I Gonzaga, a fianco dei Visconti e Sforza, sono stati fra le famiglie di Principi più potenti della regione Lombardia, grandi magnati d’arte e cultura che hanno reso Mantova un fiorente centro e fra le più notevoli città d’arte d’Italia, reggendola per quasi 5 secoli. Il territorio ancora testimonia la presenza di dimore e palazzi eretti per volontà della famiglia, che nei secoli ne hanno disegnato l’identità.
Un articolato progetto di messa a sistema per la valorizzazione dei beni storico artistici e del patrimonio di tradizioni, sotto il patrocinio di Fondazione Cariplo, ha fatto nascere l’Associazione Regge dei Gonzaga, l’Ente che promuove il distretto “a tema”.
Quinto distretto culturale attivo in Lombardia, grazie al Bando Cariplo: ne abbiamo parlato con la responsabile Elena Aiello.
Perchè avete scelto come modello quello del Distretto Culturale? In cosa consiste e perchè si sposa con le esigenze del vostro territorio?
La Provincia di Mantova esprime un’attrattiva notevole nella geografia dell’offerta del nostro Paese. In un momento di carenza di risorse, ottimizzare e mettere a sistema quanto è disponibile, è una pratica vincente per la valorizzazione di un territorio. Connettere infatti i vari attori che contribuiscono all’offerta culturale, implica un enorme lavoro di coordinamento dall’altissima potenzialità e capacità di restituzione in termini di efficacia e rientro economico su lungo periodo.
Per troppo tempo abbiamo ragionato per isole, centri e attività culturali, tradizioni che si sono tramandate grazie alla forza di molto volontariato. È il caso ad esempio di Rivarolo, dove da decenni si celebra una rievocazione storica di un matrimonio dei Gonzaga: una messa in scena di enorme valore filologico, ma purtroppo conosciuta da pochi.
Mancava dunque un ente collettore, che potesse dar voce a queste centinaia di realtà di eccellenza, coordinandole tutte con una statura più istituzionale e con una forza economica efficace e obiettivi chiari. Ecco perchè il Comune di Mantova, primo ente capofila del progetto, ha aderito alla chiamata del Bando Fondazione Cariplo, decidendo poi di fondare l’Associazione Regge dei Gonzaga come organo di gestione e promozione, ma soprattutto propulsore di questa virtuosa messa a sistema.

Perchè siete partiti dalle Regge dei Gonzaga e cosa rappresentano per il vostro territorio?
La presenza diffusa su tutto il territorio di dimore abitate e commissionate dalla famiglia dei Gonzaga, testimonianza della nostra lunga storia e tradizione, elemento caratterizzante della nostra identità, ci ha indotto simbolicamente a riunirci sotto questo nome. Il nostro Distretto è definito “a tema”, poiché non ha una continuità geografica, ma si basa su beni diffusi. Mantova è il centro delle rete, che si dirama fino a centri molto distanti dal capoluogo,  come Revere, un altro Comune socio dell’Associazione, dove si sta realizzando il Museo del Po, oppure come San Martino dall’Argine. 
Questo concetto è ben visualizzato nel nostro logo, lanciato pubblicamente da pochi giorni e firmato dall’artista mantovano Andrea Jori, che ha tradotto il riferimento alle Regge, beni architettonici e storico-artistici, ma anche l’anima intangibile del nostro progetto, con il profilo di una zucca, che introduce la nostra azione del Gusto, con tutte le iniziative legate alla valorizzazione della nostra tradizione culinaria e agro-alimentare.
Le dimore e le Regge della Famiglia dei Gonzaga, sono la testimonianza della nostra storia, sono i beni storico-artistici che il territorio ha conservato fino ad oggi, per il godimento di tutti.

