Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
Partita IVA 03068171200 | Codice Fiscale/Numero iscrizione registro imprese di Roma 03068171200
CCIAA R.E.A. RM - 1367791 | Capitale sociale: €10.000 i.v.
…non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte.
Questa citazione di Leo de Berardinis, uno dei più significativi rappresentanti del teatro di ricerca italiano, può essere considerata a pieno titolo il riassunto breve dell’iniziativa GIOVANI A TEATRO che ormai da anni la Fondazione di Venezia, attraverso la società strumentale Euterpe, porta avanti nel settore teatrale, un impegno che non vuole essere soltanto un’operazione di marketing, ma che parte da bisogni e mancanze per cercare di colmare lacune e costruire nuove coscienze. E tanto più significativi sono il metodo e gli obiettivi della Fondazione in un’Italia in cui, causa crisi e problemi sistemici, il settore culturale sembra aver perso di vista il senso della propria attività e ancor di più una visione prospettica e progettuale.
Forse schiacciati dalle difficoltà della contingenza, forse poco in contatto con quelli che sono i meccanismi e le realtà oltre confine, si è un po’ dimenticato come la cultura non sia un semplice divertissement, ma sia fondamentale per costruire coscienze, civiltà, creare coesione, sviluppare creatività. Elementi che se da un lato migliorano la qualità della nostra vita, dall’altro diventano strumenti indispensabili per lo sviluppo economico e sociale nell’età della conoscenza che stiamo vivendo.
In questo la Fondazione di Venezia sembra essere un piacevole esempio di cosa si può e si deve fare, da un punto di vista manageriale e di spinta etica. Operare oggi per costruire il domani, investire le risorse, poche o tante che siano, in modo che portino un contributo alla società e nuove risorse, a loro volta da investire secondo gli stessi principi. La Fondazione lo sta facendo con il progetto dell’M9, il futuro centro per la storia del ‘900, con l’obiettivo di cambiare un territorio da un punto di vista sociale ed economico recependo le sue istanze e le sue necessità, e da anni lo fa con il progetto GIOVANI A TEATRO, affinché le nuove generazioni possano attingere per lo sviluppo delle proprie coscienze a questo scrigno di saperi ed esperienze e allo stesso tempo diventare futuri “consumatori” di cultura che garantiscano la continuità del settore teatrale.
Il progetto è articolato in differenti iniziative che insistono su quelle che sono le maggiori mancanze/esigenze del teatro. La prima, IL TEATRO IN TASCA!, offre la possibilità di scoprire teatro, musica, danza e opera lirica viaggiando tra i teatri della provincia con un biglietto di soli 2,50 euro. E’ sufficiente richiedere le CARD, gratuite e disponibili per ragazzi fino ai 29 anni, insegnanti, giovani giornalisti e valide per tutti gli appuntamenti della stagione presenti nel programma GIOVANI A TEATRO. Un modo per avvicinare le nuove generazioni e attraverso di esse anche le famiglie, i formatori e gli informatori, per riappropriarsi del teatro come spazio di esperienza, crescita, utilità.
La sezione ESPERIENZE propone, invece, di entrare attraverso laboratori direttamente nella rappresentazione delle arti dal vivo e sviluppa attività di approfondimento a stretto contatto con gli ambasciatori, artisti ed esperti del settore. Il tema scelto per l’edizione 2010-2011 è “Il male”. Prevede laboratori di drammaturgia, teatrali e di danza, percorsi nella scrittura critica teatrale e musicale, realizzazione di operine, percorsi nella visione, nella messa in scena, per capire, facendolo, cosa vuol dire teatro, cosa gli sta dietro, quali emozioni, riflessioni, consapevolezze ne costituiscono la base.
La sezione PORTARE SAPERE (OBIETTIVO INSEGNANTE), infine, pone gli insegnanti al centro di inedite opportunità di conoscenza attraverso la scena, per sperimentare la complessità del presente attraverso il teatro, la danza e la musica. Perché per trasmettere un sapere che sia vivo e vitale e necessario viverlo e parteciparlo, per formare coscienze bisogna avere il coraggio di mettersi in gioco per primi.
Il progetto costituisce anche uno strumento per i teatri del territorio di “fare sistema”, di ragionare non nell’ottica della concorrenza, ma della condivisione delle risorse e di una progettualità comune, andando a coinvolgere a diverso titolo il Teatro Fondamenta Nuove, il Teatro Stabile del Veneto C. Goldoni, il Teatro Universitario Ca’ Foscari a Santa Marta, il Teatro all’ Avogaria, il CTR, il Teatro Junghans, il Palazzetto Bru Zane, l’ Isola di San Servolo a Venezia; il Centro Culturale Candiani, il Teatro A. Momo, il Teatro Toniolo, il Palaplip a Mestre; il Teatro Aurora nella città di Marghera; in provincia i teatri di Cavarzere, Mirano, Jesolo, Mira, Portogruaro, Noventa di Piave, S. Stino di Livenza, Scorzé.
Uno dei percorsi di punta del progetto, iniziato in questi giorni, è “IL TEATRO DELLE LINGUE – Ovvero una solitudine molto rumorosa” un percorso di 6 monologhi e 6 incontri con gli autori-attori dedicato in particolare agli assoli teatrali. Un programma coordinato per quanto riguarda la Fondazione da Cristina Palumbo e Leonardo Mello e curato da Paolo Puppa, ordinario di Storia del Teatro a Ca’ Foscari, aperto a tesserati e non, ricco di nomi quali Oscar De Summa, Robero Corradino, Andrea Cosentino, Gianfranco Berardi, Gaetano Ventriglia, Daniele Timpano. Un viaggio non solo alla scoperta delle loro opere, ma anche dei linguaggi dell’Italia, dal momento che ogni rappresentazione prevederà l’uso sia dell’italiano che dei diversi dialetti di provenienza degli autori, per scoprire che, anche in questo caso, la differenza è ricchezza. Il giorno successivo ad ogni spettacolo gli autori, inoltre, incontrano il pubblico per un confronto e un approfondimento critico nella sala incontri della Fondazione di Venezia.
“IL TEATRO DELLE LINGUE” proseguirà poi con un convegno internazionale e, nell’autunno, con una seconda sessione di spettacoli provenienti da Sardegna, Piemonte, Emilia Romagna, Calabria e Veneto. Il teatro si fa così strumento di promozione della conoscenza come patrimonio sociale, contro le emozioni teleguidate, si riappropria di quel ruolo sociale che la cultura può e dovrebbe avere, anche in un’Italia in crisi.