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Intervista a S.Lobo, della casa editrice brasiliana Barba Negra
Oggi le pubblicazioni a fumetti sono sempre più popolari. Cosa ha causato l’aumento della domanda negli ultimi anni?
A mio avviso il pubblico oggi percepisce il fumetto in un modo diverso, non solo come un semplice passatempo per i bambini, ma come un linguaggio sofisticato in grado di raccontare tutti i tipi di generi letterari, dal romanzo ai saggi. Questa nuova considerazione dei fumetti è sicuramente un movimento mondiale e credo sia stato così per una serie di fattori che vanno dal prezzo basso del sistema di stampa offset (permettendo così la auto pubblicazione) all’industria che vede nei fumetti la possibilità di testare nuovi personaggi in un metodo abbastanza economico, dall’invasione del manga e, finalmente, all’ampio utilizzo d’internet e delle reti sociali. Ma in realtà il fattore principale è stata la risposta del pubblico nelle librerie. Oggi, in Brasile, il fumetto non è più interesse esclusivo della nicchia “nerd”, ma viene apprezzato da una parte più ampia della popolazione affamata di buone storie.
In cosa i fumetti differiscono dalle pubblicazioni tradizionali? Quanto tempo ci vuole per confezionare una storia completa a fumetti?
Considerando il fumetto come un libro, non c’è niente di diverso nel processo di produzione, pubblicazione e diffusione della storia. Il momento creativo, però, è un po’ diverso in quanto si basa sul linguaggio del fumetto, che presuppone l’utilizzo di parole e immagini per raccontare una storia. Siccome questa fase creativa varia per ogni artista, alcuni sono più veloci, altri più lenti, così non esiste un tempo medio di produzione, a differenza dei fumetti di massa (fumetti usciti in edicola), che sono realizzati da una squadra che scrive e progetta le pagine.
Con la casa editrice Barba Negra sei uno dei più importanti editori di fumetti in Brasile. Quali sono le differenze tra il mercato brasiliano e quello europeo?
Conosco poco i meccanismi del mercato europeo. Qui in Brasile stiamo vivendo il primo boom del fumetto d’autore. In Europa ci sono schiere di fumettisti e di case editrici, qui invece stiamo lottando insieme per creare un mercato, autori ed editori. Accogliamo con favore anche l’arrivo di nuovi case editrici nel mercato perché non c’è nulla di più sano che la concorrenza. Non ci lamentiamo, ma dobbiamo ancora lavorare molto verso la maturazione del mercato.
Quali sono state le esperienze più importanti della tua carriera?
Con solo un anno e mezzo di vita, la Barba Negra ha appena vinto il premio HQ MIX (una sorta di Oscar brasiliano del fumetto) come la migliore casa editrice del 2011. Io e i miei partner, Christiano Menezes e Chicos de Assis, stiamo lavorando molto per realizzare queste pubblicazioni e il premio è un riconoscimento del nostro lavoro. Abbiamo anche appena venduto il fumetto “Morro da Favela” ad una case editrice francese e ad una inglese e stiamo studiando la possibilità di farlo anche in Spagna e in Italia… Un’altra conferma della qualità del nostro lavoro.
Come vedi l’invasione del fumetto digitale da aziende come Comixology? Il fumetto digitale è dannoso al mercato tradizionale?
La qualità dei fumetti dipende dal suo contenuto, indipendentemente dal supporto: libro, rivista, giornale, e-book… Il mondo e le tecnologie sono in continua evoluzione, e noi stiamo lavorando per diffondere il linguaggio del fumetto, non importa il formato.
Tempo fa, il mondo dei fumetti era praticamente esclusivo al pubblico maschile. Lo è ancora?
In Brasile non lo è più, anche se ancora ci sono più fumetti per il pubblico maschile. Il pubblico della Barba Negra però è composto da entrambi, uomini (55%) e donne (45%), di età compresa tra i 18 e i 45 anni, che leggono tutti i generi, con particolare richiamo all’humor ed alle autobiografie.
Quali sono le difficoltà nella diffusione di questo genere e come potrebbero essere, secondo te, superate?
Non ci sono più i pregiudizi di una volta e oggi i fumetti tornano anche nelle scuole. Non esiste un pubblico-tipo e nelle librerie è possibile trovare tutti i generi. Quello che secondo me deve essere superato è l’alto tasso di analfabetismo, perché questo sì che è un problema davvero grave. Le case editrici in Brasile soffrono anche a causa della dimensione geografica dell’America del Sud che rende la distribuzione di libri un processo molto costoso. Ma collaboriamo tutti insieme, amiamo il nostro lavoro e non abbiamo mai paura di rompere le pietre, anche quando i tempi non sono favorevole: magari facciamo piccoli passi, ma sempre andando avanti.