In questi giorni Jeff Bezos, fondatore, presidente e CEO di Amazon, ha presentato il tablet Kindle ‘Fire’ che unisce allo schermo tattile da sette pollici, ad un peso contenuto e ad un processore abbastanza potente, l’accesso al più grande negozio on-line del mondo (17 milioni di canzoni, un milione di libri e 100 mila tra film e telefilm).
Kindle Fire si annuncia da subito come il maggiore antagonista dell’iPad della Apple, grazie anche al costo molto più contenuto (meno della metà) e nonostante la memoria inferiore e l’assenza di videocamera, perché punterà sui servizi della “nuvola” forniti da Amazon (possibilità di fare backup di file e contenuti multimediali sui server remoti).
Non è, però, solo il lancio di un antagonista dell’ingombrante iPad ad essere interessante ma anche i due messaggi sottesi a tale sfida e connessi all’utilizzo di tali strumenti anche come e-Reader.
Il primo e più evidente è l’ennesimo passo in avanti fatto (soprattutto negli USA) verso il declino dei libri di carta a favore degli e-book. Negli ultimi anni, nel mondo “inglese”, si stanno sempre più scoprendo i vantaggi del supporto digitale a favore di quello analogico, sia da parte dei lettori (maggiori possibilità di interazione con il testo, con gli autori, di ricerca interna, di annotazione) sia da parte degli editori (abbattimento del costo di stampa e della capillare diffusione sul territorio).
Sono da segnalare i dati forniti recentemente dalla American Association of Publishers (AAP) che raccontano di un fortissimo calo delle vendite di libri cartacei, stimabili, in media, in circa il 25% del totale, mentre gli e-book in un anno, al giugno 2011, avevano registrato una crescita delle vendite del 167%.
Sono state numerose le avvisaglie coerenti con questo percorso. Il grande editore HarperCollins ha, ad esempio, annunciato di recente che renderà disponibile il suo ampio catalogo in “print on demand”.
Ma cosa accadrà quando questa situazione sarà portata ai suoi estremi, cioè quando i ricavi provenienti dai libri cartacei non giustificheranno più i costi di stampa, magazzino e distribuzione?
Il secondo punto narra di come stia cambiando l’approccio dei “più giovani” e dei “tecnologizzati” rispetto ai“prodotti culturali”: sta venendo meno, infatti, la logica del “possedere” un film, un libro o un cd musicale, a favore di una logica basata sulla“possbilità di accesso” (grazie ai servizi di streaming, ad esempio).
Entrambe le novità presentate saranno a proprio, volta connesse fortemente con un cambiamento del rapporto tra l’autore e l’editore e tra l’autore e i suoi lettori. Amazon, in questo senso, si sta rivelando, ancora una volta, un’azienda pioneristica, puntando sulla costruzione di un “brand” legato agli autori che si rivelino capaci di costruire attorno a sé una comunity devota e con cui interagire costantemente e in modo produttivo. E così, molti autori, stanno scoprendo che i social network e i blog non sono dei nemici della cultura ma degli utili strumenti di dialogo capaci di rinnovare il rapporto con i propri lettori.
Una tale costruzione di marketing di settore porterebbe inevitabilmente anche a rivedere i rapporti di forza tra autori ed editori, essendo i primi, a questo punto, molto più svincolati dalle restrizioni di gestione del proprio nome e del proprio prodotto.
Ovviamente una prospettiva del genere (prossima in USA, vicina nei paesi “inglesi” e possibile in prospettiva in Italia) oltre alle logiche legate alla catena del valore e alla gestione economica del “prodotto culturale”, genera anche riflessioni di carattere quasi “etico”.
Riflessioni connesse al valore di un libro “di per sé”, in quanto pubblicato su carta, letto sfogliando ogni sua singola pagina, ricco di un proprio odore e dotato di una consistenza particolare, terminato chiudendo l’ultima pagina e riposto fisicamente su una mensola, espressione fenomenica e materiale di un viaggio della mente, di emozioni, di momenti specifici della nostra vita, un simulacro pieno del valore di tutto ciò e capace di rievocare tutti questi significati con la sola propria esistenza.
Chissà se riporre il “file” di un autore, in una certa “cartella” del proprio “lettore digitale” avrà lo stesso peso emotivo. Una delle poche note certe è che questo passo in avanti nella tecnologia salverà la vita a numerosi alberi e a parecchie foreste.