Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
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Paese che vai, usanze che trovi. L’Europa nell’epoca della crisi affronta in modi e modalità diversi da nazione a nazione le mille e una urgenze, necessità e problemi posti da una generalizzata mancanza di fondi. Dalla sanità alle infrastrutture, dall’ambiente alle imprese, tutti i settori ne soffrono, ma certo è che il sistema cultura è tra i più colpiti. E mentre in paesi come la Francia anche la destra al governo non ha minimamente penalizzato il settore – il bilancio del 2011 prevede un incremento di 154 milioni, per un totale di 7.5 miliardi di euro – l’Italia sembra pensarla diversamente.
I tagli inflitti alla cultura lasciano dunque ben poche speranze sulla possibilità di un’efficace e intensa politica culturale che vada non solo a provvedere a quegli impellenti interventi di conservazione di cui Pompei è solo il caso più eclatante, ma anche e soprattutto a promuovere lo sviluppo dei diversi settori delle industrie culturali e creative che economisti di fama internazionale come Pierluigi Sacco indicano come l’unica risposta possibile all’interno dell’economia post-industriale della conoscenza nella quale viviamo.
Ma se il governo non crede nella possibilità della cultura, non tutti sembrano pensarla allo stesso modo. Negli stessi giorni in cui il Gruppo Tod’s presentava il piano di interventi al Colosseo – 25 milioni di euro messi a disposizione – che insieme all’ingresso nella Fondazione La Scala e al Progetto Italia mettono in pratica l’affermazione di Della Valle “Credo che con la cultura si possa mangiare e mangiare bene” (di contro alla ormai celebre affermazione di Tremonti “Con la cultura non si mangia”), anche il Gruppo Intesa San Paolo ha presentato il suo Progetto Cultura.
La banca, che da sempre riconosce la cultura come prioritaria all’interno delle proprie attività di responsabilità sociale, ritiene infatti fondamentale prevedere in Italia oltre alle sponsorizzazioni (più di 11 milioni nel 2010), le erogazioni liberali destinate al settore (quasi 4 milioni di euro nel 2010) e si fa attore in prima persona di una serie di interventi di grande importanza su tutto il territorio nazionale.
“Oggi, nel momento in cui il nostro Paese attraversa una lunga e difficile transizione – ha dichiarato il Presidente del Consiglio di Sorveglianza Giovanni Bazoli -, la storica vocazione del Gruppo comporta l’assunzione di nuove responsabilità. I profondi cambiamenti che attendono il nostro Paese richiedono di essere affrontati sul piano culturale, al fine primario di ritrovare un senso comune di cittadinanza. È in gioco lo stesso fondamento etico della nostra nazione: tema giustamente posto al centro delle riflessioni nel 150mo dell’unità”. “In questo orizzonte – ha concluso -, si potrebbe dire che è necessario rafforzare il legame tra il ‘fare cultura’ e il ‘fare Italia’. ‘Fare cultura’ per ‘fare l’Italia’”.
Queste le basi del Progetto Cultura, un piano triennale di interventi volto da un lato a condividere con la collettività il prestigioso patrimonio storico, artistico, architettonico e archivistico del Gruppo per diventare strumento di sviluppo, inclusione e dialogo sociale, dall’altro ad una mirata programmazione di proposte culturali e scientifiche innovative.
Frutto di una lunga gestazione partita nell’autunno del 2009, il Progetto è stato elaborato da un comitato scientifico composto da Gianfranco Brunelli, Fernando Mazzocca e Aldo Grasso e comprenderà la creazione di poli museali e la restituzione al pubblico di oltre 600 opere restaurate, cui si aggiungeranno mostre temporanee, cicli di convegni, laboratori e molto altro ancora.
Per quanto riguarda i poli museali, in alcune grandi città italiane sono già stati identificati edifici della banca da adibire a spazi espositivi e culturali dove rendere fruibili al pubblico le collezioni d’arte dell’Istituto. Il patrimonio della banca vanta infatti 10.000 opere, dai reperti archeologici alle testimonianze dell’arte contemporanea, in parte già esposte al pubblico a Palazzo Leoni Montanari a Vicenza e a Palazzo Zevallos Stigliano a Napoli, che in futuro accoglieranno un numero ancora maggiore di opere in seguito a progetti di ampliamento e riorganizzazione. Ai musei già aperti si affiancherà inoltre un nuovo polo museale, le Gallerie di Piazza Scala, che sarà inaugurato nell’autunno di quest’anno nel cuore del centro storico di Milano. Entro il 2012, quindi, saranno offerte al pubblico circa 1.000 opere, distribuite su una superficie espositiva di circa 12.000 mq. In futuro è infine prevista l’apertura di altri poli museali in varie città d’Italia, a partire da Torino.
Il programma di restituzioni si inserisce invece in un progetto ormai ventennale, avviato nel 1989, che si impegna sul fronte della salvaguardia e della valorizzazione dei beni storico-artistici e architettonici del Paese. Un collaudato programma di restauri di opere appartenenti al patrimonio nazionale gestito in collaborazione con gli organismi pubblici, che ha permesso il restauro e la restituzione di oltre 600 opere d’arte: dall’archeologia fino alle soglie dell’età contemporanea, dalla pittura, alla scultura, all’oreficeria, alle manifatture tessili.
L’ultimo settore di intervento del Progetto è quello relativo agli archivi storici del Gruppo che tende alla promozione di eventi culturali specificamente indirizzati allo studio delle radici economiche e sociali del Paese e, in parallelo, a una maggiore divulgazione del ricco patrimonio documentale e fotografico della banca. Unitamente si avvieranno una serie di collaborazioni permanenti con Poli universitari specializzati in discipline storiche, economiche e archivistiche, per la realizzazione di analisi, studi, ricerche, da svilupparsi in modo organico e sistematico nel tempo.
Intesa San Paolo insieme ad aziende come Tod’s sembra quindi sostenere l’importanza della cultura soprattutto in tempi di crisi perché, per unire le due visioni, fare cultura vuol dire fare l’Italia e farla non solo da un punto di vista identitario, ma anche porre le basi per uno sviluppo che possa far mangiare le prossime generazioni e farle mangiare bene. E considerato lo spessore imprenditoriale degli attori che si sono messi in gioco, potrebbe essere saggio prestare attenzione alle loro affermazioni.