Si è appena conclusa a Milano la seconda edizione di MIA (Milano Imagine Art Fair), la fiera di fotografia contemporanea – ma non sono mancati gli approfondimenti sul fronte videoarte – organizzata da DO.MO.ART srl negli spazi espositivi di Superstudio Più, in Zona Tortona. Un universo, quello della fotografia, che finalmente trova il giusto riconoscimento e la corretta collocazione all’interno del sistema dell’arte italiano.

L’abbiamo vista per anni relegata, e magari declassata, accanto ad altri media dell’arte contemporanea, senza approfondimenti sostanziali e senza un giusto spazio, mentre nel frattempo un collezionismo raffinato ha iniziato ad interessarsene con attenzione. Con MIA le cose sono cambiate, grazie a un’apertura che comprende un ampio momento espositivo affiancato da un ricco programma con fotolaboratori, coinvolgimenti dal mondo dell’editoria, degli archivi e degli istituti di formazione, oltre a tutta una serie di progetti speciali che hanno completato l’offerta espositiva e, perché no?, formativa dell’interno programma. Progetto Speciale Adisco – Piemonte, ha proposto ad esempio una serie di scatti di Elliott Erwitt, impegnandosi, con i proventi delle vendite nel sostegno dell’associazione Adisco, che si occupa di ricerca nel campo delle forme tumorali infantili.
BMW ha invece presentato una mostra di Hubertus Hamm, fotografo tedesco che opera da anni sul fronte della pubblicità per il celebre marchio tedesco di automobili. Con Unespected Milano, Ruggero Gabbai ha proposto in fiera una mappatura dei gesti e degli sguardi del mondo politico, essendo anche membro del consiglio comunale di Milano, coniugando in tal modo l’approccio artistico con l’impegno politico. Per gli appassionati del paesaggio, Maurizio Galimberti ha presentato invece una mostra, curata da Benedetta Donato, legata a una sorta di grand tour nel nostro paese, che ancora una volta suggerisce ambiti e scorci di imprevedibile bellezza.

Tornando al nucleo centrale del progetto, che propone una mostra personale per ogni stand curato dalle gallerie d’arte del settore, sono stati presenti molti dei protagonisti della scena nazionale e internazionale della fotografia contemporanea. Da Olivo Barbieri, presentato da Photographica Fine Art (Svizzera), a Matteo Baslè, presente nello stand della Galleria Pack, a Luigi Ghirri, presente anche lui con Photographica; da Saul Leiter, esposto nella Howard Greenberg Gallery, che attesta anche l’interesse delle gallerie americane per la kermesse milanese, al celebre Steve McCurry, l’autore, per intenderci, della celebre foto della bambina afgana pubblicata dal National Geographic, presente con la galleria italiana Sudest57, ad altri “classici” come Ugo Mulas, Franco Pinna, Pino Settani, Hiroshi Sugimoto e Andy Warhol. Emerge così una panoramica ampia, tra giovani fotografi, comunque già affermati nel panorama italiano, e non solo, e nomi storicizzati, veri maestri della fotografia contemporanea.

Troppo presto per tirare le somme di un progetto ampio che ha, naturalmente, tra le sue mission la promozione e il sostegno sul mercato artistico della fotografia contemporanea. E in questo senso i focus monografici sui singoli artisti proposti in ciascuno stand e la pubblicazione di un catalogo concepito con l’assemblaggio della schede curate dalle singole gallerie in esposizione, confermano quell’attitudine – che ha contraddistinto anche l’edizione dell’anno scorso – legata all’approfondimento di questo “genere” dell’arte strettamente attuale.

Approfondimenti:
www.miafair.it