Intervista a Jalmari Helander, regista

Il regista pubblicitario Jalmari Helander ha sconvolto la rete con i suoi divertenti e cattivi cortometraggi Rare Exports Inc (2003) e Rare Exports: The Official Safety Instructions (2005), nei quali un Babbo Natale nudo viene catturato e venduto in tutto il mondo. Rare Exports: A Christmas Tale, versione ‘lunga’ del soggetto, ha già ottenuto numerosi premi internazionali ed esce simultaneamente in vari paesi.

Che ricordi ha del Natale? Aveva paura di Babbo Natale?
Jalmari Helander: Certo che sì. In Finlandia, nella tradizione, Babbo Natale si reca in ogni casa alla vigilia di Natale. La prima volta che lo vidi, come tutti i bambini, mi fece molta paura. È una reazione istintiva, come per i ragni o i serpenti.

Perché ha deciso di distruggere il mito del Babbo Natale buono e amichevole?
Sono stati gli americani a distruggere il mito di Babbo Natale, e ben prima di me. È ora di vendicarsi!

Qual è stata la maggiore sfida quando ha scritto questo lungometraggio sulla base dei suoi due corti cult?
La prima decisione è stata quella di non stiracchiare l’idea dei due corti. Sapevo di dover inventare qualcosa di nuovo, con un piccolo collegamento ai corti. È stato un grosso lavoro quindi, e sono felice di com’è diventato.

Perché ha deciso di narrare una storia dalla prospettiva di un bambino?
Nelle prime versioni il padre di Pietari, il bambino, era il protagonista principale. Ma ho capito presto che è più emozionante avere il punto di vista di un bambino. Dopo tutto, è un film su Babbo Natale!

Perché ha scelto di non calcare troppo la mano su horror ed elementi splatter? Forse perché il suo target è un pubblico dai 13 anni in su?
No, è che non amo gli horror, e odio lo splatter. Il film è come lo avevo immaginato. Forse sono un uomo infantile.

Come esordiente, qual era la sfida maggiore durante le riprese? Si è trovato a suo agio nel lavorare con gran parte di cast e troupe dei suoi corti?
Le riprese e la post-produzione sono state simili a quelle dei cortometraggi precedenti, ovviamente in dimensioni maggiori. Avevo più scene e giorni di riprese e ho realizzato ogni scena come meglio ho potuto. Lo script era la sfida maggiore, credo. Ci sono voluti molto tempo e molte sedute per prepararlo.

Secondo lei perché il suo film è diventato subito un successo tra i buyer mondiali?
Mi hanno detto che è originale e difficile da paragonare ad altri titoli. Penso che il mondo abbia bisogno di nuove idee.

Nei suoi corti c’era una divertente satira sul Natale consumista. Svilupperà questo aspetto in un eventuale Rare Exports 2?
Non posso dire nulla. Vediamo!