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I bookmaker internazionali l’avevano data come la favorita tra le altre 6 capitali internazionali, non facendo i conti però con le ristrettezze economiche che affliggono il nostro Paese.
Questa mattina, infatti, campeggia sui maggiori quotidiani nazionali la notizia di un possibile dietro-front di Roma alla candidatura per le Olimpiadi del 2020. Il premier Monti, che sta esaminando in questi giorni le carte ufficiali, dovrà prendere una decisione al riguardo entro il 15 febbraio ma già si vocifera che dai piani alti preferirebbero che la Capitale passasse questo turno per ripresentarsi direttamente alla selezione per i Giochi del 2024.
Il motivo? Il 2024 sarebbe un anno decisamente più simbolico per Roma e l’Italia visto che il 2025 sarà l’anno del Giubileo: questo vorrebbe dire eventi più concentrati, ravvicinati e spese ridotte ma anche maggior indotto economico per la Capitale che cavalcherebbe l’onda delle Olimpiadi per godersi gli introiti poi del Giubileo, accomunando sacro e profano e facendo anche quadrare i conti.
Questa, in effetti, l’ipotesi utopica abbozzata in prima istanza la quale però non prevede tutte le variabili del caso: come ricorda il Corriere della Sera, infatti, il rinvio al 2024 potrebbe essere applicabile solo nel caso in cui nel 2020 non vinca una capitale europea (Istanbul o Madrid, quindi). In caso contrario, il regolamento vuole che al turno successivo ad essere eletta sia la capitale di un diverso continente.
Il sindaco Alemanno spera a questo punto che Monti “non abbia un atteggiamento troppo professorale”, anche perché il primo cittadino si giocherà con questa mossa uno dei suoi cavalli di battaglia per la rielezione nel 2013.
Nel frattempo si attende il fatidico 15 febbraio, quando cioè si dovrà ufficialmente presentare al Comitato Olimpico Internazionale la lettera di garanzia siglata dal Comitato Olimpico nazionale, testimoniando cioè di avere la forza (economica e manageriale) per affrontare questo grande evento.
Il nodo cruciale è rappresentato proprio dalle risorse economiche: pur rimanendo scontato il fatto che Roma e l’Italia trarranno dai Giochi Olimpici una grande affluenza turistica, una spinta occupazionale e un ampio indotto economico, resta però lo spettro degli investimenti iniziali, circa 8 miliardi, che in questo momento mancano all’appello e che, nel peggiore dei casi, si ripercuoterebbero anche sull’organizzazione dell’Expo di Milano 2015.
Così come le infrastrutture: Sergio Rizzo rammenta che restano ancora da fare il villaggio olimpico, il velodromo, il bacino per il canottaggio e da terminare la città dello Sport di Calatrava a Tor Vergata.
Visto come è andata per le Olimpiadi di Nuoto le premesse non sono le migliori. Speriamo almeno che degli sbagli del passato si sia fatto tesoro.
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