Una vera e propria bagarre politica nasce e si sviluppa intorno ad un pesce.
Parliamo dello “strano” caso che ha interessato le Marche, e in particolare la città di Ancona, nella campagna pubblicitaria sul tema dell’accoglienza turistica la quale, su cartellonista 6×3, ha previsto l’utilizzo di un’immagine di uno sgombro seguita dallo slogan: “Il turista non è un pesce (dopo tre giorni è ancora buono)” e il claim “Il turismo è un bene comune. L’accoglienza un dovere di tutti”.
Apriti cielo.
Il paragone del turista con un pesce sembra aver suscitato reazioni su entrambi i fronti politici,  facendo trapelare “imbarazzi” tra Regione e Provincia (entrambi appartenenti allo stesso schieramento politico).
Ma andiamo per gradi.
L’idea della campagna nasce da un bando di gara promosso dalla STL Marca Anconetana che, sulla base delle competenze conferitegli dall’art.8 della Legge Regionale 9/2006, ha commissionato all’agenzia vincitrice, la Marchingegno, la realizzazione della cartellonistica e dei gadget corrispondenti (locandine, depliant e t-shirt  e grembiuli da distribuire agli operatori turistici locali) in linea con l’immagine della campagna (e, dunque, con il pesce), oltre ad una clip video sul significato e l’importanza dell’accoglienza turistica.
La presentazione pubblica, avvenuta il 24 marzo, ha visto la partecipazione e l’approvazione della campagna da parte dei maggiori enti locali tra cui Regione Marche, Provincia di Ancona, oltre a Camera di Commercio, Confcommercio e, naturalmente, il Sistema Turistico Locale Marca Anconetana (che, ricordiamo, è composto da circa 54 soggetti, tra comuni, enti pubblici e privati, che puntano a realizzare una proposta competitiva di offerta turistico-culturale, ndr) promotore dell’iniziativa.
La campagna nasce infatti, così come spiegato anche sul sito dell’STL, dalla riflessione che il turismo vive di relazioni umane e la relazione è parte integrante del prodotto turistico: puntare all’accoglienza vuol dire puntare sulla fidelizzazione del turista che, attraverso il passaparola, può contribuire attivamente al potenziamento dei flussi.
Le buone intenzioni sottese alla campagna non hanno però frenato il consigliere regionale del PdL Giacomo Bugaro il quale ha definito “assurda e volgare la campagna pubblicitaria intrapresa dalla giunta regionale mediante l’apposizione di maxi manifesti contenenti uno slogan assurdo ed offensivo del comune sentire che mi chiedo chi lo abbia deliberato”.
Giudizi opinabili che però, invece di innescare una costruttiva riflessione sui contenuti della campagna, si sono tramutati, come consuetudine, nel casus belli di una disputa politica tra destra e sinistra.
A dimostrazione di ciò arriva la risposta dell’assessore Moroder, rappresentante della Regione Marche che replica: “Come al solito il consigliere Bugaro non perde occasione per tacere: bene farebbe a documentarsi con cura prima di affidare i suoi commenti ai mezzi di informazione e accusare in maniera impropria l’amministrazione regionale. La campagna pubblicitaria da lui presa di mira è infatti promossa dal Sistema Turistico Locale (STL) Marca Anconetana, e non dalla Regione, ed è stata concepita in totale autonomia e indipendenza dal Sistema stesso”.
Da campagna tanto ambita e di alti e nobili valori, tutto l’apparato pubblicitario si è tramutato in progetto rinnegabile e rinnegato tanto da chiedere ufficialmente l’oscuramento dei simboli della Regione e della Provincia sui materiali già realizzati, senza che di ciò venisse data una credibile spiegazione. Curioso è  il fatto che successive dichiarazioni a mezzo stampa da parte di rappresentanti della Provincia e di alcune associazioni di categoria dichiaravano la campagna un vero e proprio “successo” per il dibattito che, nonostante i pochi mezzi a disposizione, era stata in grado di suscitare.
Una campagna provocatoria, certo, ironica, ma che mai si sarebbe aspettato potesse suscitare cotanto scalpore.
E anche il popolo della rete si divide tra coloro che approvano o disapprovano la campagna: c’è chi la giudica poco rispettosa nei confronti dei turisti che, una volta su suolo anconetano, ne verranno in contatto, chi invece la trova uno stimolo positivo alla riflessione dei cittadini e degli operatori turistici sul tema dell’accoglienza.
Tra i tanti giovani, tra cui molti creativi, che hanno sostenuto la campagna, una giovane ragazza ha addirittura creato su Facebook un gruppo che, facendo il verso all’ormai celebre sgombro, lo sostituisce con un gambero a cui si affiancano le espressioni: “La Regione non è sicura (e allora fa marcia indietro)”.
Dopo le tante polemiche seguite alla decisione di far recitare il Leopardi ad uno strapagato Dustin Hoffman, le Marche tornano di nuovo alla ribalta, sempre per questioni riguardanti il tema turistico (promozione o accoglienza che sia) e la strategia scelta per la comunicazione.
Che sia pesce, gambero o attore di Hollywood, poco importa. Ciò che conta, in realtà, è che turisti, operatori e cittadini abbiano recepito il messaggio: la stagione turistica alle porte ce ne darà la conferma…

Approfondimenti:
STL Marca Anconetana