È ormai assodato che le competenze legate al mondo della ricerca hanno assolutamente bisogno di leganti forti con le discipline connesse alla progettazione e all’economia tout court, poiché in assenza di finanziamenti adeguati la strada per sviluppare sogni e progetti è ancora più impervia. Non è sufficiente dunque avere nella testa mille idee, ma bisogna saperle sviluppare nelle varie fasi per poter raggiungere al meglio le mission che ci si è prefissati al momento della progettazione. Progettare quindi – questa è la parola chiave oggi – e avere un occhio alla fantasia e un altro, o forse più d’uno, alla fattibilità e al mondo – perché è davvero un macrocosmo – dei bandi, soprattutto quelli comunitari. Conciliare pertanto l’aspetto creativo con quello più concreto legato alle esigenze di una città, di una regione e delle linee di indirizzo della Comunità Europea.
Prime “istruzioni per l’uso” per i futuri progettisti nel campo specifico della cultura sono state proposte dall’Istituto Luigi Sturzo di Roma – ente morale attivo dal 1951 che si occupa di ricerca e divulgazione sul fronte della sociologia, della politica e della cultura mediante convegni e pubblicazioni e tramite l’attività di un prestigioso archivio e una ricca biblioteca – dal 24 al 27 maggio 2011 in un corso denominato, non a caso, Finanziamenti e project management culturale.
Quattro giornate di lezioni e confronti – guidati da esperti dell’area Formazione e Sviluppo dell’Istituto e da professionisti del settore esterni – intorno a tematiche strettamente attuali che chi intende muoversi nel mondo della cultura oggi non può assolutamente dribblare. L’identikit dei partecipanti? Giovani di belle speranze, provenienti dal mondo della musica, dall’associazionismo culturale, ma non solo, dagli studi di storia dell’arte e, soprattutto, da varie esperienze “sul campo” con un bagaglio ampio di idee e progetti nel cassetto.    
Dopo un primo focus su Politiche e programmi comunitari e nazionali a favore della cultura e sui nuovi scenari del fund raising per lo sviluppo di un territorio, durante le ore di lezione è stato analizzato il programma comunitario Cultura 2007-13 e, successivamente, un case study. Quest’ultimo è stato valutato tenendo conto di tutti gli aspetti richiesti dai formulari europei: innovatività, chiarezza degli obiettivi, fattibilità, creatività e sostenibilità… tutti elementi fondamentali per un buon progetto.
Il corso è proseguito poi con l’analisi degli aspetti che, una volta approvata la proposta da parte della commissione di riferimento, il gruppo di lavoro dovrebbe considerare: strumenti di gestione operativa, organizzazione dei vari step, confronto con le professionalità coinvolte in fase di progettazione – questo è un aspetto fondamentale –, senza dimenticare gli altri elementi basilari per la buona riuscita di un progetto: il piano finanziario e l’offerta economica, e quindi l’ammissibilità dei costi, i concetti di finanziamento e cofinanziamenti e, infine, il piano di comunicazione.
Un mix di teoria e pratica insomma, non sono difatti mancati, soprattutto nell’orbita del confronto tra singoli partecipanti e docenti, esempi concreti – legati a esperienze precedenti o a progetti nel cassetto – che certamente hanno contribuito a un primissimo confronto con questa imprescindibile realtà.