Quali sono gli assi portanti delle vostre iniziative?
Le nostre attività si organizzano intorno a quattro assi portanti, le cosiddette “WP”: Comunicazione&Governance, Interventi materiali e conservazione programmata, Gusto, Animazione culturale ed eventi.
La prima riguarda tutti quanti i progetti legati alla nascita del Distretto, il suo funzionamento, la sua gestione e conduzione, la raccolta dei contenuti, attraverso una capillare ricognizione di tutti i beni ed eccellenze, con la costituzione di un database generale, la sua valorizzazione sul territorio e verso gli opinion leaders, per integrare le competenze e mettere a sistema tutto il comparto, per una comune azione di valorizzazione e rilettura delle eccellenze culturali. La comunicazione è lo strumento per farci conoscere verso l’esterno, ma anche stimolo per la costante verifica del nostro progresso.
Il secondo asse, che impegna una buona parte dell’impegno economico, si rivolge all’azione concreta sui beni tangibili, ovvero le Regge dei Gonzaga e beni architettonici dell’area. Qualche esempio: a Palazzo Te è riservato l’intervento di restauro dell’Appartamento del Giardino segreto e Grotta; a Sabbioneta si interviene sul soffitto ligneo del Palazzo Ducale, restaurando i cassettoni in cedro del Libano, e sulle mura. A San Martino dall’Argine, si recupera la Chiesa Castello che verrà poi destinata a centro culturale polifunzionale, a Bozzolo si valorizzano le antiche mura con lo sfoltimento della vegetazione cresciuta negli anni e la messa in sicurezza con un sistema di puntelli, a Commessaggio si restaura il Torrazzo gonzaghesco ed è prevista una serie di interventi volti a realizzare un nuovo sistema di illuminazione interna ed esterna, oltre che a dotare il bene di cannocchiali terrestri e di apparecchi multimediali.  A detti interventi di restauro si affianca un’azione di prevenzione, con l’istituzione del Centro di competenza per la conservazione preventiva e programmata del patrimonio storico architettonico grazie alla partnership con il Politecnico di Milano, Polo regionale di Mantova. L’attività del Centro si sostanzia da un lato sullo sviluppo della competenza (attività di ricerca, divulgazione e coordinamento scientifico di offerta formativa specialistica), dall’altro sulla creazione di una rete territoriale (attraverso l’offerta di una gamma di servizi di supporto e accompagnamento sia verso l’utenza pubblica che verso l’impresa, fortemente radicati in attività di approfondimento scientifico) a supporto dello sviluppo del Distretto Culturale e della cultura della Conservazione Programmata.
Corsi di formazione sono offerti a profili tecnici di professionisti, con l’idea di creare anche un aggregato di aziende specializzate nella filiera della conservazione (cosiddetta Rete d’Imprese).
Queste attività saranno proposte alla fruizione pubblica con il programma “Cantieri aperti”, dove i visitatori saranno condotti da guide esperte nella lettura degli interventi architettonici, informando sullo stato di avanzamanto e sui risultati che si intendono raggiungere.
A fianco di tutto questo sono previste diverse pubblicazioni: una guida alle Regge, con relative informazioni sugli interventi effettuati, una guida di Mantova e provincia in tre lingue e infine una linea editoriale sul Gusto.
Una voce importante nella nostra programmazione pluriennale si riferisce alla valorizzazione dei nostri beni intangibili: le tradizioni agro-alimentari della provincia.
Vogliamo aprire il Centro del Gusto, luogo catalizzatore delle opportunità di sviluppo delle filiere agroalimentari mantovane con particolare riguardo al coordinamento e alla qualità delle iniziative enogastronomiche. Il Centro del Gusto sarà il luogo di raccordo di tutti soggetti coinvolti dal distretto e, in particolare, sarà la sede di definizione delle politiche e delle strategie di sviluppo del distretto e di coordinamento delle azioni realizzate sul territorio provinciale. Intorno al Centro, si svilupperà la Rete del Gusto, ovvero il network dei produttori e degli agriturismi, per rafforzare il connubio storia-tipicità-cultura-prodotto. Momenti di valorizzazione e visibilità si sotanzieranno negli “Eventi del Gusto”, un calendario di appuntamenti, con la regia del  Centro del Gusto, offerti al pubblico, ma anche momenti di formazione (I Laboratori del Gusto) con uno sguardo all’internazionalizzazione di certe attività produttive. Tutto quanto supportato anche da un’azione di sensibilizzazione agli operatori dei servizi di mobilità, per facilitare la gestione dei flussi di visitatori proponendo mezzi alternativi ed ecologici, valorizzando anche il paesaggio.
Infine con il quarto pilastro dei nostri interventi, proponiamo numerose attività ludiche, come cicli di concerti offerti all’interno delle ville, oppure il programma “Palazzi e ville in festa” con l’apertura straordinaria nei week end di Primavera, lavorando sul potenziamento dell’accessibilità ai beni architettonici, spesso inaccessibili perchè  di proprietà privata, oppure la rivalutazione della tradizione teatrale con “Comici a Palazzo”, che si riferisce alla commedia dell’arte.

