Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
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Dal 1727 il Teatro Valle di Roma ha subito ristrutturazioni e cambi di gestione ma non ha mai perso la sua natura di luogo cardine per la cultura nel nostro paese.
A seguito però dei tagli decisi dalla legge finanziaria l’ETI (ente teatrale italiano) è stato soppresso, e con lui sono stati abbandonati i teatri che esso gestiva, fra i quali rientrava anche il Valle. Quest’ultimo è stato affidato temporaneamente al comune di Roma, in attesa dell’apertura di un bando che avrebbe potuto snaturare il più antico teatro della capitale. Ma proprio perché ciò non accadesse, il 14 giugno scorso lavoratori e lavoratrici dello spettacolo hanno occupato la struttura.
Salvare il destino del Valle è stato solo il pretesto per avviare questa iniziativa: quello per cui lottano è la cultura, così poco considerata nel nostro paese e presa di mira per effettuare tagli economici come se fosse un qualcosa di cui, in tempi di crisi, si possa fare a meno.
La cultura e gli strumenti utilizzati per diffonderla, tra cui rientrano strutture come il Valle, non devono essere gestiti dalla politica o da chi guarda solo alle leggi di mercato e alla logica del profitto: questa, una tra le idee che più contano per gli occupanti e per chi li appoggia.
Ciò che li ha smossi è l’idea che, in seguito al bando che avrebbe deciso le sorti del Valle, il teatro potesse trasformarsi in un centro commerciale o in qualcosa di simile, che avrebbe privato Roma e l’Italia tutta di un luogo simbolo di un bene comune: perché di “bene comune” si tratta ed è su questo che gli occupanti stanno basando lo statuto che proporranno per la gestione del teatro.
Dopo circa quattro mesi, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, in una lettera aperta pubblicata su Repubblica il 19 ottobre, riconosce nell’occupazione effettuata “un’azione condotta in un modo che rappresenta un esempio costruttivo di impegno per il bene pubblico” e propone una soluzione che garantisce che il Valle resterà pubblico e che sarà gestito da una fondazione con Roma Capitale come fondatore e con la partecipazione del MiBAC a cui potranno aderire altri soggetti pubblici e privati in base a procedura di evidenza pubblica. Ha, inoltre, sottolineato che il direttore del teatro verrà assunto tramite concorso pubblico e che i rappresentanti dell’occupazione potranno partecipare se si costituiranno in una forma che attribuisca loro personalità giuridica.
L’unico punto dolente di questa lettera è il passo in cui il sindaco accusa gli occupanti di aver interrotto la stagione teatrale: i fatti non stanno così. Durante questi mesi di protesta gli occupanti non hanno voluto interrompere l’attività del teatro, ma, anzi, lo hanno gestito organizzando quasi quotidianamente spettacoli, incontri, dibattiti e corsi aperti a tutti, grazie anche all’aiuto di personaggi del mondo della cultura (per citarne alcuni: lo scrittore Andrea Camilleri, i registi Francis Ford Coppola, Peter Stein e Nanni Moretti, gli attori Franca Valeri, Roberto Benigni, Elio Germano, Sabina Guzzanti e Paolo Rossi, i cantanti Fiorella Mannoia e Jovanotti) che hanno messo a disposizione, gratuitamente, la loro arte e la loro conoscenza.