(Di)Vagando con Vera Fortunati, docente di storia dell’arte moderna all’Università di Bologna

Quando si pensa alla storia della pittura, probabilmente a Bologna non si attribuisce un posto sul podio delle grandi Città d’arte. Eppure pochissime città al pari del Capoluogo emiliano permettono di ripercorrere una storia ininterrotta di eccellenze artistiche e floride botteghe, di intellettuali eclettici e committenti illuminati. 
Una storia lunga ben sette secoli e pronta a rinverdire le diverse stagioni dell’arte, addirittura da Vitale da Bologna (il maggiore artista del ‘300, insieme a Giotto) fino a Giorgio Morandi, per spingerci anche oltre, quando nella periferia della città ci imbattiamo casualmente nelle spietate opere murali di Blu, segnalato dall’Observer tra i migliori esponenti della street art.
Celebre è stata la Scuola pittorica bolognese tra ‘500 e ‘600, che contendeva a Roma e Firenze il primato della grande pittura italiana, grazie ai Carracci, Domenichino, Reni e Guercino.  

Tutto da scoprire è invece il fenomeno bolognese delle donne artiste: un percorso che attraversa i secoli tra genio e mito!  Per ricostruire questo affascinante itinerario tutto al femminile, anomalo rispetto ai percorsi ufficiali che si trovano nelle guide di Bologna, incontriamo Vera Fortunati, docente di storia dell’arte moderna, per una piacevolissima chiacchierata sull’argomento.  

In cosa consiste il fenomeno della donna artista?
Si tratta di un fenomeno che acquisisce dal ‘400 fino all’‘800 delle caratteristiche particolari, visto che a Bologna fino all’Unità d’Italia contiamo 149 donne conosciute come “artiste”, dalla scultura alla pittura, dall’arte incisoria alla grafica. Il motivo di questo “fenomeno” è legato al precoce ruolo che la donna assume nella cultura bolognese, anche dovuta all’Università degli Studi: nascono le giuriste e le docenti universitarie, abbiamo l’apparizione anche delle donne artiste.

La prima donna è Caterina Vigri?
La cosiddetta Santa Nera (1413 – 1463), che arriva a Bologna nel 1456, dove fonda il monastero del Corpus Domini, che ben presto diventa una fucina di cultura femminile, l’accesso al monastero è destinato alle figlie dell’aristocrazia bolognese.

 

Nella chiesa del Corpus Domini è conservata anche l’unica opera certa di Caterina, che è il Breviario, destinato alla vita devozionale delle monache, in cui lei minia alcune parti di sua mano. In queste miniature, che sono appunto tra le prime documentazioni in Italia di una monaca artista, troviamo un contenuto teologico alto in una scrittura molto ingenua, quasi infantile.  Caterina mostra di conoscere le icone di Velo Della Veronica, perfino di essere a conoscenza dei prototipi dell’immagine di Cristo legati a Jan van Eyck e alla sua bottega. Queste miniature, che pure sono di grande fascino, non sono però state realizzate a Bologna (il Breviario probabilmente è stato lignato da Caterina quando era nel monastero del Corpus Domini a Ferrara).

 

Nel 1712 viene eletta Santa in un processo di beatificazione e successivamente di canonizzazione molto difficile. Intorno alla figura di Caterina nel tempo cresce la leggenda dell’artista donna a Bologna, diventa la protettrice dei pittori e dell’Accademia. Sarà un’icona molto importante soprattutto per Lavinia Fontana e per Elisabetta Sirani, le altre artiste bolognesi.

 

La grande novità del fenomeno delle donne artiste a Bologna è costituito anche dalla prima scultrice in Europa: accanto alla Santa, potremmo dire la Cortigiana?
Properzia de’ Rossi (1490 ca. – 1530) è la donna trasgressiva, per avere un’altra scultrice nella storia dell’arte dovremo aspettare Camille Claudel, quindi la seconda metà dell’‘800, almeno ad un livello così importante.

