Lanciato il 26 novembre 2011 è arrivato a destinazione stamattina, il rover della Nasa Curiosity ( Mars Science Laboratory), l’ultimo progetto della Nasa con obiettivo di indagare il pianeta Marte al fine di raccogliere il maggior numero di informazioni possibili sul pianeta rosso. La novità assoluta di questa “mission to Mars 2012” è un canale Twitter aperto dalla stessa Nasa, in cui la sonda Curiosity, appena atterrata sul pianeta, ci informerà su tutti gli aggiornamenti relativi il suo periodo di esplorazione. L’ultimo messaggio che ha inviato stamattina, alle 07.31 (ora italiana), pochi minuti dopo il suo atterraggio, è stato “I’m safely on the surface of Mars. GALE CRATER I AM IN YOU!!!”. Un tweet rassicurante per tutti i tecnici che hanno seguito con il fiato sospeso durante i cosiddetti 7 minuti di terrore, il suo delicato arrivo, a 20 kilometri all’ora. L’impatto con la superficie, infatti, doveva avvenire in modo rallentato per permettere alla sonda di calare il rover, della grandezza di un automobile e pesante una tonnellata ( il più grande rover mai costruito per l’esplorazione marziana), che effettuerà i rilievi nei prossimi due anni nei pressi del cratere Gale.

Si tratta del terzo rover che atterra con successo sul pianeta relativamente vicino e ritenuto simile alla terra per conformazione e su cui si sono concentrate le ricerche sin dagli anni’60. Le diverse missioni, avvenute a partire dal 1961, hanno conosciuto più sconfitte che successi ( il primo artefatto umano giunse nel pianeta nel 1971: si trattava del lander Mars 3 che trasmise informazioni solo per 20 secondi dopo il suo arrivo) e sono stati numerosi i casi in cui si sono persi i contatti con le sonde subito dopo l’arrivo sulla superficie brulla e desertica. Perché a dispetto delle aspettative, le analisi eseguite e le immagini che sono sino ad ora arrivate ai centri spaziali, hanno rilevato una conformazione del terreno in cui sono presenti solchi che ricordano impronte di alvei di fiumi o presenza di crateri che rimandano a bacini lacustri; sta di fatto, tuttavia, che a causa dell’atmosfera molto rarefatta del pianeta, almeno in superficie non è stata rilevata, allo stato attuale, alcuna presenza di acqua liquida. Una delle prime missioni che fornirono il maggior numero di informazioni è stata Mars Global Surveyor, nel 1997. Da 1999 sino al 2001, grazie a questa missione abbiamo ricevuto una mappatura dettagliata, un’ indagine del suolo ed informazioni sull’atmosfera.

 

 

Nel 2003, invece, vennero lanciati sul pianeta due rover gemelli, il rover Spirit ( MER-A) e il rover Opportunity ( MER-B) che si occuparono di portare avanti ricerche geologiche. I dati raccolti da Opportunity provarono per la prima volta che le rocce presenti nel terreno in passato erano immerse in acqua salata. Nella successiva missione ribattezzata Phoenix Mars lande è stata, invece, accertata la presenza di permafrost ( terreno perennemente ghiacciato) sulla superficie, il che rende molto difficoltoso lo sviluppo di una forma di vita. In attesa di inviare un vero e proprio equipaggio umano, restiamo in attesa di quanti dati ci riuscirà ad inviare il neo arrivato Curiosity, un autentico laboratorio itinerante alimentato ad energia nucleare e con al seguito ottanta chili di strumenti scientifici.

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Il sito della Nasa dove è sono raccolte tutte le informazioni relative le missioni su Marte