E’ stato presentato la scorsa settimana il Rapporto 2010 sull’anno digitale in Europa, realizzato dall’azienda di marketing statunitense comScore. Come si comportano i consumatori digitali in Europa? E quali sono le principali differenze tra i mercati del vecchio continente e quelli del nuovo?
The comScore 2010 Europe Digital Year in Review si propone di rispondere a queste e più domande, andando a tracciare l’identikit dell’utente medio europeo fruitore di tecnologia, e l’evoluzione compiuta nel 2010 dai vari device tecnologici che mai come in questo periodo stanno trovando terreno fertile per il loro sviluppo.
Dai risultati della ricerca è emerso, in prima istanza, che coloro i quali trascorrono più tempo sul web sono, a sorpresa, gli Olandesi con una media di circa 31 ore al mese passate davanti al pc. Se in totale l’Europa si attesta sulle 24 ore mensili, l’Italia rimane invece ancora indietro, con una media di 16 ore al mese, superiore solo a quella dell’Austria, in fondo alla classifica europea con 13 ore mensili. Il dato, in realtà,  rispecchia fedelmente quella che è la penetrazione del social networking nei vari paesi, servizio che funge da ago della bilancia sotto molti aspetti.
Facebook, infatti, è il terzo sito più popolare in Europa con 230 milioni di visitatori unici che hanno notevolmente abbassato l’età media degli internauti, cambiando anche il tempo di permanenza su altri siti concorrenti. L’Instant Messaging di Microsoft (MSN), ad esempio, ha perso nel 2010 circa 8 punti percentuali rispetto agli anni precedenti così come ebay, che nell’anno corrente ha visto diminuire le sue visite del 3.6%. Questo perché Facebook si è insinuato anche in quelle pieghe di mercato non direttamente coinvolte nel social networking che si sono andate via via sviluppando grazie alla pubblicità per imprinting ospitata tra le sue pagine (cresciuta del 17%) e lo scambio personale di informazioni, file, messaggi e oggetti tra reti di amici comuni.

Grazie a Facebook e ad altri servizi simili, come Twitter, LinkedIn ecc.. la percentuale delle donne in rete è notevolmente aumentata (+5,6%): tale dato assume una particolare rilevanza soprattutto se confrontato con l’espansione in rete dell’e-commerce. Nonostante il settore avesse già conosciuto periodi redditizi grazie alle aste online di ebay, un altro fenomeno che ha sensibilmente stimolato l’aumento delle vendite è quello dei gruppi social di acquisto, responsabili di una radicale trasformazione del comportamento dei consumatori rispetto all’e-commerce, soprattutto in Italia, dove la crescita ha superato quella di qualsiasi altro paese. Da un clima di diffusa reticenza verso il servizio, riscontrabile soprattutto nelle fasce più adulte degli internauti, si è passati ad una crescita di oltre 5 punti percentuali nel comparto, con picchi di 34.9 milioni di persone in Europa muniti di coupon pronti da spendere.
Groupon, società nata in Germania nel 2009, alla stregua di facebook nel social networking, si attesta leader nel settore con transazioni completate in oltre cento città europee in grado di raggiungere oltre 12 milioni di visitatori al mese.
Dai massaggi, alle cene, dai weekend alle cure mediche, tutti sono attratti da questa nuova modalità di acquisto che propone prezzi dimezzati in quantità raddoppiate. Il meccanismo alla base prevede infatti l’utilizzo, anche in questo caso, dei social network, imprescindibili ormai da qualsiasi attività di web marketing: si vede l’offerta, si prenota il proprio coupon e poi si passaparola tramite Facebbok, Twitter ed altri, in modo che l’offerta possa raggiungere il maggior numero di persone nel minor tempo possibile. Se l’utente è soddisfatto perché il prezzo del coupon è inferiore a quello di mercato, altrettanto lo sono le aziende che si garantiscono quantità esagerate di affluenza di pubblico in poche ore. L’intermediario della transazione, poi (Groupon ma anche altri come Groupalia, Tuangon, LetsBonus etc..) è colui che fa il vero affare, incassando la metà della cifra destinata al venditore e ampliando il database delle offerte a disposizione.
Un nuovo modello di acquisto che si lega dunque allo stesso principio social nato con Facebook, anch’esso in grado di modificare trend di vendita e di acquisto stimolati inoltre dalla diffusione delle applicazioni per smartphone sviluppate da Apple o da Google.
Gli smartphone in Europa conoscono percentuali di crescita superiori anche a quelle degli Stati Uniti, con un mercato in fermento che senza ombra di dubbio continuerà a dare segnali positivi anche nel 2011.

Un panorama complessivamente positivo nell’ambito tecnologico europeo, quindi, che promette un progresso consequenziale anche nel campo dell’innovazione e della ricerca. La creatività, elemento ormai irrinunciabile affinché software con caratteristiche comuni riescano ad emergere, sarà la vera chiave di volta in un settore in cui mercati sviluppatisi indipendentemente dal web stanno ora trovando nella rete nuova linfa vitale. Tale nutrimento non deriva però dall’utente singolo bensì dal gruppo, che nel social network ha trovato la sua forza di espressione.
Saranno dunque i social network a decretare il successo o il fallimento dei nuovi settori tecnologici, dei nuovi programmi, delle nuove applicazioni? Tutto dipenderà dal contesto sociale: quando gli utenti che ora si intrattengono su Facebook cominceranno ad annoiarsi e a cercare altro, il rimpasto sarà totale e si salveranno solo coloro i quali, pur collegandosi ai social network, hanno saputo mantenere la propria autonomia. Ad oggi, però, non sono molti