Macao è un collettivo di artisti, attori, lavoratori dello spettacolo, intellettuali e singoli cittadini che hanno pacificamente occupato, lo scorso 5 maggio la Torre Galfa di Milano, edificio di 32 piani di proprietà di Ligresti.
Il palazzo, rimasto abbandonato per 15 anni è stato così riportato a nuova vita da un gruppo spontaneo e trasversale di milanesi, uniti dalla generale voglia di sviluppare uno spazio adibito alla cultura come bene comune.

Ognuno, portando competenze e saperi, ha così contribuito ad alimentare una serie di iniziative gratuite e aperte a tutti, volte alla creazione di un laboratorio culturale permanente e alla presa di consapevolezza, da parte sia dei cittadini che delle amministrazioni, che la cultura non sia un bene marginale bensì primario e fondamentale.
Nonostante gli ambiziosi obiettivi questa mattina, il collettivo ha dovuto scontrarsi con la dura realtà dei fatti: l’edificio, alle 6,30 di quest’oggi è stato infatti sgomberato dalle forze dell’ordine, dopo che già numerosi preavvisi erano stati annunciati.
Gli occupanti, una ventina in tutto, sono stati identificati dalla polizia e si sono allontanati dallo stabile senza opporre resistenza ma invitando, con un pubblico annuncio su internet, tutta la popolazione a scendere in piazza per manifestare contro il degrado dell’edificio (e della cultura).
A favore di Macao si sono schierati, in questi giorni, molti nomi noti del panorama culturale italiano come Dario Fo, Valerio Mastrandrea, Lella Costa, Elio Germano, gli Afterhours, Francesca Comencini e tanti altri e, in un solo giorno, oltre tremila firme sono state raccolte contro lo sgombero.

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Per il momento resta quindi incerto il futuro di Macao, così come quello di altri spazi occupati (si pensi al Teatro Valle di Roma , il Garibaldi di Palermo o, sempre a Milano, il Leoncavallo): il sindaco Pisapia si è detto pronto a collaborare con gli artisti e a cercare insieme una soluzione alternativa all’occupazione di uno spazio che, non essendo di proprietà comunale, non può essere preso tra le competenze dell’amministrazione che comunque, da quanto dichiarato, si farà carico di eliminare il degrado del palazzo. “Alla domanda di cultura e partecipazione si risponde con dialogo e confronto”, ha affermato il primo cittadino, “Gli sgomberi non sono la soluzione”.


Ma intanto, “Macao non finisce qui” hanno replicato dalla piazza e su twitter un’eco di centinaia di migliaia di persone hanno risposto all’appello sostenendo, in 140 caratteri, la voglia di cultura e le difficoltà della sua espressione.