L’occhio del regista

 

 

una silloge di tutte le interviste dal vivo realizzate dal regista Laurent Tirard a venticinque suoi colleghi: tra questi Woody Allen , arguto e loquace come i suoi film che è andato con calma senza mai lasciare una frase incompiuta, Pedro Almodovar, la fenice del cinema spagnolo, Martin Scorsese, di cui colpisce la velocità con cui parla, Emir Kusturica, i cui film sono a metà tra un circo zingaro a tre piste e un surreale rito magico, Bernardo Bertolucci, sereno nonostante il suo periodo selvaggio e ribelle negli anni Settanta. A tutti il giornalista e critico cinematografico ha rivolto le medesime domande, tenendo conto della sua esperienza nel settore e del suo sogno di seguire le orme degli intervistati. I maestri del cinema internazionale si raccontano, riportando i retroscena dei loro film più famosi da cui traspare il talento, le nevrosi, le paure e il modus operandi che contraddistingue ognuno di loro.

il volume si apre con una breve introduzione in cui l’autore descrive come è nata l’idea del progetto di realizzare delle autentiche interviste approfondite e dettagliate, attraverso le quali Tirard si prefigge, non solo di descrivere l’attività cinematografica e la capacità narrativa dei singoli maestri, ma anche di riportare quelle che sono state le loro impressioni, sensazioni, esperienze personali che hanno contribuito a costruire una carriera che li ha regalati al successo mondiale. Tutto condensato in poche pagine dedicate al singolo maestro

un volume prezioso per quanti amano i film e i maestri che hanno creato i lungometraggi che fanno sognare ed emozionare milioni di spettatori. Attraverso interviste scorrevoli ma dense di contenuti e di aneddoti significativi, Tirard è riuscito a raccontare ogni singolo autore con le proprie caratteriste e peculiarità e, al contempo, a far svelare ad ognuno di loro i propri segreti come le tecniche di regia e di montaggio, in un racconto fluido che non risulta indigesto come i manuali di studio tradizionali.

alcuni passaggi all’interno delle domande incentrate sulla tecnica per girare e montare la pellicola, forse possono risultare un po’ ostici ai lettori digiuni di teoria cinematografica. Il consiglio per ogni lettore non esperto, è quello di riguardare nuovamente almeno un film del regista di cui si sta leggendo l’intervista. Un ripasso non fa mai male soprattutto al fine di comprendere appieno quanto viene detto e figurarsi le scene prese ad esempio per descrivere il “modus operandi” specifico di ogni autore.

ciascuna intervista è preceduta da una breve presentazione dell’artista: un vero e proprio antefatto che ci guida all’interno della stanza dove viene concordato il colloquio, descrivendoci i passaggi e contestualizzando la realizzazione. Tirard riporta, inoltre, le impressioni suscitate dall’incontro con coloro che lui stesso considera dei mostri sacri del settore e per ognuno di loro ci riserva dei curiosi aneddoti e descrizioni di comportamenti e modi di fare che ne contrassegnano il carattere e di riflesso, quindi, anche le pellicole.

in primis agli studenti di una scuola di cinema, affinché si sentano come trasportati all’interno di una sala e si ritrovino faccia a faccia con il maestro che più ammirano e di cui vorrebbero seguire le orme. La scorrevolezza delle interviste consente infatti di apprendere molti concetti e trucchi del mestiere senza sentirsi travolti dall’affanno dello studio, ma lasciandosi semplicemente guidare dai consigli di chi ne sa più di loro. È un libro che possono leggere anche i profani del mondo del cinema o gli appassionati: in fondo, ognuno di noi ha il proprio regista preferito

L’occhio del regista. 25 lezioni dei maestri del cinema contemporaneo.

A cura di Laurent Tirard. Minimum Fax ISBN: 9788875212346