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Il 2 dicembre 2010 la Camera ha approvato il disegno di legge sulle quote rosa nei consigli di amministrazione delle società quotate e nelle aziende con partecipazione pubblica. Il provvedimento, che prende il nome dalle promotrici e firmatarie, Lella Golfo e Alessia Mosca, ha, successivamente, ricevuto parere contrario dalla commissione Giustizia al Senato.
Il testo, oggi all’esame della commissione Finanze, sarà probabilmente rimesso al voto dell’Aula in settimana. La senatrice Finocchiaro spera, infatti, che il disegno di legge possa essere esaminato a Palazzo Madama insieme ad altri provvedimenti che riguardano le donne.
I detrattori della proposta sostengono che il principio base delle quote rosa sia illiberale, addirittura in contraddizione con l’art. 3 della Costituzione che sancisce l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge senza alcuna distinzione di sesso. Già nel 2007 l’eminente firma de Il Corriere della Sera, Sergio Romano, aveva affermato la sua contrarietà al provvedimento. Secondo il giornalista, infatti la “pseudoparificazione ottenuta mediante una protesi legislativa” sarebbe addirittura discriminante per gli uomini e inaccettabile per donne “degne di questo nome”.
La questione, seppur controversa per natura, sembra non potersi risolvere autonomamente. Le stesse donne, pur interrogandosi sulla liceità del principio sostengono l’ipotesi che la meritocrazia millantata dalla classe dirigente sia attualmente falsata dall’impedimento oggettivo posto alle donne.
Norvegia, Spagna e Islanda hanno fissato, attraverso provvedimenti equivalenti, al 40% la quota per genere. La Francia ha recentemente iniziato il processo di equiparazione che dovrà concludersi entro il 2017. Germania e Inghilterra, in contemporanea all’Italia, stanno attualmente dibattendo sull’efficacia della legge.
Il ddl italiano propone un primo step al 30% entro il 2015, da innalzare al 40% entro il 2020, in modo da accelerare un recupero rispetto al ritardo normativo, ritardo che comunque non corrisponde a un grosso gap in termini di risultati ottenuti nei paesi europei, se la Norvegia è giunta, infatti, a un 49% nel 2009, la Spagna, nel 2010, si è attestata solamente al 10% di donne nei Cda.
Linda Laura Sabbadini, direttrice dell’Istat, conferma la preoccupante situazione italiana: il dato attuale non supera il 6%, nonostante le donne ottengano i migliori risultati in termini di formazione culturale.
Viviane Reding, vicepresidente della Commissione Europea e Lella Golfo, sul Sole 24 Ore, hanno ricordato che le quote rosa rappresentano l’ultima ratio da attuare se non si verifica una consistente autoregolamentazione da parte delle società.
Il mercato lavorativo europeo, sembra rispecchiare un generale andamento che coinvolge anche gli Stati Uniti. L’amministrazione Obama ha recentemente presentato un rapporto sulla condizione delle donne in cui si evidenzia come le donne abbiano superato gli uomini nel conseguimento di titoli di studio universitario, master e dottorati, ma, nonostante l’emanazione dell’Equal Pay Act nel 1963, sotto il governo Kennedy, le loro retribuzioni continuano a essere inferiori del 75% rispetto a quelle maschili anche a parità di titolo di studio e incarico.
“Le aziende con più donne nel management e nei propri Cda, hanno risultati finanziari migliori, e un maggiore equilibrio tra uomini e donne è un indicatore di una assai miglior governance aziendale e di maggior innovazione” : lo sostiene Alison Maitland, studiosa dei problemi di genere e leadership.
La ricercatrice offre una nuova interpretazione della necessità di un’equiparazione ex lege non in funzione di un avanzamento in termini di Pari Opportunità, quanto piuttosto favorendo l’andamento generale del mercato in termini di utile.
Le quote rosa sembrano, quindi, rappresentare il primo passo verso un avanzamento culturale che permetta alle future generazioni di relazionarsi nel campo lavorativo, valorizzando le qualità dei singoli, senza perpetrare vincoli imposti dall’alto.
Approfondimenti:
http://archiviostorico.corriere.it/2007/aprile/10/Qualche_argomento_contro_quote_rosa_co_9_070410111.shtml
http://www.lacarrierarosa.it/coverstory/quote-rosa-questione-di-business