In occasione della più importante manifestazione italiana legata al mondo del design e dell’arredo si è tenuta, il 20 ed il 21 Aprile, “Ri.U.So 01 Casa e Città per disegnare un futuro possibile”, la prima edizione del convegno dedicato alla Rigenerazione Urbana Sostenibile.

Intento della manifestazione è quello di riunire intorno allo stesso tavolo i maggiori protagonisti del settore al fine di creare un confronto necessario per poter agire in maniera responsabile su una tematica, quella della rigenerazione urbana, che si prospetta come uno dei possibili traini di crescita della nostra economia ma che, ove interventi di questo tipo non vengano fatti seguendo criteri di eccellenza, può creare ulteriori difficoltà e sprechi di risorse.

Fitto il programma degli interventi che si sono succeduti nella due giorni con esponenti di differenti settori di riferimento: da Carlo Cerami, consigliere di amministrazione fondazione Cariplo a Paola Delmonte, dirigente di Cassa Depositi e prestiti investimenti SGR.

Il Convegno si è concluso con una tavola rotonda alla quale hanno partecipato Paolo Buzzetti, presidente ANCE, Leopoldo Freyrie, presidente CNAPPC, Edoardo Zanchini, Vicepresidente nazionale Legambiente e Giorgio Squinzi , Presidente Confindustria, la cui presenza si è tuttavia limitata ad un intervento frettoloso e ad un altrettanto rapido commiato.

Il risultato che emerge porta ad una serie di riflessioni. Se da un lato, infatti, è encomiabile un’iniziativa di questo tipo dall’altro sembra affetta da alcuni vizi di fondo.

Certo, fa piacere sapere che organizzazioni portatrici di interessi differenti si uniscano per parlare di Social Housing e risparmio energetico dell’edilizia, così come è necessario conoscere i limiti di accesso al credito per poter studiare strategie che rispondano alle situazioni ambientali, ma la totale assenza di attenzione alla sfera del cittadino lascia interdetti.

In ogni mercato i beni vengono prodotti tenendo conto delle caratteristiche dei propri target di riferimento, ma questo non sembra preoccupare gli esimi esponenti intervenuti.

Il processo di Rigenerazione Urbana dovrebbe costituirsi come l’opportunità per un dato territorio di riqualificare zone che nel corso degli anni hanno manifestato la presenza di dinamiche distorte sotto gli aspetti sociale, culturale, economico e, quale conseguenza, di degrado urbano. Sembra quindi una contraddizione in termini voler agire sul sintomo per curarne le cause.

Per invertire i processi di degrado delle periferie urbane si rende necessaria l’attuazione di una serie di iniziative differenziate che vanno realizzate per i cittadini che le abitano. Se non si tiene conto di questo piccolo particolare si rischia di creare delle nuove periferie che si differenziano da quelle attuali soltanto per il basso dispendio energetico.