Sono lontani i tempi in cui l’arte contemporanea riusciva a provocare reazioni, a smuovere le coscienze. Di molto si è affievolita la portata sovversiva di quegli anni settanta in cui l’artista puntava a sfidare l’opinione pubblica con pratiche performative volte a stupire, provocare, disturbare per professione. A Berlino in particolare, città ormai fin troppo abituata all’arte contemporanea, dove tutto si è già visto e niente fa più notizia, uno degli ultimi modi in cui l’artista poteva sperare di acquisire visibilità era di intervenire fisicamente nello spazio pubblico con graffiti e murales. Questo è stato possibile fino ai primi anni 2000 quando l’amministrazione locale è intervenuta duramente contro quest’ultima forma artistica baluardo della cosiddetta “arte pubblica”. Da questa impossibilità di espressione è nata l’idea di Papergirl, progetto per un’arte concreta, urbana, partecipata, che vuole tornare ad essere divertente.
Aisha Ronniger, studentessa d’arte berlinese, si è proposta l’ambizioso obiettivo di riportare la fruizione artistica a quei caratteri di spontaneità, coinvolgimento, socialità che le logiche commerciali hanno ormai scalzato. Tutto questo con un progetto molto semplice: raccogliere disegni, fotografie, testi originali tramite un bando aperto, arrotolarne insieme 5-10 pezzi e distribuire in bicicletta i rotoli così formati agli ignari passanti.  Dal 2005 ad oggi “Papergirl” si è svolto una volta l’anno a Berlino e ha già coinvolto anche città come Cape Town, San Francisco, Budapest.  A breve sarà il turno di Amburgo che si prepara all’evento mettendo in mostra le opere d’arte finora raccolte che verranno poi arrotolate e regalate a chi avrà la fortuna di incrociare la strada di una papergirl.
L’intuizione è immediata ma va ad indagare questioni cruciali nella riflessione di numerosi artisti internazionali contemporanei che puntano a riqualificare l’arte come una pratica diversa e lontana dagli economicismi imperanti, una pratica in cui riacquistino un senso valori quali la libertà di espressione (Papergirl non fa selezione delle opere ricevute), il prodotto originale e l’abilità manuale (Papergirl diffonde opere prodotte direttamente su carta, non riproduzioni digitali), il rapporto diretto tra artista e fruitore (l’arte Papergirl passa di mano in mano), la casualità/fortuna (l’arte Papergirl non si può comprare, solo ricevere in momenti del resto sconosciuti al pubblico), la mancanza di barriere all’accesso (l’arte Papergirl viene distribuita a passanti scelti in modo casuale), la gratuità (l’arte Papergirl è arte regalata). Quanto alla rilevanza in Italia di queste tematiche, basti pensare al lavoro degli artisti Stefano Arienti e Cesare Pietroiusti che nel 2008 hanno realizzato al MAMbo di Bologna la mostra “Regali e Regole. Prendere, dare, sbirciare nel museo” che molti punti in comune aveva con il bagaglio valoriale promosso da Papergirl relativamente all’indagine sul valore economico dell’opera d’arte, sulla sua distribuzione, sulla partecipazione del pubblico.
Per quanto non centrale nelle intenzioni degli organizzatori, Papergirl affronta inoltre un altro tema che ha goduto e continua a godere di ampia considerazione, ovvero la sostenibilità ambientale e il rapporto col tessuto urbano. Moltissimi progetti, non necessariamente artistici, focalizzano l’attenzione su questo ambito e sull’opportunità di trovare modalità più sensibili per vivere le nostre città. In questo contesto, la bicicletta è uno degli strumenti privilegiati per coniugare la necessità di investire su mezzi di trasporto meno inquinanti con il bisogno di riscoprire ritmi di vita meno frenetici. La critical mass con i suoi seguitissimi appuntamenti è un esempio lampante di come questa corrente stia raccogliendo un consenso sempre crescente da parte dell’opinione pubblica.
Il progetto Papergirl tocca questioni molte care alla società contemporanea e in questo modo ben si inserisce in un trend già assiduamente frequentato. E’ facile quindi prevedere che questa (e iniziative come questa) troveranno uno spazio sempre maggiore nell’immediato futuro.