Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
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A tre anni esatti dall’inizio dei lavori (l’inaugurazione ufficiale è prevista per il 4 dicembre di quest’anno) l’attesa per l’apertura della nuova sede del Louvre diventa sempre più incalzante. La succursale di uno dei musei più estesi e famosi del mondo infatti non sarà solo un nuovo e moderno spazio espositivo che accoglierà più di 500.00 visitatori. Il nuovo edificio, infatti, sarà un vero e proprio simbolo del riscatto e della riqualificazione per una regione periferica della Francia, che sino agli anni sessanta basava la propria economia sui giacimenti del sito minerario di Loos-en-Gohelle nel Nord–Pas de Calais (l’ultima attività estrattiva risale al 1986). Prenderà il nome di Louvre Lens, in onore della regione che lo ospita e sorgerà a distanza di duecento chilometri dalla capitale francese, rappresentando così il punto di riferimento e di ripartenza economica per una delle regioni più povere del paese. Un chiaro esempio di come il decentramento dell’arte e della cultura possa far ripartire lo sviluppo sociale ed economico di un’intera regione, in un’area che aveva subito una forte battuta d’arresto, in seguito alla chiusura del sito minerario. Il cantiere del museo si trova esattamente nei terreni riconvertiti dell’ex bacino minerario ed è già visitabile: nei 500 mq della Maison de Project, adiacente al cantiere, sono stati installati schermi per la proiezione di filmati esplicativi del progetto e sono stati allestiti laboratori ed iniziative culturali; sono state organizzate, inoltre, delle visite guidate all’interno della stessa area dove vengono portati avanti i lavori (la forma finale che prenderà la struttura non è ancora del tutto comprensibile). Il progetto delle nuove sale del museo è stato disegnato e realizzato dallo studio giapponese di Sanaa: le opere, smistate nelle diverse sale secondo un criterio tematico, saranno circondate da pareti completamente trasparenti all’interno di un immenso palazzo di vetro e di alluminio. Due saranno gli spazi espositivi: uno permanente che prenderà il nome di “Galerie du Temps”, in cui saranno esposte a rotazione (cambieranno ogni 5 anni) 250 opere provenienti dal Louvre parigino; e il salone per le mostre temporanee, il “Pavillon de Verre”. Si tratta quindi di uno dei pochi musei che non possiede una collezione propria ma che prende in prestito le opere d’arte al fine di trasferirle e avvicinarle in altre zone più defilate rispetto ai centri più fervidi della vita culturale.
L’incasso complessivo previsto dagli ingressi, il bookshop e il merchandising è stato calcolato intorno ai 135 milioni di euro annui, l’equivalente degli introiti di 40 siti italiani.