Come ogni matrimonio che si rispetti, lo scoccare del venticinquesimo anno di unione segna un traguardo importante che va festeggiato adeguatamente. E’ così che quest’anno Berchidda sancisce la sua unione col Jazz ed il suo festival con un grande simbolo di passione: il Fuoco. Emblema e portafortuna di queste nozze d’argento, questo motivo conduttore è posto a chiusura di un ciclo quadriennale che ha visto tutti gli altri elementi fare da padrini della manifestazione.

Ma è nella sua forza e nella sua carica di forte emotività che si scorge il vero legame con questa fase della vita del Festival, un incoraggiamento a continuare, a migliorarsi, a rinnovare il sodalizio che lega indissolubilmente questa terra con le sonorità conturbanti del jazz.

L’apertura del festival è stata assolutamente in linea con questi propositi, coinvolgendo degli artisti che col fuoco e la passione fondono la loro essenza musicale, come Paolo Angeli che, munito della sua chitarra tuttofare, ha ravvivato le tiepide campagne oschiresi, portando le sue note imbizzarrite ad innalzarsi nel cielo terso di un’afosa mattinata d’agosto.

I grandi nomi si rincorrono con Ettore Fioravanti ed il suo quintetto, ad accompagnare il cadere imperturbabile dei corpi celesti nella notte dell’11 agosto. O la prima volta a Berchidda di Bill Frisell, che l’organizzazione rincorreva da dieci anni, con la sua rivisitazione jazzistica di alcuni fra i brani più famosi dei Beatles.

Sembra quasi che la magia del festival cresca di anno in anno. Questo connubio segue dei binari privilegiati che difficilmente vengono percorsi dai membri del classico duo sentimentale. Che sia davvero il Fuoco raro della coppia perfetta? Che Berchidda abbia trovato nel jazz la sua metá ideale o che il jazz abbia trovato in Berchidda il giusto modo per incalanare la sua più pura essenza? Non ci resta che stare a vedere e assistere festanti a questo banchetto di nozze rinnovate, augurando, come da tradizione e non senza una buona dose di mero interesse utilitaristico, salute, felicità e tanto buon sound a questa unione. “A chent’annos!”

 

Le foto pubblicate in questo articolo e nell’album Facebook della pagina ufficiale di Tafter sono protette dal copyright ed appartengono alle nostre inviate Barbara Picci e Marilena Riello