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Fino a pochi mesi fa si prospettava la possibilità per Roma di ospitare un Gran Premio di Formula 1, e qualcuno già vedeva questi bolidi pronti a sfrecciare per i viali dell’EUR. Ormai, però, è certo che Roma non avrà il suo Gran Premio, ma il quartiere dell’EUR sarà comunque coinvolto in un intenso processo di riqualificazione.
Punto focale attorno a cui si svolgerà questa riqualificazione sarà il Colosseo Quadrato, il simbolo del quartiere. L’opera degli architetti Guerrini, La Padula e Romano, emblema del razionalismo architettonico fascista, nel 2012 diventerà infatti sede dell’Esposizione Permanente del Design e del Museo dell’Audiovisivo.
Un nuovo museo per la città, ma non nel cuore di Roma, bensì in una delle sue periferie.
L’intervento è costato quasi 50 milioni di euro e ha comportato quattro anni di lavori di riqualificazione. Il 15 febbraio 2011 le operazioni di restauro si sono finalmente concluse, e per il 2012 è prevista l’apertura ufficiale del nuovo spazio.
Il Museo metterà in mostra l’eccellenza produttiva italiana, il made in Italy, ma non rappresenterà solo questo. L’obiettivo, ambizioso come si conviene ad una città come Roma, è quello di trasformare il Colosseo Quadrato in un Centre Pompidou capitolino, far sì che il Palazzo della Civiltà del Lavoro diventi anche e soprattutto un centro di aggregazione sociale, un luogo di produzione di cultura e di ricerca scientifica, dando nuova linfa ad un intero quartiere, come è stato per Beaubourg a Parigi, rivitalizzato dalla moderna struttura di Renzo Piano e Richard Rogers.
È un progetto importante quello in cui si è lanciata la Città, ma Roma non vuole e non può più puntare solo sul suo glorioso passato e sull’eredità della sua secolare cultura; questo edificio di pietra, imponente e solenne come tutte le architetture fasciste, si proietta quindi verso il futuro, costruendo un ponte tra la Roma millenaria e la città contemporanea, aperta e multiculturale.
La creazione del nuovo museo avrà importanti ricadute economiche e sociali: innanzitutto verrà restituito alla città un monumento simbolo, o meglio, le verrà donato per la prima volta, dal momento che il Colosseo Quadrato non è mai stato aperto al pubblico; la città – e una sua periferia – avranno uno spazio di aggregazione sociale, non un luogo costruito ex-novo come il Centre Pompidou nel ventre di Parigi, ma un edificio storico riadattato per ospitare un centro di moderna concezione. Sarà dato alla città e ai suoi abitanti un luogo di produzione e fruizione di cultura, di confronto, di dialogo, dove la società, i residenti e i turisti potranno rapportarsi con la Storia, con il made in Italy e, al tempo stesso, con il futuro che avanza. Si creeranno nuovi posti di lavoro e, perché no, nuovi stimoli creativi e produttivi, derivanti dal confronto con la produzione artistica italiana e la storia dell’audiovisivo.
Per mostrare che l’Italia non è solo un Paese di poeti, artisti, eroi, santi, pensatori, scienziati, navigatori e trasmigratori, come ricorda un’iscrizione in cima al maestoso blocco di pietra, ma è anche un Paese che produce: produce cultura, arte, poesia, ma anche materiali audiovisivi, beni di lusso e prodotti di design il cui valore è universalmente riconosciuto nel mondo intero.
Perché questo è Roma, una città che da sempre unisce tradizione e innovazione, passato e futuro, identità storica e apertura al nuovo; c’è in essa una forza centrifuga che la proietta verso l’esterno, verso la periferia, dell’impero o della città, pur non dimenticando mai il suo punto di partenza, la sua storia.
E il Colosseo Quadrato avrà il compito di custodire e valorizzare il “moderno passato” della Nazione, l’architettura di epoca fascista, il suo presente, costituito dal made in Italy, e il suo futuro, rappresentato dalle persone che lo frequenteranno, lo vivranno al quotidiano o solo di passaggio, e che sono il futuro di Roma. E dell’Italia intera.