Il Fundraising, come disciplina che promuove lo sviluppo economico e sociale di una comunità, genera i suoi effetti positivi, solo se attuata con passione civile e metodo professionale. Una sensata gestione di tale strumento incentiva un percorso di crescita culturale, progettuale ed economica del territorio. Qual è l’attuale ruolo della fondazioni bancarie e corporate nel suo utilizzo? Come incentivare le risorse economiche a disposizione del settore culturale e determinarne un forte impatto sociale basandosi sulla raccolta fondi?

It’s time to rethink

Su queste riflessioni si è incentrata una delle sessioni più riuscite ed intense della quinta edizione del Festival del Fundraising, svoltasi lo scorso mese (dal 9 all’11 maggio) a Castrocaro Terme, importante appuntamento a livello nazionale dedicato a chi lavora nel settore della raccolta fondi e del no profit.

L’iniziativa, diretta da Valerio Melandri e promossa dal Master in Fundraising dell’Università di Bologna, ha avuto come obiettivo la creazione di una community: uno spazio di confronto e condivisione di saperi ed esperienze sulle potenzialità di un settore professionale in continua evoluzione, in modo da favorire la circolazione di pratiche e tecniche di raccolta fondi, testate a livello internazionale e ancora poco conosciute in Italia, soprattutto nel settore culturale, ambito ancora poco sensibile a queste tematiche.

Promuovendo misure di green policy come il car-pooling (metodo low-cost per viaggiare e salvaguardare l’ambiente favorendo l’eco-mobilità), il festival, nel segno dell’eco sostenibilità, si è contraddistinto per 88 sessioni formative, che hanno riunito più di 600 fundraiser, con il contributo tecnico di 50 relatori, tra cui 12 esperti internazionali. Inoltre si sono tenuti Workshop sulle più importanti tematiche connesse alla raccolta fondi e al mondo del no profit; special workshop su argomenti mirati; case method, ovvero sessioni formative con esempi concreti, utili a far emergere metodi e strategie da adottare nel fundraising.

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