Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
Partita IVA 03068171200 | Codice Fiscale/Numero iscrizione registro imprese di Roma 03068171200
CCIAA R.E.A. RM - 1367791 | Capitale sociale: €10.000 i.v.
Intervista agli Assessori del Comune di Modena Simona Arletti e Marcella Nordi
Obiettivo della Casa delle Donne è quello di promuovere la partecipazione femminile alla vita collettiva, la cultura dell’integrazione e della solidarietà sociale, la memoria e l’attuazione dei diritti di cittadinanza della donna attraverso l’accoglienza e il supporto. Un lavoro complesso che comprende corsi di preparazione per le neo o future mamme, l’accoglienza e il sostegno alle donne maltrattate, l’individuazione dei nodi sensibili e problematici della condizione della donna nella nostra società e la realizzazione di iniziative culturali. Il progetto di realizzazione di una sede di questa attività diventa una buona pratica in cui innovazione, rispetto ed equlibrio convivono offrendo un risultato unico.
Quando e perché è nato il progetto di Villa Ombrosa?
Assessore Simona Arletti – Dal 1978, a Modena, si è lavorato per offrire alle modenesi uno spazio in cui trovarsi e confrontarsi. Si individuò una sede in via del Gambero che divenne un punto di riferimento per tante donne della città e della
provincia. Lo spazio però iniziava a essere inadatto e occorreva pensare a una sede più grande. Per questo motivo, abbiamo cercato di individuare un altro luogo che fosse idoneo alle nuove esigenze. Supportata dalle associazioni femminili e dal
Comune, attraverso tavoli di lavoro a cui hanno partecipato l’Asl e la Prefettura, ho individuato Villa Ombrosa.
Assessore Marcella Nordi – Villa Ombrosa era un luogo storico di notevole pregio, ma da anni in stato di abbandono. La struttura, pur presentando dei limiti strutturali, sembrava racchiudere lo spirito del progetto, sintetizzando il ruolo della
memoria per un discorso legato alle donne. Attraverso la riqualificazione di uno spazio storico, si poteva mantenere viva l’identità femminile modenese e consegnarla alle nuove generazioni che non provengono solo dalle nostre terre. La
staffetta ideale, infatti non passa dai luoghi ma dagli ideali che hanno ispirato figure storiche come Matilde di Canossa che riuscì a piegare un imperatore e Beatrice d’Este che assunse il comando del Ducato di Milano diventando il modello della
donna rinascimentale. Villa Ombrosa è, dunque, un traguardo per Modena.
Quali progetti sviluppa la Casa delle Donne?
Assessore Simona Arletti – La Casa delle Donne sviluppa progetti per promuovere l’integrazione delle donne straniere, studia e supporta la violenza sulle donne, assiste legalmente e psicologicamente chi è vittima di tale violenza, assiste le neomamme, promuove studi sulla differenza di genere. Insomma sostiene tutte le associazioni che, sviluppando progetti legati alle donne, cercano strategie comuni per offrire risposte molteplici.
Quali sono state le caratteristiche individuate per la struttura che doveva ospitare una realtà tanto complessa e, nello stesso tempo, vivace e mpoliedrica?
Assessore Simona Arletti – Le donne sono le protagoniste di Villa Ombrosa, non solo perché ne sono destinatarie, ma anche perché le vede protagoniste dalla progettazione alla realizzazione tecnica. La squadra operativa è guidata da una progettista donna, Loriana Bergianti, e tutte le componenti sono donne.
Assessore Marcella Nordi – Una casa al femminile doveva rispondere a diverse caratteristiche. Innanzitutto doveva essere innovativa e rispondere a esigenze di qualità, biodiversità e funzionalità. Poi doveva contribuire al recupero del
patrimonio storico della città e della memoria collettiva. Infine, essere fin dalla struttura un modo per educare ai diritti civili. Villa Ombrosa doveva diventare in primo luogo uno spazio per la cittadinanza in cui si potessero sviluppare questi tre concetti: condivisione, ascolto e adattabilità.
Che ruolo hanno svolto le istituzioni nello sviluppo del progetto?
Assessore Simona Arletti – Per sviluppare cambiamento, occorre sempre il coinvolgimento attivo dell’amministrazione comunale e provinciale. Coinvolgimento che a Modena c’è stato sia da parte delle istituzioni che da parte delle associazioni e
delle donne coinvolte. Le donne sono la base delle società e, possiamo dire, che la società modenese lo ha compreso. Il ruolo delle istituzioni e dei finanziatori, in primis la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena,è stato dunque fondamentale.
L’innovazione di Villa Ombrosa non nasce solo dalle attività che in essa si sviluppano, ma dalla struttura stessa. Volete parlarci di come è nato il progetto di ristrutturazione?
Assessore Simona Arletti – Uno dei temi che si vogliono sviluppare come amministrazione e associazioni femminili è quello del riutilizzo e della bio-diversità. Non si poteva concepire la ristrutturazione della Villa se non attraverso questo
sguardo che permette, tra l’altro, un notevole risparmio energetico. L’edificio sarà realizzato, dunque, con accorgimenti di eco-sostenibilità che permetterà alle associazioni di ridurre i costi di gestione.
Assessore Marcella Nordi – La Casa delle Donne, infatti doveva essere un luogo che rispettasse le persone e a misura delle persone e che donasse anche all’esterno il senso dell’accoglienza. Per questo motivo, l’architetto xx ha pensato di costruire un cosiddetto tetto verde. Tutti i modenesi che passano vicino a Villa Ombrosa possono godere degli effetti positivi di un progetto di questo tipo e trovare, nella città, un luogo accogliente anche al suo esterno.
Il Progetto della Casa delle Donne è stato scelto come buona pratica e presentato agli Open Days dell’Unione Europea nell’autunno scorso. Potete dirci qualcosa in merito?
Assessore Simona Arletti – Gli Open Days rappresentano un momento importante di confronto tra istituzioni europee e amministratori locali. Siamo sicuramente fieri di essere stati scelti per rappresentare la regione Emilia Romagna. Speriamo che questo tipo di progettualità condivisa possa essere stimolo ad altre realtà simili.
Nota: questo articolo è pubblicato su www.ticonzero.info