il quale gli utenti possono consultare, anche on line, le carte inventariate.
Lo scopo finale è la valorizzazione e la pubblica fruizione del patrimonio documentario, in primis con la pubblicazione dei propri inventari, guide molto preziose per gli storici e non solo.
La nostra sala di consultazione è aperta al pubblico tutte le mattine, previa domanda di presentazione. Gli utenti, per lo più studiosi e laureandi, trovano nel nostro archivio supporto per diversi filoni di ricerca: dalla storia all’economia, dalla tecnica bancaria all’architettura, dal marketing alla storia politica. Una Newsletter – pubblicata anche nelle pagine on line – diffonde a tutti gli interessati le notizie storiche di prima mano che emergono dal lavoro quotidiano di archivisti e studiosi ed è il principale strumento di comunicazione culturale condiviso con l’esterno.
Quale è la percezione dell’Archivio sul territorio?
Le ultime iniziative (a ottobre “Invito a Palazzo”, con mostra fotografica Cariplo presso Il Palazzo delle Colonne a Milano e mostra fotografica e documentaria relativa alla Banca Cattolica del Veneto a Belluno) hanno avuto un ottimo riscontro di pubblico. A Milano, in una giornata hanno fruito della mostra e della visita guidata allo storico caveau ben 2000 persone, e il flusso di visitatori continuerà fino al 7 dicembre.
Sulle meritorie iniziative delle banche del Gruppo ricordiamo una mostra sull’architetto Luigi Nervi a Venezia, rimandando al calendario culturale sul sito della Banca e alla già citata Newsletter dell’Archivio storico.
Quali chiavi di lettura l’Archivio Intesa Sanpaolo vuole fornire al visitatore?
L’inestimabile patrimonio documentario custodito dal nostro Archivio (documenti, fotografie, materiale audiovisivo…) contribuisce a rileggere non solo la storia di Intesa Sanpaolo, ma anche dell’Italia come una storia al plurale, dove la diversità consente una ricchezza e una articolazione di conoscenze finora mai sperimentata.