Sono già stati stanziati e ripartiti i fondi comunitari destinati allo sviluppo delle regioni del sud Italia: si tratta di finanziamenti europei che ogni anno vengono erogati da parte di Bruxelles al fine di incrementare ed accrescere le potenzialità turistiche, territoriali, sociali e culturali delle regioni più disagiate all’interno della comunità europea. Per il cosiddetto “Piano sociale per il sud” sono stati affidati alle regioni del mezzogiorno 2,3 miliardi di euro complessivi che verranno distribuiti tra le diverse situazioni di criticità presenti nel territorio. Diversi i settori che sono coinvolti dalla giustizia ai progetti per la cura dell’infanzia e per l’assistenza domiciliare agli anziani.
Questa è la ripartizione dei fondi per valorizzare il settore culturale e per rilanciare la formazione e il lavoro giovanile:

Giovani: è previsto un investimento complessivo di 220 milioni di euro. Parte di questi fondi (77 milioni di euro) verranno destinati per contrastare la dispersione scolastica. La percentuale dei ragazzi che abbandonano gli studi nel mezzogiorno è del 22,3% a fronte di una media nazionale del 18,8%. Ulteriori 37,6 milioni di euro sono destinati alle organizzazioni private no profit che si adoperano nelle attività di coesione sociale giovanile. L’altra linea d’azione si concentra invece sulla crescita: a tal fine saranno finanziati 50 milioni di euro per promuovere contratti di apprendistato e formazione per il mestieri artigianali soprattutto in favore di coloro che non sono inseriti né all’interno di un percorso di studio né lavorativo. I restanti 5,3 milioni di euro sono assegnati al progetto denominato “Angels”, il cui obiettivo è quello di richiamare in patria dai trenta ai cinquanta ricercatori italiani rifugiati all’estero che avranno il compito di formare giovani studenti delle università del sud Italia, attraverso le loro competenze acquisite all’estero. Altri 50 milioni di euro saranno erogati in favore dell’imprenditoria giovanile, al fine di migliorare la competitività delle imprese, sbloccare i finanziamenti per le start-up delle imprese innovative e per la progettazione di tecnologie ecosostenibili per costruire le città del futuro.

Aree ad attrazione culturale: saranno investiti 330 milioni di euro complessivi al fine di valorizzare l’immenso patrimonio artistico disseminato nelle diverse regioni del mezzogiorno e per potenziare la ricchezza dei siti archeologici e museali presenti. Una mole vasta di monumenti e musei che riceveranno finanziamenti per implementare progetti per la competitività turistica. Interventi mirati sono previsti per il Polo museale di Sibari e di Locri, il Museo Archeologico Nazionale di Reggio in Calabria; nella regione Campania il Museo di Capodimonte, la Certosa di S. Martino e Castel S. Elmo, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il Palazzo Reale e il Castello di Baia; in Puglia il Museo Archeologico della Daunia di Manfredonia, Castel del Monte, il Castello Svevo , il Castello Carlo V ed il Polo museale di Taranto; ed infine in Sicilia il Polo museale di Palermo, il Polo museale di Siracusa e Ragusa, il Polo museale di Trapani, la Villa Romana del Casale di Piazza Armerina.

 

Al di là degli intenti e dai buoni propositi delineati all’interno del documento governativo si possono sollevare non solo alcune obiezioni e dubbi sulla attuazione di tali obiettivi ma anche alcune criticità. Anche quest’anno infatti si ripresenta l’incognita se questi finanziamenti verranno impiegati interamente oppure, come spesso è accaduto negli anni passati, non saranno gestiti e sfruttati appieno con la conseguenza che, in parte, vengano restituiti all’Unione Europea. Inoltre sono già sorte le prime iniziative di rivendicazione da parte degli enti locali per alcune “amnesie” presenti nel testo. All’interno dell’elenco delle regioni a cui saranno destinati i fondi per la potenziamento dei siti culturali è assente la regione Basilicata. La questione non è passata inosservata al sindaco di Matera, Salvatore Adduce che ha denunciato l’assenza di finanziamenti in favore del settore del patrimonio culturale per la sua regione e nello specifico lo stato di abbandono del sito dei Sassi di Matera, nominato patrimonio mondiale dell’umanità.