Sono passati ormai 26 anni da quel leggendario incontro tra il ministro della cultura greco Melina Mercouri e Jacques Lang, suo carismatico collega francese, che nel gennaio 1985, a seguito di un meeting internazionale, si ritrovarono a conversare seduti all’aeroporto di Atene, in attesa del loro volo in ritardo. Il merito di aver lanciato l’idea di una serie di incontri annuali a sfondo culturale che potesse avvicinare i singoli paesi europei e promuovere il dialogo interculturale và alla Mercouri, che fu talmente entusiasta del progetto da spingere alla sua concreta realizzazione: quello stesso anno, infatti, venne assegnato per la prima volta il titolo di Capitale Europea della Cultura, e Atene divenne la prima delle 40 città che finora hanno ricevuto la designazione annuale in tutta Europa.
Da allora le Capitali Europee della Cultura rappresentano il progetto culturale più ambizioso sia per finalità che per dimensioni, con budget che superano di gran lunga quelli destinati a qualsiasi altro evento culturale. Secondo i dati riportati dal Palmer Report (2004), tra il 1995 e il 2004 la cifra media riservata a tale progetto si aggira da un minimo di 8 a un massimo di 74 milioni di Euro, con risorse provenienti per la maggior parte dal settore pubblico: la sponsorship privata rappresenta, infatti, una piccola parte del budget, stimata a 13%. Il contributo della Commissione viene allocato attraverso il cosiddetto “Melina Mercouri prize”, con una quota pari a 1,5milioni di Euro in fondi europei, a condizione che vengano rispettati i criteri di selezione previsti.
La procedura di selezione rappresenta, infatti, una fase particolarmente delicata, che si è inasprita negli anni divenendo talmente competitiva da spingere le città candidate a dedicare maggiore attenzione al periodo di programmazione che precede la candidatura, che può durare tra i 2 e i 4 anni. Inoltre, secondo il nuovo iter, introdotto con la Decisione 2007-19 – 1622/2006/EC, le nazioni candidate sono chiamate a proporre loro stesse la città per la designazione di Capitale Europea della Cultura, attraverso una call nazionale finalizzata alla raccolta di proposte progettuali che verranno valutate da un gruppo indipendente di esperti del settore culturale.
L’anno in corso vede due nazioni baltiche contendersi il titolo di Capitale Europea della Cultura: per l’Estonia la capitale Tallin, per la Finlandia la città storica di Turku. Entrambe hanno affidato ad un’organizzazione indipendente dalle autorità politiche (una Fondazione), la funzione di raccogliere, selezionare e valutare le idee progettuali ai fini di assicurare un programma straordinario e ricco di eventi culturali previsto per l’anno di designazione, ma anche, e soprattutto, nel medio- lungo termine, lasciando intendere gli ulteriori sviluppi che potrebbero realizzarsi.
Troviamo così la città di Tallin, capitale e principale porto dell’Estonia, nonché patrimonio dell’umanità UNESCO nel 1997 (per La Città Vecchia), proporre come tema “il mare”, interpretato da scrittori, musicisti e attori che tramanderanno la cultura estone in tutte le sue forme: la città farà da cornice alle storie raccontate, con l’intento di condividerle con i cittadini stessi e con i turisti, assieme a tutti coloro che prenderanno parte all’evento culturale dell’anno europeo.
Dall’altra sponda del Mar Baltico risponde Turku, quinta città finlandese per popolazione e capitale del Paese fino al 1812, che propone una serie di parole chiave che evocano le diverse sfumature riferite al 2011: “Transformations”, che identifica gli eventi legati alla cultura e alla quotidianità; “ Takes Off”, ovvero quei progetti che intendono portare vantaggio alle attività culturali minori; “Explores the arcipelago”, focalizzati al Baltico e all’ambiente marino; “Personally”, che identifica i progetti legati all’identità degli individui; infine, “Memories and Truths”, che lega l’identità sociale alla tradizione storica di Tallin.
Cultura intesa quindi in senso lato, come benessere individuale e sociale, nella sua accezione di “bene comune”: nel corso dell’anno, infatti,  le due città collaboreranno su una serie di progetti, evidenziando sia la vicinanza geografica delle due nazioni, che l’affinità etnica, facendo particolare riferimento alle problematiche ambientali del Mar Baltico. Affinché il titolo di Capitale Europea non esaurisca l’effetto all’anno di designazione, ma diventi “la modalità ordinaria di intervento nella pianificazione a base culturale, sostenibile e di lungo periodo”.

Riferimenti:
http://www.tallinn2011.ee/eng
http://www.turku2011.fi/en/
http://ec.europa.eu/culture/index_en.htm
C. Bocci, Le Città della Cultura. Dal “settorialismo” alla “cultura del progetto”, 2010.
B. Garcia, Creating an impact: Liverpool’s experience as European Capital of Culture, University of Liverpool, 2008.