Spazio ad un’altra musica, di qualità, non commerciale, indipendente, con un suo appassionato e nutritissimo seguito. Recupero di aree dismesse o inutilizzate, che per alcuni giorni tornano a vivere, a pulsare, dando lo spunto per un loro recupero creativo. La città vista e vissuta da altre angolazioni, attraverso prospettive sonore insolite, con un’impronta europea e internazionale, per dirla con un esempio abusato, ma concreto: con questo spirito è nato l‘IndieRocket Festival, ormai sette anni fa e che il primo e il due luglio celebra la sua ottava edizione, con tenacia, determinazione ed euforia.
Un evento “carsico”, che negli anni ha calamitato a Pescara gruppi dell’underground musicale indipendente. In alcuni casi scoperti prima che si aprissero al grande pubblico (Josh T Pearson, Laura Veirs, These New Puritans), in altri omaggiati come meritano dei veri e propri “mostri sacri” (Gang of Four, Red Crayola) comunque sempre stelle nascenti o consolidate in un ambiente musicale ricco di esperienze artistiche ed umane uniche ed importantissime (Trans Am, Devastatio, zZz, Poni Hoax, Ardecore, The Cesarians, God Is My Co-Pilot, Panico, Blackstrobe e tanti tanti altri).
Un appuntamento che ha offerto gusti musicali nuovi, creando un percorso di ricerca nel pubblico. Un itinerario che non si ferma solo alla due giorni del Festival, con le sessioni invernali nei club cittadini e altre città come Rimini, Napoli e Reggio Calabria, che nel tempo hanno visto comparire edizioni di “IRF On tour” e che da quest’anno è gemellato con il Dour Festival (Dour, Belgio – dal 14 al 17 luglio 2011).
Giunto all’ottava edizione, dunque, l’IndieRocket Festival si conferma appuntamento imperdibile dell’estate per gli amanti della scena musicale indipendente ed alternativa. Forte delle precedenti edizioni, che hanno visto più di trentacinquemila spettatori nel corso di sette anni, di cui più di diecimila solo nell’ultima, il Festival punta a crescere ancora come presenze e qualità artistica.
L’organizzazione e la direzione artistica sono dell’Associazione Culturale SkyLine Lab e di Clap Dance Promotion, agenzia che sta mutando forma in Pentagon Booking. Come tanti altri Festival ed eventi culturali in Italia, l’IRF quest’anno soffre dell’interruzione del rapporto di collaborazione con l’Amministrazione comunale locale. Il Festival ha sempre beneficiato di un contributo pubblico da parte del Comune (coprendo per circa il 40% le spese complessive) a prescindere dai diversi governi ed assessori che si sono succeduti.
Quest’anno, invece, non è stato predisposto alcun contributo e tantomento riconfermata la location che nelle ultime due edizioni ha consacrato il Festival, il Parco ex Caserma di Cocco (ex caserma militare oggi Parco pubblico, spesso al centro di polemiche per scarsa manutenzione e ora per la ventilata costruzione di un strutture sportive al suo interno). Il tutto senza alcuna motivazione documentata.
Così il Festival si trova anche a dover modificare la sua natura di evento gratuito, prevedendo un ingresso a pagamento, per quanto irrisorio, di 5 euro al giorno con  abbonamento speciale per due giorni di Festival a 7 euro. E soprattutto, trasferirsi in una struttura privata (il Parco Piscine Le Naiadi, storico centro sportivo polifunzionale della riviera pescarese). Il tutto mentre in città si propone – da due anni, voluto dall’Amministrazione comunale in carica – il “D’Annunzio International Arts Festival” che gode di sostanziosissimi contributi, senza che però si sia fatto nulla per mettere in sinergia le esperienze davvero innovative di questa città.
Ma questo non ferma certo il Festival, che ha peraltro una sua inconfutabile portata turistica e culturale e crea un indotto  sul territorio dando lavoro ai settori logistica, ospitalità, ristorazione e comunicazione. Riscontrando una crescita costante di pubblico e attenzione da parte dei mezzi di comunicazione nazionali.

Paolo Visci è direttore artistico IRF