Italy: Love it or Leave it

 

 

Il bel documentario – o docu film come lo chiamano gli autori – di Gustav Hofer e Luca Ragazzi, è la storia del viaggio di due ragazzi su e giù per lo Stivale, per capire se vale ancora la pena restare a vivere in Italia o sia il caso di emigrare- in concorso all’Ischia Film Festival 2012 appena conclusosi.

 

Sembra un foto racconto dei luoghi della Penisola e delle storie di vita che li attraversano. L’identità di un Paese raccontata su e giù a bordo di una Fiat 500, simbolo-icona di un sogno economico che oramai è come una foto sbiadita, sì, proprio, quelle foto con i colori giallognoli che capita di trovare negli album dei nostri genitori. I due registi-protagonisti si imbarcano in questa avventura dopo aver ricevuto uno sfratto con la duplice scommessa di Luca, che vuol mostrare a Gustav che in Italia si può vivere e vivere bene, e di Gustav che vuole convincere il compagno ad andar via, spinto dalla sua esperienza europea e da una identità altoatesina, che gli ha sempre permesso di osservare oltralpe cosa succede.

“Volevamo vedere se dal precedente film Improvvisamente l’inverno scorso, questo Paese fosse cambiato in qualche modo, cercare di darne un ritratto migliore” – spiegano Luca e Gustav alla giornalista Maria Stella Taccone, nella prima serata degli incontri di “Parliamo di Cinema” all’interno dell’Ischia Film Festival, e raccontano cosa hanno scoperto del nostro Paese. Immedesimazione perfetta nei protagonisti l’effetto cercato e trovato. L’incontro con i registi, nella serata di inaugurazione, è come la strategia dello “specchio” nella Programmazione Neurolinguistica: Luca e Gustav siamo noi! Il nostro battibeccare continuo su questa Italia mamma avara, che non ha più latte per i suoi figli più giovani o, meglio, non glielo vuol dare. Il docu-film, come lo chiamano gli stessi autori, è come la tana del bianconiglio: risucchia totalmente nello schermo. Su quei terreni, su quei volti degli operai FIATe Bialetti rimasti senza lavoro, degli emigrati schiavi nelle terre del Sud (ah, che buoni i pomodorini pugliesi!), dei giovani siciliani che con sfacciata creatività si sono inventati il tour degli ecomostri di Giarre, ecco su quei volti si vedono gli occhi di tanti giovani italiani. Si vedono nella disperata ricerca di certezze che pure l’Italia ha promesso e disatteso, nell’amore profondo per questo lembo di Europa dalla strana forma che sembra protendersi fra nord e sud, al centro del mare nostrum a unire popoli, culture, lingue e invece è capace di negare la cittadinanza ai suoi figli, perché “ius sanguini docet” e, si sa, c’è sempre un pizzico di narcisismo quando vien detto:”Somiglia tutto a papà”. Ironico ed amaro il viaggio di Gustav e Luca nell’Italia degli ultimi giorni di Berlusconi, che sembrano quasi gli ultimi cento giorni di Napoleone Bonaparte, solo dopo aver conquistato il mondo, capace di incantare ancora certi personaggi che sembrano usciti da un film di Fellini: donne rosse rosse da fare invidia a Jessica Rabbit con 40 anni in più, paurosamente caricature di se stesse e di una certa Italia mentre urlano in faccia a Gustav che il vecchio è lui! Un’Italia piena di contraddizioni, che ora avvolge ed ora respinge, un viaggio fatto di scorci bellissimi e di ecomostri, di illegalità resa consuetudine e di eroi pronti a ribellarsi.

Emigrare o resistere? Questo il dilemma che Gustav e Luca cercano di dipanare a bordo della storica 500 su e giù per la Penisola e poco importa che la 500 cambi colore – ci sono stati in realtà 40 giorni di riprese sparsi in 6 mesi – perché è stata realizzata una vera e propria messa in scena, che poi era proprio una dichiarazione di finzione del viaggio. Poco importa, perché è il messaggio finale del docu film a lasciare perplessi. Una dichiarazione d’amore che sembra una autoassoluzione per la decisione di restare “nonostante tutto”. Un po’ il famoso “Resistere, resistere, resistere” di Saverio Borrelli, eco di un’ancora più storica linea del Piave. Chi scrive ha in mente e nel cuore più che le parole di Camilleri – “andarsene equivale a una diserzione” – la frase di Luca a Gustav nel film: “L’Italia è così, Gustav, devi concentrarti sulle cose belle sennò non se ne esce”. Ecco, un Paese non può richiedere tutto questo sforzo per viverci.

A tutti. Soprattutto per l’interessante idea del concorso lanciato dal sito Videominuto e ispirato al documentario. Viene rilanciata a tutti gli spettatori la domanda che i due protagonisti, Luca e Gustav, si fanno: vale la pena vivere in Italia? Si possono inviare video della durata massima di 60 secondi, partecipando al concorso che ha lo stesso titolo del docu film. La proiezione delle opere selezionate per la finale avverrà al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato il 15 settembre 2012.I video in concorso verranno visionati da una giuria, presidiata dai registi Luca Ragazzi e Gustav Hofer, e composta da critici, registi ed esperti del settore, il cui voto, ponderato con quello di una giuria popolare, decreterà i vincitori. L’autore del video primo classificato si aggiudicherà un viaggio in Europa in occasione della proiezione della sua opera in un festival gemellato con Videominuto oppure, in alternativa, un premio di 1.000 euro.

 

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