È stato lungamente scritto in merito alle trasformazioni sociali che la musica leggera ha raccontato e contribuito a generare a partire dalla metà del secolo scorso.
Elvis e la rivoluzione sessuale, i Beatles e il Vietnam, gli U2 e l’impegno politico sono forse gli esempi più noti di quella relazione profonda e naturale tra una certa musica d’autore e la realtà politica e sociale all’interno della quale nasceva e si esprimeva. Tuttavia solo intorno agli anni ’80 ha iniziato a diffondersi un “metodo d’uso” della musica che vede il contenuto artistico fondersi con una specifica forma organizzativa. Parliamo del LiveAID: promosso da Bob Gheldolf, l’evento rappresenta il più riuscito tentativo, a livello globale, di usare la musica sia come strumento di divulgazione sia come occasione per raccogliere fondi a favore di un progetto umanitario.
Dopo quel concerto, tenutosi nel luglio del 1985, se ne sono tenuti moltissimi altri, sulla scorta di quella stessa idea. Nel corso del 2010, in Italia sono stati promossi quattro progetti discografici, di seguito descritti in ordine temporale, che rappresentano l’evoluzione in chiave editoriale di quel “metodo” che dal LiveAID ha preso piede.
Amiche per l’Abruzzo è un doppio DVD con le riprese del concerto voluto da Laura Pausini che si è svolto il 21 giugno 2009 allo stadio di San Siro a Milano e che ha visto la partecipazione di oltre quaranta artiste. Lo scopo dell’evento, trasmesso in diretta a reti unificate da dodici network radiofonici italiani per un bacino potenziale di circa trenta milioni di ascoltatori, e dopo del DVD era quello di raccogliere fondi per la popolazione dell’Abruzzo, a seguito del terremoto del 6 aprile 2009.  Il DVD contiene gran parte del concerto con oltre 240 minuti di musica riproponendo cinquanta canzoni e parte del backstage con le interviste alle protagoniste.
Registrato ai Fisher Lane Studios, il brano Don’t let me go firmato dagli Hana B per la campagna Every One di Save the Children, la più grande organizzazione internazionale impegnata per migliorare concretamente la vita dei bambini nel mondo. Scaricando Don’t let me go a partire dal 20 settembre è possibile sostenere Save the Children. Gli Hana B hanno ceduto alla Onlus tutti i diritti economici del brano favore della campagna Every One, che ha come obiettivo quello di coinvolgere le nuove generazioni su quali siano le reali condizioni di vita di moltissimi bambini nel mondo e sulla necessità che ognuno di noi debba operare concretamente in difesa dei diritti dell’infanzia.
In occasione del 25 novembre – Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, l’Associazione NoveLune ha chiesto al collettivo internazionale The Mainstream di realizzare una versione italiana del loro brano Un poco de amor. La nuova versione, ha il ritornello cantato in italiano da Giulia Ottonello. La canzone, distribuita esclusivamente attraverso gli store digitali, è strutturata come una sorta di dialogo tra un uomo e una donna, in cui quest’ultima, per quanto coinvolta, chiede di essere lasciata libera. Il brano nasce dalla collaborazione tra NoveLune e UDI Genova, struttura di volontariato che gestisce e mantiene un centro antiviolenza, dove vengono ospitate e protette le donne che hanno avuto il coraggio di ribellarsi e denunciare le violenze subite, per lo più in ambito famigliare. Il progetto prevede che l’UDI Genova benefici della totalità dei proventi derivanti dal diritto d’autore.
Agli inizi del mese di luglio, Niccolò Fabi attraverso un messaggio di Facebook, raccontò della morte della figlia Olivia, di appena due anni, a causa di una forma acuta di meningite. Quella notizia, che colpì profondamente i fan del cantautore romano e gli amici musicisti, giunse anche a Mina, che in una lettera privata espresse la sua vicinanza a Fabi.  Il tragico evento e lo scambio epistolare hanno portato ad una riedizione di Parole parole, che la piccola Olivia aveva imparato a riconoscere e cantare. La nuova versione della canzone è interpretata quasi interamente da Fabi, con una sola – ma significativa – strofa affidata a Mina. La traccia è venduta come cd singolo all’interno del cofanetto Parole di Lulù, uscito il 10 dicembre, insieme al video-racconto del concerto tenutosi il 30 agosto 2010 al Casale sul Treja, per ricordare Olivia, che quel giorno avrebbe compiuto tre anni. I proventi dalla vendita della canzone sono devoluti al CUAMM, ONG impegnata in Africa da oltre sessant’anni, per il progetto di costruzione del reparto pediatrico dell’ospedale di Chiulo in Angola.
Questi quattro progetti editoriali hanno alcuni punti in comune e altrettante specificità.
Nel caso di Parole di Lulù e Amiche per l’Abruzzo la genesi del progetto nasce da un interesse diretto e personale degli artisti, mentre nel caso Silenzio e per Don’t let me go i musicisti vengono coinvolti da organizzazioni umanitarie.
Per Amiche per l’Abruzzo e Parole di Lulù sono state strutturate importati campagne di distribuzione e promozione, sostanzialmente sfruttando il sistema della discografia tradizionale; d’altro canto gli altri due progetti hanno impiegato il web per la vendita del brano.
In tutti i casi i musicisti con i loro management e discografiche hanno strutturato dei rapporti di collaborazione con precise organizzazioni – nazionali o internazionali – al fine di garantire una maggiore trasparenza nella raccolta fondi e convogliare i risultati verso scopi specifici.
Infine si può notare come gli obiettivi di ciascun progetto fossero estremamente diversi tra loro: la ricostruzione di un’area colpita da terremoto, una campagna per combattere la mortalità infantile, il mantenimento di una struttura per ospitare donne fuggite dalle violenze, il miglioramento del servizio sanitario in un paese africano. Questo suggerisce che la musica rappresenta un linguaggio “etico” capace di supportare argomenti anche diversi tra loro, ma non tanto perché si tratta di una forma d’arte tout court, ma perché è in grado di influenzare lo stato d’animo dei suoi utenti, in modo da renderli più sensibili a prescindere dal tema.