Intervista a Pietro Antonio Valentino, membro di Focus dell’Università “La Sapienza” di Roma

Prof. Valentino, lei ha più volte parlato dei costi relativi ai terremoti italiani e sulla base di questi, di politiche preventive da attuare che, a lungo termine, si potrebbero rivelare vantaggiose anche in termini finanziari…
L’attivazione di politiche di prevenzione richiede oggi risorse economiche aggiuntive. Comunque politiche di questa natura comportano nel lungo periodo una riduzione sia dei costi per l’emergenza sia  del numero delle vittime, che di sicuro è molto più importante.
In termini quantitativi, dal 1968 ad oggi, i terremoti di maggiori intensità,  quelli che hanno causato almeno una vittima, sono stati 69 ed a ognuno di  questi possono essere associati costi, sia sociali che finanziari, di notevole  entità.
In termini di costi sociali, i terremoti relativamente più violenti degli  ultimi 59 anni hanno causato:
?    4.694 vittime. In media, è come se ogni anno ci fossero stati 2  terremoti con 57 morti ciascuno;
?    la distruzione di un patrimonio storico, edilizio ed urbanistico, che non è stato mai recuperato. Decine di centri storici, dalla Sicilia  all’Irpinia ed adesso in Abruzzo, hanno perso (o rischiano di  perdere) storia ed identità, il volto e l’anima.

Questi costi come possono essere valutati in termini meramente economici?
Si tratta di costi che difficilmente possono essere trasformati in banali  grandezze economiche, poiché è impossibile attribuire un prezzo alla vita  umana (anche se la teoria economica ci prova) o a un patrimonio  immobiliare che ha grande valore storico ma scarso valore venale.
Per comprendere l’importanza delle politiche di prevenzione basti ricordare  che due settimane prima del terremoto dell’Aquila (309 morti e circa 6  miliardi di danni secondo le stime del Governo) un terremoto pressappoco  della stessa intensità ha colpito un’area densamente popolata, vicino a Los Angeles, senza provocare alcun danno alle persone e alle cose.
Per gli interventi post sismici, dal 1968 ad oggi, i costi economici sostenuti  superano i 150 miliardi di euro.

Quanto spende l’Italia per i danni causati dai terremoti e quanto si potrebbe risparmiare?
In media, ogni anno, vengono spesi circa 4 miliardi di euro per far fronte ai  danni provocati dal terremoto sul patrimonio edilizio. Mettendo a regime le politiche di prevenzione, con la stessa spesa, in poco più di tre  anni,  potrebbero essere messe in sicurezza tutte le scuole pubbliche vulnerabili (il  cui costo era stimato, nel maggio 2004 dal Ministero delle Infrastrutture, in  circa 13 miliardi). Sulla base del costo medio a mq per la messa in sicurezza  (utilizzato sempre dal Ministero delle Infrastrutture) ogni anno, con la spesa  che attualmente viene utilizzata per far fronte ai danni causati da un  terremoto, si potrebbero mettere in sicurezza 9,7 milioni di mq pari a circa 20 mila stabili (assumendo una dimensione media di 500 mq).