Il welfare locale è in affanno dovendo coniugare nuovi bisogni e scarsità di risorse finanziarie. Per ovviare a tale drammatica situazione, uno degli interventi portati avanti Ministero delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, mette a disposizione 40 milioni di euro per tutte le Regioni, al fine di promuovere le attività afferenti la tematica della “Conciliazione di vita e lavoro” rivolta essenzialmente alle donne nell’ambito delle pari opportunità.
Tale intervento nasce alla fine del 2009 con un accordo fra il Ministero del Lavoro e il Ministro delle Pari Opportunità  promosso  con l’iniziativa “Italia 2020. Programma di azioni per l’inclusione delle donne nel mercato del lavoro”.
Nell’aprile del 2010 sono state attuate le ripartizioni finanziarie tra le varie regioni, in funzione di vari criteri (il numero dei bambini tra 0 e 3 anni, le percentuali di occupazione e disoccupazione delle donne, ecc..) e si va dai circa  6, 8 milioni di euro per la Lombardia a pochi spiccioli per la Valle D’Aosta (poco più di 92.000 euro). Fino a pochi giorni fa,  17 Regioni avevano firmato le convenzioni con le relative modalità di impiego indicando inoltre su quali interventi le stesse sarebbero intervenute. Chi manca ancora all’appello dopo che è quasi trascorso 1 anno dall’aver conosciuto il programma e le disponibilità economiche? La Campania, il Molise e le Province di Bolzano.
I possibili interventi sui quali le Regioni possono scegliere di investire sono stati definiti dal Ministro Carfagna che ha, in linea di massima, indicato i settori e l’incidenza di spesa in cui sono fattibili  i progetti e gli interventi. Le Regioni, poi, in base ai finanziamenti, ne possono programmare 2-3  fra queste:
• L’incentivazione dei nidi familiari attraverso la creazione della figura della “Mamma di giorno”, la tagesmutter, che in Trentino è stata già codificata a livello normativo e che nel Nord Europa incide per il 18% per i servizi all’infanzia. Queste “mamme” opportunamente formate, potranno erogare servizi ai bambini anche nella propria casa.
• Elenchi comunali di baby sitter, badanti, con percorsi di qualificazione
• Voucher per l’occupazione femminile e per abbattere i costi delle rette di asilo
• Sostegno alle cooperative senza finalità di lucro che si occupano di promuovere le politiche di “Conciliazione vita e lavoro”
• Sviluppo del telelavoro (da noi praticamente sconosciuto!)

Le Regioni hanno predisposto i programmi scegliendo e adattando le varie iniziative ai contesti locali. Sono risorse che di questi tempi andrebbero spese con grande razionalità in quanto potenzialmente atte a dare vita a nuovi servizi sociali e a favorire anche la creazione di nuove figure professionali, e quindi occupazione giovanile. La difficoltà, come precedentemente accennato, è nella gestione delle risorse che, se accuratamente spese, sarebbero in grado di rilanciare dei settori chiave nell’ambito delle politiche sociali ed economiche fungendo così da traino culturale almeno in contesti di sviluppo locale.

Approfondimenti:
Italia 2020
Intesa conciliazione vita lavoro