A partire dal 23 maggio prende avvio il workshop Temporary School – A collective Work, un laboratorio curato da ALA Group, coordinato da Maria Rosa Sossai, critica e curatrice di arte contemporanea e l’artista indiano Sreshta Rit Premnath e progettato dall’Associazione culturale Sintetico di Milano , costituita da Francesca de Luca, Federica Santulli, Dafne Marchesini.

Il percorso attiva risorse creative attraverso la collaborazione e condivisione partecipata di progetti, con l’obiettivo finale di intersecare cultura e riqualificazione sociale, applicandola a un caso concreto come Piazza Gramsci a Milano.

L’iscrizione al workshop è gratuita e deve essere inviata entro il 20 maggio a info@sintetico.org, specificando l’oggetto con le parole NEXTFLOOR application, allegando un portfolio di progetti e lavori realizzati in ambito urbano.

L’oggetto delle riflessioni è la riqualificazione del porticato di Piazza Gramsci, attualmente parcheggio di motorini, ma che nell’area rappresenta un’ interessante struttura di aggregazione.

Il 29 maggio, con la chiusura dei lavori e la presentazione pubblica delle riflessioni, attraverso un momento conviviale, verrà presentata la seconda fase nel progetto NEXT Floor: il concorso NEXTFLOOR?_Open call. Si tratta di un bando pubblico per la riprogettazione, riallestimento e riqualificazione effettiva del portico, destinato ai partecipanti del workshop: una commissione tecnica costituita da membri degli Enti Locali e popolazione del quartiere valuterà il progetto più convincente che verrà premiato con 500 Euro e la possibilità della sua realizzazione concreta.

Nato nel 2007 a Venezia, e poi spostato nel 2009 a Milano, il collettivo progettuale Sintetico è costituito da un gruppo di giovani intorno ai trent’anni, tutti ex compagni di studi, con profili da architetti, project managers, urbanisti, designers, che hanno sentito la necessità di mettersi in gioco con la propria creatività al servizio della socialità, fin dai tempi dell’ università.

Per stimolare aggregazione, coinvolgimento della popolazione nelle areee urbane periferiche dove relazionarsi diventa molto difficile per motivi sia di ordine architettonico, che relazionale, lavorano su progetti di creatività partecipata, che hanno declinato nelle aree dismesse di Porto Marghera e a Milano.

La loro attuale sede è presso la Pagoda di Piazza Gramsci, uno spazio condiviso con altre associazioni, che il Comune di Milano ha assegnato attraverso bando pubblico. L’area confina con la China Town di via Paolo Sarpi, laboratorio di integrazione sociale e dialogo multi-culturale che ha stimolato diverse azioni del collettivo, come “Adotta una pianta per Piazza Gramsci”, chiedendo alla popolazione di portare un vaso per contribuire all’abbellimento della piazza, coinvolgendo anche fioristi cinesi; oppure “Librezze”, con la proposta di una serie di giochi legati alla lettura.

Ma la recente fatica del collettivo, che l’ha impegnato per circa un anno, è MILANO Officine : progetto di arte contemporanea rivolto alle nuove generazioni che evidenzia il rapporto fra pratiche artistiche e sfera pubblica. Inserito nell’area metropolitana di Milano, in diversi quartieri sensibili, il progetto ha coinvolto un network di associazioni, artisti, gruppi di progettazione impegnati nella ricerca sui linguaggi della contemporaneità applicati alla lettura dei fenomeni sociali della nostra urbanità, come l’integrazione multi-culturale, il bullismo e abbandono della scuola, il disagio sociale all’interno dei nuclei familiari, la trasformazione dei quartieri.

Milano Officine è nata da un’idea di Reporting System in collaborazione con Sintetico, ed è stato presentato pubblicamente con un libro “Pratiche al Plurale” che racconta la sua evoluzione, anche con l’occhio dell’interpretazione sociologica, in un inedito dialogo con l’arte contemporanea.

Sintetico ha proposto, inoltre, un intervento nel quartiere di Quarto Oggiaro, Sintetico@LAB, coinvolgendo una casa famiglia, dove adolescenti vittime di disagi familiari, si sono confrontate con il linguaggio del video, condotte dal regista-documentarista Francesco Cannito.

Il risultato finale del percorso è stato un film dove le ragazze si sono raccontate vicendevolmente, sperimentandosi direttamente con la regia, le riprese, il montaggio e le interviste. Sintetico le ha seguite passo passo, dedicandovi anche momenti di riflessione corale. Lo scopo è la sensibilizzazione verso un problema sociale molto diffuso, ma circoscritto alle mura di casa.
Sintetico si ispira a modelli d’oltralpe di collettivi creativi che riflettono sulla società odierna, applicando soluzioni creative ai maggiori problemi urbani, avvalendosi anche dei linguaggi dell’arte contemporanea. Per esempio Raum Labor di Berlino, oppure le realtà coinvolte in Art Boom Festival, il festival dell’arte pubblica che si tiene a Cracovia. Imprescindibile è stato il confronto con le pratiche dell’artista catalano, Antoni Muntadas.

Per conoscerlo, appuntamento alla Pagoda di Piazza Gramsci.