Qual è il vostro modello di governance?
Quando Fondazione Cariplo ha avviato lo studio di pre-fattibilità fra il 2006 e il 2007, solo per la provincia di Mantova le aree notevoli erano tre: Mantova inteso come oltrepò (l’attuale Dominus); le regge dei Gonzaga; le colline moreniche nell’area settentrionale.
Alla fine i due territori prescelti sono stati Dominus e Regge. 
A partire da fine giugno del 2011 Fondazione Cariplo ha destinato i fondi per Regge, per una somma di Euro 3 milioni e 500, a condizione che la stessa somma fosse raccolta anche dagli enti locali, per un totale di circa sette milioni di Euro, per il triennio 2011-2013.
Abbiamo accumulato un certo ritardo nell’avvio dei lavori: con Novembre il Comune ha delegato l’Associazione Regge dei Gonzaga a gestore del progetto, selezionando lo staff, dietro a seguito di bando pubblico.
L’Associazione, oltre che dal Comune e dalla Provincia di Mantova, è costituita da altri 12 Comuni del territorio: Sabbioneta, Bozzolo, Revere, Commessaggio, Gazzuolo, Marmirolo, Motteggiana, Redondesco, Rivarolo Mantovano, Roncoferraro, San Martino dall’Argine, Villimpenta.
Lo staff è costituito da un piccolo gruppo di persone, ciascuna responsabile di un tema specifico.  In marzo dovremmo rilanciare una rimodulazione del progetto, poiché abbiamo un anno in meno di quanto inizialmente previsto per metterlo a regime: Fondazione  Cariplo ci affiancherà anche in questo passo.

Quali rapporti intrattenete con gli altri Distretti, gli stakeholders territoriali e il pubblico?
Per affinità e contiguità siamo in ottimi rapporti con Dominus-Il distretto dell’Oltrepò Mantovano, con il quale stiamo studiando azioni congiunte sul tema del Gusto, condividendo eventi e promozione della comune tradizione agro-alimentare. Con gli altri Distretti ci rapportiamo nei tavoli di workshop che ciclicamente Fondazione Cariplo ci propone di seguire, per il confronto e riporto di quanto stiamo facendo. Altre collaborazioni al di fuori di questa cornice non ne abbiamo previste, per la diversità dei territori.

Cosa vi sentite di consigliare per il sistema Cultura del nostro Paese? Vi sono proposte, progetti, riforme che proporreste in qualità di attori del mondo culturale?
La mia formazione in Giurisprudenza mi porta a considerare un tema importante: la Conciliazione. Le difficoltà che si prospettano a progetti come quello distrettuale stanno proprio nelle norme italiane che tengono separati gli Enti, penalizzando il dialogo e la messa a sistema.
Penso ad esperienze difficili come quelli della creazione di biglietti cumulativi per l’accesso al sistema museale di una città: la parcellizzazione di Enti, fra Stato, Provincia, Comune, Regione, non fluidifica azioni di sistema. La conciliazione, a mio avviso, va trasmessa anche fra Pubblico e Privato: trovo fondamentale infatti favorire il mecenatismo privato, anche del singolo, attraverso norme di defiscalizzazione delle erogazioni e sponsorizzazioni, che incrementino la contribuzione a favore della Cultura.

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