Calano delle pesanti ombre sul maggiore teatro della città di Cagliari e purtroppo non hanno la consistenza e la delicatezza delle melodie dei Nocturnes di Claude Debussy, uno dei più importanti compositori francesi, al quale la nuova stagione concertistica dedicherà un omaggio in occasione del centocinquantesimo anniversario della nascita.
Il Teatro Lirico, infatti, sta attraversando un momento difficile e sfiancato dai debiti si rivolge non solo al Comune ed alla Provincia, ma anche alla Regione e al Ministero per un aiuto con cui fronteggiare la grave crisi e per risollevare la sua sorte.
Appare alquanto paradossale che solo nel 2009 l’ente veniva indicato come un modello virtuoso di gestione per tutte le fondazioni liriche italiane, capace di proporre un programma artistico qualitativamente di ampio respiro e contemporaneamente una gestione economica coscienziosa, con cinque bilanci consecutivi in attivo e un gettito di finanziamenti del FUS (Fondo unico per lo spettacolo) inferiore rispetto a tutti gli altri teatri sparsi per la Penisola. Tutto questo senza dover nemmeno ridurre il suo personale nel tempo, nonostante la contrazione delle spese relativa al periodo di crisi generale affrontata a livello nazionale ed internazionale.  
Nel 2010 però si è registrato un deficit di quattro milioni e duecentomila euro nei conti e un debito complessivo di 26 milioni di euro, ereditato dalle precedenti gestioni, che comprendevano anche i cachet non pagati agli artisti esterni, circa due milioni e centomila euro, e un medesimo importo per i fornitori. E con sette milioni da restituire alle banche, di cui più di quattro accumulati nel solo 2010, l’ipotesi commissariamento sembrava potersi realizzare già nel gennaio di quest’anno. Le proteste dei sindacati e gli scioperi dei dipendenti, inoltre, a fronte del blocco delle assunzioni a termine, la minaccia di un ridimensionamento del personale ed il mancato pagamento degli stipendi, hanno ulteriormente surriscaldato la difficile questione, che ha creato preoccupazione anche nei diretti fruitori del Teatro lirico, i cittadini. Seppure di medie dimensioni con 1628 posti, questo teatro infatti si era distinto per un programma originale e di qualità elevata, ricevendo il Premio Franco Abbiati della Critica Musicale Italiana nel 2001 e negli anni 2000 e 2005 lo stesso premio per la produzione della Lucia di Lammermoor e la Carmen.
Con l’avvicendamento del nuovo Soprintendente Di Benedetto – con un mandato fino al 2014 e con alle spalle un proficuo piano triennale che aveva in precedenza risanato il deficit del Carlo Felice di Genova – dopo la remissione del mandato da parte di Pietrantonio nel dicembre 2010, e con la continua produzione di debiti passivi sempre crescenti si è pensato a due possibili soluzioni: appoggiarsi alle banche con un maxi prestito ed una ricontrattazione del debito offrendo in garanzia del mutuo lo stesso immobile, come già si è verificato per altri enti nazionali; ed anche ad un piano straordinario della Regione, azionista tra i più importanti del Teatro Lirico.
Evitando così uno stallo dell’attività artistica, comportato da un commissariamento, e garantendo la normale programmazione, considerando anche la scarsità di risorse a livello centrale per le attività culturali, si è arrivati all’attuale situazione che ha visto in questi giorni la presentazione di un programma artistico di tutto rispetto e di qualità ma che mostra palesemente la mancanza di nomi illustri e di stelle internazionali, denunciando fortemente la situazione di profonda crisi in cui versa il teatro cagliaritano. Il pesante fardello del debito non è stato debellato, anche se il bilancio 2011 potrebbe essere in attivo, e lo stesso Soprintendente preannuncia una resistenza limitata affermando di avere autonomia economica fino a dicembre. E se i due milioni di euro dal Ministero non sono bastati, la Regione si impegna a contribuire nuovamente con altri cinque milioni, oltre ai dieci milioni con cui già sostiene l’ente, e si continua a contrattare per un mutuo con le banche, di cui la Regione si farebbe garante ma solo a fronte di un serio piano industriale della Fondazione. Il piano d’impresa è infatti necessario per un futuro concreto e una più oculata programmazione, tanto che alla vigilia del vertice tra il sindaco di Cagliari, il presidente della Regione e il Soprintendente, quest’ultimo ha affermato che ‘da oggi potrebbe ripartire un nuovo sistema di rivisitazione dell’economia del teatro’. Per uscire dal circolo vizioso non è possibile proporre soluzioni facili e veloci, in un panorama di crisi che vede dall’agosto di quest’anno la mancanza di un sostegno agli artisti dello spettacolo da parte dell’INPS e la crescente difficoltà di mantenere i teatri lirici italiani da parte del Ministero, secondo le recenti affermazioni del ministro Galan. Uno stretto controllo sull’attività delle fondazioni e sui debiti delle stesse, con il necessario supporto ed intervento dei privati con donazioni e possibilmente capitali detassati da parte dello Stato, potrebbe essere una buona strada per un modello di gestione innovativo e per dare autonomia ad istituti di cultura necessari per i cittadini e la comunità.
Il programma artistico dal canto suo prenderà avvio il 21 ottobre e si concluderà il 23 marzo 2012, anche se c’è stato un assaggio il 23 settembre con un concerto di beneficenza alla casa di riposo di Terramaini e poi il 24 settembre con un concerto gratuito al Bastione di Saint Remy, fortemente voluto per sensibilizzare i cittadini alla fondamentale attività del Teatro ed avvicinarli alla nuova stagione artistica, poichè si è infatti registrato negli ultimi anni un crollo degli abbonamenti, da 11.500 a 9.000
La stagione in programma vedrà protagonisti di solida fama accanto a giovani artisti italiani e stranieri, nel tentativo di valorizzare anche le doti di nuovi talenti oltre alle qualità maturate da artisti di grande esperienza – non mancheranno i cagliaritani Moretti e Tifu – a cui è affidato, almeno artisticamente, il futuro di questo prezioso Teatro cittadino.