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Grande affluenza per la giornata di approfondimento su innovazione e futuro dell’editoria all’Editech 2012, testimonianze importanti e hashtag #editech? tra i top trend su Twitter: questi i primi risultati riscontrabili dell’evento milanese che si è aperto il 21 giugno con gli interventi di Michael Healy del Copyright Clearance Centre e di Angela Bole del BISG sullo scenario globale e le possibili ricadute italiane.
In breve, i comportamenti di lettura dei libri digitali cambiano e cresce, in modo significativo, la preferenza per i device multi-funzione, i tablet e gli smartphone, che passano dal 13% dello scorso anno al 24% del maggio 2012. In particolare, in America un acquirente di libri digitali su quattro sceglie il tablet per leggere gli e-book.
Spazio quindi alle nuove forme di libro digitale e ai nuovi testi, cosiddetti fluidi, multi-device e multi–piattaforma (ne hanno parlato Ana Maria Allessi di HarperMedia, James Atlas per Amazon Publishing e Craig Mod di Pre/Post Book), a come si progettano i prodotti-libro al tempo dell’agile publishing (ne hanno parlato, tra gli altri, Kristen McLean di Bookigee, Luc Audrain per Hachette), a come ripensare il marketing per i prodotti digitali (ne ha parlato, tra gli altri, Hermes Piqué di Robotmedia).
Ma soprattutto si è parlato del ruolo dell’editore in tempo di self-publishing, che negli Stati Uniti è in crescita per il +58% nel 2011 sull’anno precedente e che in Italia vede già circa 40mila titoli cartacei self-printing attualmente in catalogo, pari al 5% dei titoli in commercio, ed altri 6500 in e-book.
“Nel business editoriale ci sono solo due attori ad avere il futuro garantito – ha affermato Jeff Bezos, il Ceo di Amazon – i lettori, che con gli e-book risparmiano moltissimo, hanno accesso alla loro libreria virtuale in ogni momento e possono scegliere tra una varietà maggiore di titoli e generi, e gli autori, a cui paghiamo il 70% dei diritti. Tutti gli altri devono lavorare per assicurarsi un futuro. L’ecosistema che ruota intorno al libro dovrà adattarsi al nuovo e per farlo bisogna sforzarsi di creare valore aggiunto. Non si vince mai se si combatte contro il futuro: il futuro vince sempre”.
In Italia la lettura digitale è un fenomeno che nel 2011 ha coinvolto il 2,3% degli italiani (52,2 milioni di persone); una percentuale ancora irrisoria ma in crescita del +59,2% rispetto al 2010. Dopo lo sbarco di Kindle in Italia è quindi ragionevole aspettarsi un veloce ampliamento del mercato degli ebook, come è accaduto nel Regno Unito e ancora prima negli Stati Uniti, dove Kindle è lo strumento di 70 e-reader su 100.
In quest’ottica l’editore deve pensare di sviluppare una professionalità che spazia dalla capacità di trattare e valorizzare i diritti sul digitale, lavorare redazionalmente con i linguaggi di markup, sviluppare progetti grafici concorrenziali, fare marketing attraverso i social media, creare servizi mirati per questo nuovo lettore, ragionare in prospettiva sulle diverse possibilità commerciali dei nuovi format.
Gli eBook non sono una minaccia. Al contrario, l’indagine presentata da Book Industry Study Group a Editech 2012, conferma che il 30% dei lettori intervistati (a febbraio 2012) ha speso di più in libri da quando ha iniziato a comprare e-book. Il 50% ha acquistato più titoli in qualsiasi format, anche in cartaceo, da quando si è avvicinato ai libri digitali.
Certo, è importante saper gestire l’apertura che il digitale ha portato, grazie alla quale ognuno può prendere parte al processo produttivo e ai tempi di distribuzione del libro, ma con flessibilità e capacità critica. Questo è uno scenario di enormi opportunità, oltre che di grandi sfide, sia per il lettore che per l’editore. I ruoli stanno cambiando e fino a poco tempo fa quello centrale dell’editore era assicurato dal processo di creazione tradizionale del libro, nel quale l’autore scriveva e proponeva la sua storia a un editore, che dopo averla valutata, la pubblicizzava e la distribuiva.
I lettori erano statici utenti finali, oggi invece ne sono sempre più partecipi.
L’editore, quindi, per cogliere al meglio le possibilità che questo nuovo scenario gli presenta, dovrà essere capace di essere dove il lettore e l’autore parlano, altrimenti nessuno lo cercherà: sui social media, nel network e nelle community, inventandosi un modo nuovo per creare connessioni tra i libri interessanti e il pubblico. Lo stesso Riccardo Cavallero, Direttore generale ibri trade Gruppo Mondadori, evidenzia come sia necessario porre attenzione a ciò che il pubblico cerca, rinunciando al Drm e dando buoni prodotti a prezzi accessibili, un problema su cui oggi influisce anche un’Iva fuori mercato.
Per Editech, quindi, il futuro dell’editoria ha una direzione chiara e prevede interessanti spazi di crescita e opportunità, soprattutto in Italia, dove siamo ancora solo all’1% del mercato dei libri digitali, paragonato al panorama del mercato americano in cui gli e-book pesano per il 17%.