 

Properzia è questa donna artista, scultrice, alla quale Vasari dedica addirittura una Vita nelle sue storie degli artisti, presentandocela come una donna bellissima, coltissima, che sapeva suonare e cantare.  E’ lo stesso Vasari a dire che nella Formella, inizialmente progettata per la facciata della Basilica di San Petronio, la nostra Properzia scolpisce una sua storia sentimentale, identificandosi con la moglie di Putifarre che vuole sedurre Giuseppe. Vasari in una sorta di gossip (mi viene da ridere, perché oggi siamo allo stesso livello) dice che Properzia avrebbe rappresentato addirittura un suo amore adulterino per un giovane dell’epoca, che non ne voleva sapere assolutamente di lei.
 Interessante è il racconto di Vasari, perché condensa i luoghi comuni che ritroveremo nella fortuna storica delle donne artiste, cioè grandi lodi per la bellezza, la bravura, accompagnati sempre da una sorta non diciamo di censura, ma dal bisogno comunque di legare la donna artista ad una vita affettiva e sentimentale, che può essere “santa” oppure “cortigiana”. C’è sempre questo bisogno tutto sommato fino a Frida Kahlo, se ci pensiamo.  Sappiamo molto di più degli amori e delle passioni delle donne artiste, che non delle opere di queste donne. Il racconto biografico, costruito in questo modo, viene inventato proprio da Vasari.

 

La Formella è un capolavoro assoluto non solo bolognese, ma quasi sconosciuto?
Per poter vedere la prima opera di una scultrice di età moderna in Occidente, bisogna andare in San Petronio, nel Museo interno alla Basilica. Perché non uscisse l’hanno proprio murata, anche per questo non possiamo portarla mai in una mostra.

 

La presenza di una “scultrice” quindi destava scandalo?
Perché metteva in crisi tutto un canone assodato ed ormai ufficiale, che elevava quest’arte assolutamente virile ad un riconoscimento superiore anche rispetto alla pittura e al disegno.  
Ma Properzia la sa interpretare in maniera totalmente nuova, dando alla figura femminile della moglie di Putifarre un ruolo assolutamente principale ed interpretando soprattutto il gesto. Come dice Vasari la “donnesca mano”, che afferra il manto dell’amante che vuole scappare con una forza michelangiolesca.
Quindi lei interpreta già quello che poi Malvasia dirà soprattutto per Elisabetta Sirani, cioè aveva fisicamente la grazia femminile della donna, ma nella mano la virilità di un uomo.

 

Il fenomeno della donna scultrice incanta gli uomini colti del momento? 
Parmigianino, quando viene a Bologna, va a vedere la scultura di Properzia che probabilmente era conservata nella camera del notaio della Fabbriceria. L’opera infatti non viene mai esposta in pubblico sia per la vita scandalosa di Properzia sia soprattutto per lo scandalo di una donna scultrice.  Parmigianino si ispirerà proprio alla figura di Properzia nel matrimonio mistico di Santa Caterina, dipinto che si conserva in Inghilterra.

 

Straordinario non è solo che una donna scolpisca, ma che scolpisca il proprio corpo?
Per la prima volta si capisce che una donna può scolpire o dipingere se stessa! E’ un aspetto fondamentale per il futuro delle donne artiste a Bologna.

Immagine: Niccolò dell’Arca, Compianto sul Cristo morto (particolare), Chiesa di Santa Maria della Vita – Foto di Lorenzo Pondrelli

In questo itinerario abbiamo visitato:

Vitale da Bologna
“Polittico raffigurante la Madonna col Bambino”
Museo Civico Medievale
via Manzoni,4
Tel. +39 051 2193916
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“La Madonna dei Denti”
Museo Civico d’Arte industriale e Galleria Davia Bargellini
Strada Maggiore,44
Tel. + 39 051 236708
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Giorgio Morandi  
Museo Giorgio Morandi 
Piazza Maggiore,6
Tel. +39 051 203332
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Casa Morandi 
Genus Bononiae – Museo della Città 
via Fondazza,36
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Blu
Sfoglia l’album di Blu
Pinacoteca Nazionale di Bologna
Capolavori della Scuola pittorica bolognese tra ‘500 e ‘600
via delle Belle Arti, 56
Tel. +39 051 420 9411
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Caterina Vigri
Luoghi:
Corpus Domini 
(visitabile solo su richiesta formale alla badessa)
via Tagliapietre,23/2
Accademia di Belle Arti 
(da vedere la splendida Aula magna al piano terra)
via delle Belle Arti, 54

Properzia de’ Rossi
Museo Diocesano di San Petronio 
Basilica di San Petronio (navata sinistra)
Piazza Maggiore

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