Non si può comprare ma si può salvare, o semplicemente valorizzare: è con questo presupposto che negli ultimi anni diventano sempre più frequenti le iniziative di adozioni culturali finalizzate al recupero o alla salvaguardia di beni culturali, materiali o immateriali, bisognosi di risorse economiche incombenti. E se lo Stato non può da solo reggere il fardello della spesa, non saranno solo le aziende private a risollevare le sorti del nostro patrimonio. Le donazioni spontanee dei privati cittadini, le cosiddette adozioni, sono infatti inserite in progetti specifici di cittadinanza attiva e prevedono il più delle volte veri e propri percorsi di approfondimento, conoscenza e scambi interculturali.
Sconfinata la varietà dei beni in cerca di benefattori: vetrine, alberi, pietre, stanze, palazzi, parchi, giardini, libri e manoscritti sono solo alcuni dei possibili candidati a ricevere donazioni.
Il FAI (Fondo Ambiente Italiano) ad esempio, da circa 6 anni prevede campagne di adozione differenziate, in base alla causa che si vuole abbracciare e al budget a disposizione. Con 500 euro si può adottare una panchina o un albero di un suntuoso giardino o parco, avendo poi il privilegio di vedere il proprio nome ed un messaggio personale riprodotto su una targa applicata. Con 1000 euro si può invece adottare un particolare ulivo, uno dei 128 facenti parte del Bosco di San Francesco di Assisi e che sarà utilizzato da Michelangelo Pistoletto per la realizzazione della sua opera “Terzo Paradiso”, che verrà completata entro il 2011, mentre con 200 euro è possibile adottare una pietra di Villa dei Vescovi in provincia di Padova su cui verranno incise le proprie iniziali.
“Adottare un bene culturale è proprio come adottare un bambino. Se ne vede la rinascita e la crescita”, spiegano dal FAI, tanto che con 15 euro mensili oltre 1.200 persone stanno già portando avanti il restauro di una parte importante del patrimonio italiano.
Ma anche le piccole realtà locali non rimangono a guardare: “Adotta una vetrina” è un originale progetto di CittA@ttiva, un servizio di mediazione sociale e dei conflitti del comune di Ravenna, che prevede una stretta sinergia tra negozianti, che concedono le loro vetrine, e cittadini, incaricati di abbellirle e di dare pieno sfogo alla loro creatività.
Le vetrine si tramutano così anche in potenziali spazi espositivi per giovani artisti locali chiamati ad integrare le loro opere con i prodotti venduti dai commercianti diventando fulcri di dibattiti e critiche costruttive.
Stessa procedura per l’iniziativa della Regione Veneto “Adotta un libro” attraverso la quale i cittadini possono decidere di contribuire, con qualsiasi somma di denaro messa a disposizione, alla conservazione di un libro antico o di un manoscritto tramite una donazione. I volumi, contenuti nella Biblioteca comunale di Belluno, verranno poi fregiati di una etichetta interna in cui verrà specificato il nome o i nomi dei benefattori che ne hanno preservato il contenuto i quali saranno inoltre protagonisti di una vera e propria cerimonia di ringraziamento.
“Adotta un documento”, invece, presenta gli stessi obiettivi ma con diverso ente proponente: è l’Archivio di Stato di Genova questa volta a proporre al pubblico l’adozione di documenti di epoca medievale che necessitano di un urgente restauro a causa dei danni provocati dal tempo e dall’uso.
In tutti i casi, quindi, si tenta di avvicinare la cittadinanza ai problemi locali legati a beni culturali in deterioramento.
“Adotta un monumento” o “Adotta un’opera d’arte” sono invece le esortazioni dell’Arcidiocesi e Ufficio Beni Culturali de L’Aquila. Si può prendere così parte ad un’opera non di salvaguardia bensì di recupero e ricostruzione vera e propria con la finalità di restituire al capoluogo abruzzese i beni distrutti dal terremoto.
Una lista di luoghi, opere e spazi pubblici è in continuo aggiornamento e le modalità di adozione sono, anche in questo caso, differenziate in base alle proprie disponibilità economiche.
Qualsiasi sia la vostra località di residenza e il vostro budget a disposizione, dunque, c’è sempre un bene culturale in attesa di aiuto, seppur minimo. Prestargli soccorso non farà bene solo a lui…