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Intervista a Luca Formenton, presidente della casa editrice “Il Saggiatore”
Amazon è appena sbarcato in Italia. Questo renderà il mercato degli e-book e, successivamente il kindle, uno strumento più vicino a noi italiani ma aumenterà la concorrenza tra la distribuzione. Apple e Amazon sono infatti indagati per aver stretto accordi con editori internazionali affinché nessun altro distributore potesse rivendere prodotti a prezzi più competitivi dei loro. Come si prospetta il mercato editoriale digitale?
È tutto da vedere perché per il momento Amazon è una realtà piccolissima in Italia, con un catalogo ancora ridottissimo di prodotti e, soprattutto, con un magazzino non in Italia ma in Francia. Se il sito quindi è registrato in Francia, dove avviene anche lo smercio e la spedizione dei prodotti, non so come si potranno sbrigliare dal punto di vista legislativo le pratiche italiane.
Per ora anche le spedizioni sono dalla Francia: cioè si riforniscono da grossisti italiani con prodotti nazionali, mandano poi la merce in Francia nei loro magazzini e, al momento dell’acquisto, la rispediscono in Italia. Non so quanto questo possa costare a lungo andare.
Parliamo di prezzi. Teoricamente un e-book dovrebbe costare meno del suo corrispettivo cartaceo perché vengono eliminati molti costi di produzione e distribuzione. Però poi c’è un mercato da regolare e modelli di business da tenere in equilibrio perché se un e-book costasse meno della metà della sua versione cartacea si andrebbe ad infliggere un duro colpo al libro cartaceo…
Per il momento non c’è nessun tipo di normativa. Anche gli accordi che si stipulano per la cessione di diritti ePub con gli editori stranieri hanno la durata di un anno in attesa di vedere come si assesterà il mercato. Teniamo conto che noi ora in Italia siamo allo 0,9% del mercato librario sull’e-book, una percentuale veramente irrisoria.
Per quanto riguarda la mia casa editrice, Il Saggiatore, noi posizioniamo il valore dell’e-book tra il prezzo trade e quello dell’economica, più verso quello dell’economica. Abbiamo infatti due fasce di prezzo: 9,90 euro per libri entro una certa foliazione, e 12,90 euro per quelli oltre. In generale, il prezzo degli e-book andrebbe tenuto basso anche per contrastare la pirateria: craccare il Drm di un e-book è semplicissimo e se si cominciassero a prezzare dei libri troppo alti non si riuscirebbe a contenere il fenomeno. Con l’e-book, inoltre, ciò che si vende è qualcosa di virtuale, immateriale, ben lontano dalla fisicità del libro vero e proprio. E’ giusto quindi che costi meno.
Il tutto, comunque, sarà più chiaro dopo Natale, in base alle vendita registrate di hardware. Chi riceverà un Kindle o un Ipad tenderà nei prossimi mesi ad acquistare per impulso molti e-book: tra circa sei mesi, poi, vedremo come si stabilizzerà il mercato.
Lei fa inoltre parte di Bookrepublic, una piattaforma indipendente che distribuisce libri digitali, all’inizio dei soli editori medi e piccoli, da qualche mese anche delle grandi case editrici. Come viene stipulato su Bookrepublic il prezzo di un e-book e come se la sono cavata i piccoli editori dopo l’ingresso dei grandi?
Bookrepublic ha la caratteristica vincente di dare a tutti uguale visibilità, cosa impensabile nelle grandi catene oggi: la difficoltà è infatti, per gli editori indipendenti, quello di riuscire ad emergere, di farsi vedere. Un problema che dovrebbe essere centrale nella formulazione della nuova legge sul libro…
Una legge che comunque da Il Saggiatore ma anche da altre case editrici come Sellerio, Minimum Fax ecc…è stata duramente contestata in alcuni punti…
Proprio in questi giorni siamo riusciti a far approvare in modo bipartisan in Commissione del Senato alcuni emendamenti alla legge. Dopo anni di trattative, finalmente si mette un limite alla percentuale di sconto, fissata al 15% (già molto più alta rispetto ad altri paesi come la Francia o la Germania, ad esempio) permettendo però allo stesso modo, di fare campagne promozionali durante tutto l’anno inficiando così il dettato della legge stessa. Se si mette un tetto allo sconto ma si permette di fare in continuazione campagna promozionale ecco che chi non può reggere finanziariamente le promozioni non riesce ad emergere e quindi a vendere. Inoltre, in questo modo, andrebbe a morire anche la percezione stessa dello sconto: si arriverebbe a tagliare sempre di più il prezzo, alla stregua di quello che sta avvenendo ora, in cui abbiamo promozioni che arrivano persino al 30-35% di sconto sul prezzo di copertina.
La proposta fatta al riguardo, accettata in Senato, riguarda la compagna di promozione in soli due periodi dell’anno e, naturalmente, non in concomitanza con grandi eventi o festività. Le grandi case editrici non sono naturalmente d’accordo: ci accusano di non conoscere il mercato, cosa assolutamente non vera. Anzi, in questo modo, per 8 mesi l’anno, avremmo un mercato più sano ed equilibrato perché è normale che lo sconto avvantaggi la casa editrice più forte, che può permettersi sconti più profondi e di lunga durata.
Un’altra cosa su cui ci siamo opposti riguarda invece più una questione teorico-filosofica: noi sosteniamo che in realtà non sia lo sconto a determinare un aumento delle vendite.
Questo è facilmente riscontrabile in Germania, o in Francia in cui lo sconto non esiste e dove il prezzo medio dei libri è salito in modo inferiore rispetto all’inflazione.
Jeff Bezos ha dichiarato in un’intervista apparsa su “Sette”: “Noi cambiamo gli strumenti, e poi gli strumenti cambiano noi.” Lei è d’accordo con questa affermazione? Pensa realmente che ci abitueremo a leggere dei libri su supporti elettronici così come siamo passati dal vinile all’mp3?
Non credo: io sono sempre stato un teorico del multicanale. È molto probabile che si riduca la produzione dei libri cartacei, che si abbia una diminuzione della domanda, ma il libro non scomparirà mai. La mia opinione è che la penetrazione dell’ e-book sarà molto forte sui best seller, sui libri più “leggeri”, estivi ecc…, ma per quanto riguarda i grandi classici o l’editoria specializzata non credo ci sia il rischio di veder morire la cara, vecchia carta. In un paese come l’Italia, poi, caratterizzato da pochi lettori che leggono molti libri si avrà sempre una circolazione cartacea, che si mescolerà ovviamente con gli altri formati. E poi, il vinile, sta anche tornando di moda…