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Prosegue la nuova interessante iniziativa della Fondazione Premio Napoli, che ha preso il via nel suggestivo entroterra campano, nella provincia di Salerno, precisamente a Castel San Giorgio. Parliamo della rassegna “Che ci faccio qui?” – Campania on the road tra scrittori, parole e sapori.
La Fondazione Premio Napoli ha scelto Castel San Giorgio, città d’origine dello scrittore Jean Claude Izzo, come prima tappa della rassegna. Dopo aver lavorato quasi esclusivamente a Napoli (nell’ambito letterario con il Premio per i migliori libri italiani e stranieri dell’anno, con premiazione a Napoli; in rassegne nei luoghi di cultura napoletani come Voci della città e Voce da lontano, Raccontare la legalità, Conversazioni d’artista, Gli sport e le arti) la Fondazione allarga il suo raggio d’azione all’intera regione, con quest’iniziativa che coniuga letteratura e gastronomia, in perfetto stile campano, dove la cucina non è solo il luogo del cibo, ma è anche il luogo della cultura e delle tradizioni.
A Castel San Giorgio, in Villa Calvanese, grazie a un video realizzato da Brigida Corrado, è intervenuto Andrea Camilleri con una video intervista, mentre Franco Iavarone ha letto alcuni brani di Jean Claude Izzo ed una relazione letterario–gastronomica di Antonio Fiore, il quale si è cimentato nel curare il menu franco–salernitano, a base di salsa aioli e mallone. E’ partita così quest’anteprima–esperimento, dedicata a Jean Claude Izzo, autore “noir mediterraneo”, e l’ottimo riscontro di critica e di pubblico ottenuto si è ripetuto per il secondo incontro.
Infatti, la seconda tappa si è tenuta ad Ottaviano, dedicata allo scrittore Bruno Arpaia e con la partecipazione dell’attore Mariano Rigillo, pochi giorni fa. Rigillo ha letto brani tratti da alcuni libri dello scrittore, compreso l’ultimo romanzo “L’energia del vuoto”. Nella splendida location del Palazzo Mediceo di Ottaviano, in provincia di Napoli, sede anche dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio, l’enogastronomia non poteva che essere a base di prodotti d’eccellenza vesuviana, dal Lacryma Christi al Vesuvio DOC, dal Pomodorino a piennolo alle Albicocche del Vesuvio.
La prossima tappa – Domenica 10 Aprile – sarà divisa in due fasi. Prima, al mattino, nell’ “Oasi del Cilento”, a Vatolla, frazione appartenente al comune di Perdifumo, in provincia di Salerno, dove il protagonista sarà Giambattista Vico, che visse per nove anni, alla fine del 1600, nel castello di Vatolla, durante i quali fu assiduo frequentatore del Convento della Pietà dinanzi al quale, secondo la tradizione, il filosofo amava riposare, leggere e meditare. Le letture dei testi di Vico saranno di Enzo Salomone. La seconda parte della tappa, nel pomeriggio, sarà a Serramezzana (tra i 5 comuni della Campania meno popolati con 520 abitanti) con l’incontro con il finalista del Premio Strega, Ruggero Cappuccio. Interventi letterari – gastronomici sempre curati da Antonio Fiore, il cosiddetto critico maccheronico.
C’ è grande fermento e attesa per le tappe successive; seguiranno la Vatolla di Giambattista Vico, la Nocera di Domenico Rea, la Castellammare di Viviani, l’Anacapri di Munthe, la Procida della Morante, la Bisaccia di Arminio, la Ravello di Scurati.
I presupposti per la conferma del successo delle prossime tappe della kermesse ci sono tutti. Sono queste eccellenze campane, che riescono a dare ad una terra piena di problemi un nuovo punto di vista: un punto di vista letterario, gastronomico e di passione per il proprio territorio e per le proprie origini, che siano storiche, artistiche o enogastronomiche. Riappropriarsi con vigore e determinazione di ciò che ci appartiene, con una sorta di buon federalismo della cultura, e conservarlo e valorizzarlo con progetti integrati e trasversali, per donarlo, con luce nuova, ai visitatori e a chiunque abbia voglia di avvicinarsi; questa potrebbe essere la chiave di volta per uscire dalla crisi che attanaglia i beni culturali in Italia.
Forse sono solo parole, ma nel frattempo Fondazione Premio Napoli sta cercando di fare i “fatti”.