“Persona sofistica”. Così Vasari nelle sue Vite definì Sandro Botticelli, e d’altronde tutto il percorso pittorico del maestro fiorentino ribadisce questa sua “attitudine”. Maria Cristina Rodeschini, direttrice dell’Accademia Carrara, ha preso in prestito proprio questa sintetica quanto affascinante descrizione vasariana – aggiungendo Novità e restauri delle opere dell’Accademia Carrara di Bergamo – come titolo della mostra che sarà inaugurata giovedì 25 luglio alle 18 a Palazzo della Ragione, in città alta.
L’appuntamento è il quarto di una rassegna dedicata all’approfondimento di restauri di opere del museo bergamasco, partita con Giuseppe Cades e andata avanti con Defendente Ferrari e Andrea Previtali. Ed è soprattutto il “focus” il metodo d’indagine curatoriale che la direttrice Rodeschini sta portando avanti con continuità e attenzione da quando gli spazi del museo sono in ristrutturazione (l’inaugurazione è prevista per il 2013-2014). Dalla recente mostra al Metropolitan, all’esposizione – a “rotazione” – nello stesso Palazzo della Ragione, senza dimenticare gli approfondimenti citati sul restauro: la politica culturale mira a far vivere il museo anche fuori dagli spazi permanenti, in una continua opera di promozione di una collezione certamente invidiabile associata a uno studio scientifico.

Ma torniamo a quel “sofistico” del Botticelli, e alla mostra che si snoderà nell’analisi di tre opere dalle intricate vicende, anche attributive, che alimentano l’appeal insieme alla sottile analisi iconografica e alle provenienze delle tavole. Si parte con un Vir dolorum, straziante e raffinato insieme, per quello sguardo colmo di crudo dolore. Dipinta a tempera e oro, la tavola è stata attribuita al maestro solo di recente, grazie agli studi di Andrea Di Lorenzo, che ha individuato nella Mater Dolorosa, un’opera scomparsa nel nulla dopo una mostra del 1913 all’Ermitage, il “pezzo” mancante di quello che doveva essere un dittico. Tutta la vicenda è tratteggiata nel saggio dello studioso edito sul catalogo della serie dei Quaderni del restauro curati dalla Rodeschini ed editi da Lubrina Editore. Ed è proprio il restauro, eseguito da Carlotta Beccaria, ad aver fornito nuovi e rilevanti particolari sulla grammatica pittorica del dipinto, così com’è accaduto per quello, eseguito sempre dalla Beccaria, del giovane Giuliano de’ Medici, fratello di Lorenzo il Magnifico deceduto nel 1478 durante la Congiura dei Pazzi a Firenze. Ed anche questo dipinto si caratterizza per un’intricata vicenda, poiché fa parte di una serie di copie del medesimo soggetto eseguite dallo stesso artista.

Chiude il breve ma singolare percorso espositivo un dipinto di grandi dimensioni, che come la tavoletta del Vir dolorum è subentrato nelle raccolte dell’Accademia Carrara in seguito alla donazione del conoscitore Giovanni Morelli: la Storia di Virginia. Dipinto corale, contrassegnato da fotogrammi pittorici che ricostruiscono l’intricata vicenda tragica di Virginia, donna romana che fu uccisa dal padre al solo scopo di salvarle l’onore, poiché era stata rapita per accontentare la bramosia di un uomo. Esempio sublime di onore difeso a prezzo della vita, come accade d’altronde nella vicenda “narrata” dallo stesso artista nella Storia di Lucrezia conservato in un museo di Boston, questa storia divenne molto diffusa durante l’umanesimo civile italiano, anche per le importanti conseguenze politiche scatenate dalla morte della giovane donna.

In questa occasione si presenta altresì il restauro dell’opera, eseguito nel 2000 da Rossella Lari con la direzione di Emanuela Daffra della Soprintendenza per i Beni Storici e Artistici di Milano, nell’ambito del progetto “Restituzioni“ della banca Intesa Sanpaolo. E si snoderanno su questo doppio fronte – analisi dei restauri e lettura iconografica delle opere – anche gli apparati didattici in mostra e la videoguida, curata da tre allievi del master in Museologia, museografia e gestione dei Beni Culturali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (Milano), e realizzata con il contributo tecnico di M.I.D.A. Informatica, che completeranno l’offerta culturale del progetto.

La mostra, organizzata con il sostegno della sezione cittadina di Italia Nostra, Fondazione Banca Popolare di Bergamo, FGS e la già citata M.I.D.A, sarà visitabile fino al 4 novembre.