36 anni, romano con origini sarde,  Federico Mancosu è un giovane grafico e web designer che, grazie al suo talento e ad un pizzico di fortuna, ha conquistato uno dei registi più acclamati del cinema americano: Quentin Tarantino!

Federico, sei balzato alla cronaca per la storia della tua locandina, disegnata in occasione del lancio dell’ultimo film di Quentin Tarantino (Django Unchained, ndr) che, segnalata al regista americano attraverso Facebook, è stata poi scelta dalla produzione statunitense come immagine integrata della comunicazione. Come è andata esattamente?
Tutto è iniziato due anni fa, quando cominciai a realizzare queste locandine minimaliste dedicate al cinema, ancora poco diffuse in Italia, ma che già incominciavano a spopolare all’estero. Incominciai realizzandone alcune ispirate al cinema di genere italiano anni 60/70 e le pubblicai su Facebook, taggando una serie di amici, tra cui un amico regista che nel 2004 organizzò per il Festival di Venezia, insieme a Marco Giusti e Quentin Tarantino la rassegna Italian Kings of B’s, dedicata al cinema di genere italiano del passato. Il caso volle che proprio questo mio amico, avesse tra la sua lista di amici Facebook anche l’assistente personale del regista, il giorno dopo quindi, ricevetti una chiamata in cui mi comunicò che Tarantino aveva visto e apprezzato i miei poster e desiderava riceverne delle copie a Los Angeles.
A distanza di un anno, pubblicarono online il titolo del suo nuovo film: Django Unchained. Io, che nel frattempo avevo realizzato altri lavori, sempre ispirati alla stessa corrente ma dedicati a dei celebri videoclip musicali, pensai di approfittarne realizzando per il nuovo film, di cui avevo letto solo la sinossi, una locandina ispirata a quelle che già erano piaciute al regista.
Pubblicandola sul mio sito personale, l’effetto “cassa di risonanza” fu molto veloce: essendo infatti una delle pochissime immagini collegabili al titolo del film, molti quotidiani, blog e siti internet la ripresero, generando anche parecchia confusione su quale fosse la locandina ufficiale. La scorsa estate, una delle mie locandine dedicate a Django Unchained, fu pubblicata dal nostro amico in comune, sulla bacheca del profilo personale Facebook di Quentin Tarantino, che all’epoca frequentava il popolare social network.
Dopo pochi giorni mi arrivò una mail dalla produzione che mi chiedeva se fosse possibile cedere i diritti dei miei art works per utilizzarli a scopi promozionali per il film.
Fu allora che venni contattato dalla Sony Pictures e che firmai un contratto con il quale mi impegnavo a cedere i diritti alla produzione che in questo modo divenne libera di utilizzare il concept ed, eventualmente, modificarlo. Venne quindi realizzata la locandina ufficiale che si ispira molto al mio poster originale e alcune mie immagini sono state utilizzate per la comunicazione integrata come pass, avatar sui social network ufficiali, eventi promozionali ecc..

Da lì in poi, i successi sono stati altri. Mi giunge voce che tua sia anche la locandina realizzata per il MiBAC in occasione della Notte dei Musei del 19 maggio…
Anche in questo caso si tratta davvero di una coincidenza: invitato a casa del mio migliore amico, mi sono ritrovato a parlare con un dirigente del MiBAC che quella mattina aveva letto sul Messaggero una mia intervista sulla vicenda Tarantino. E’ così che abbiamo iniziato a parlare delle mie locandine, dei miei lavori per il cinema ed è così che poi, una volta osservati i miei poster, abbiamo deciso di sperimentare una nuova comunicazione per La Notte dei Musei 2012, che si discostasse da quella tradizionale fino a quel momento portata avanti dal MiBAC e che riprendesse il fil rouge del cinema secondo il mio stile.
Ho quindi pensato ad una citazione cinematografica, quella della Notte dei Morti Viventi, ispirandomi ai i vecchi flani che si vedevano nei quotidiani fino ad una ventina di anni fa nelle pagine dedicate agli spettacoli in sala.
Da “La Notte dei Morti Viventi” è nata quindi “La Notte dei Musei Aperti” con caratteri che riprendono molto lo stile dei vecchi film horror, e che attirano anche a livello cromatico con il giallo ed il nero e che si discostano completamente dalle precedenti campagne di promozione del Ministero per questo evento.

Quali sono le tue principali fonti di ispirazione a livello grafico?
Fin da bambino mi piaceva disegnare e sono cresciuto guardando cartoni animati giapponesi: questo lo ritengo il mio svezzamento creativo. Sono poi passato ai fumetti, tanto che a 17 anni ho frequentato una scuola di fumetto e mi sono poi laureato in Disegno Industriale con indirizzo in Comunicazione Visiva. Il mio quindi è un background fumettistico che poi si è evoluto verso tutt’altra direzione, da 11 anni ricopro il ruolo di art director all’interno di una new media agency. Essendo un appassionato di cinema e delle icone della cultura pop, nei miei poster cerco sempre di strizzare l’occhio a delle locandine o a dei poster del passato rielaborandone  i font e la grafica utilizzata.

Quale consiglio ti sentiresti di dare ai giovani graphic e designer che vogliono intraprendere questo percorso professionale? Quali difficoltà hai incontrato tu nella tua carriera?
Se un giovane vuole farsi conoscere online il mio consiglio è quello di cominciare con qualcosa già popolare, già conosciuto dal grande pubblico. Questo rende le cose più semplici all’inizio perché rende i lavori più d’appeal e quindi più facilmente diffondibili online tramite social network oppure attraverso delle piattaforme specializzate nella promozione di artisti, che permettono a giovani creativi di caricare le proprie opere e farle giudicare dagli altri utenti. La parola d’ordine è quindi condivisione e interazione, soprattutto su internet dove, il mio caso lo insegna…tutto è possibile!