Nuova geopolitica della comunicazione

Rolando Belvedere nel suo “Dietro i media del Quarto mondo” si propone di analizzare l’impatto mediatico dell’informazione nei paesi che secondo la classificazione ONU, classificazione accolta anche dall’autore, fanno parte di quella fetta territoriale svantaggiata per diversi fattori: non solo il PIL, infatti, contribuisce a stabilire la povertà di un paese ma anche il debito estero, le risorse per le politiche sociali, l’estensione della ruralità, la manodopera a basso costo. Abbiamo quindi una geografia costellata da paesi quali Haiti, Angola, Benin, Burkina Faso, Burundi, repubblica Centrafricana, Ciad, isole Comore, Repubblica Democratice del Congo, Gibuti, Congo Equatoriale, Guinea, Guinea Bissau, Eritre, Etiopia, Gambia, Lesotho, Liberia, Madagscar, Malawi, Mali, Mauritania, Mozambico, Niger, Ruanda, Saò Tomè, Senegal, Sierra Leone, Somalia, Sudan, Togo, Uganda, Tanzania, Zambia, Afghanistan, Bangladesh, Bhtan, Nepal, Laos, Myanmar, Cambogia, Yemen. Tutti questi Stati, seppur agiati a livello di risorse naturali che vengono poi sfruttate dai paesi più ricchi, si situano ad uno stadio di informazione notevolmente inferiore rispetto a quello dei paesi più avanzati. Il motivo è da ricercarsi sia nella cause di politiche interna, laddove cioè vigono dei regimi dittatoriali che impediscono la libera circolazione delle idee, sia a dei motivi esogeni, condizionati da paesi esterni che in qualche modo ostacolano l’emancipazione e la conoscenza per mantenere il proprio dominio culturale. Se a questi vi aggiungiamo la scarsa penetrazione della tecnologia, lo scenario appare ancora più chiaro. L’unico mezzo di comunicazione popolare è la radio, poco costoso e fruibile anche dagli analfabeti, mentre la televisione mantiene ancora uno status privilegiato da inscrivere nelle poche case dei ricchi. La suddivisione in classi molto rigide è infatti un altro fattore determinante l’accessibilità all’informazione, aggravato da una latente corruzione che tende a separare più che a unire nel nome della conoscenza.
Se circa il 90% della popolazione del Quarto Mondo è infatti basata sull’agricoltura, il restante 10%, quello delle èlite per intenderci, trova sussidio nella cooperazione internazionale, nelle partnership con le imprese internazionali che garantiscono stili di vita abbienti.
Conseguenze dirette di queste peculiarità sono dunque la diffusione della propaganda più che dell’informazione, ottenuta con minacce e punizioni ai giornalisti indipendenti, che osano ribellarsi alle oligarchie governative.  A questi “pericoli” si risponde con la censura, ampiamente praticata, che riguarda non solo le tematiche sessuali, religiose, violente, ma anche la protezione della classe dirigente che monitora i media e toglie dalla circolazione le notizie che potrebbero comprometterla.
Un excursus, quello tracciato dall’autore, che permette di comprendere i meccanismi di produzione dell’informazione nei paesi più poveri ma anche proporre future cooperazioni tra organismi di stampa internazionali che possano aiutare i giornalisti locali a trovare spazi comuni di dialogo che operino nella totale indipendenza dal potere.

Rolando Belvedere
Dietro i media del Quarto Mondo
Nuova geopolitica della comunicazione
Armando Editore, €11,00
ISBN: 978-88-6081-770-9