A Pellare, nel cuore del Cilento, per due giorni il vino viene incoronato padrone del paese. Da Vallo della Lucania ci si inerpica su una strada piena di curve per arrivarci e, il 16 e il 17 agosto, dall’ultima curva prima del paese inizia una coda di macchine e pulmini che quasi processionalmente si avviano al parcheggio. All’ingresso di Pellare grappoli di uva bianca e rossa in palloncini , il colore viola dominante che riveste i lampioni, proiettato da faretti, cancellano così la memoria delle strada tortuosa.

Inizia allora la passeggiata nel borgo e subito si entra in uno stato di incertezza: gli stand del cibo sono davvero troppi. Molti portoni sono stati aperti e si sono trasformati in dispensari di delizie appena cotte, una piccola fila alla cassa e sorridenti ragazzi sono pronti a porgere piatti di fusiddi (fusilli) con sugo di castrato, arrosticini, pizza chiena, peperoni mbuttunati, cavatielli al sugo, cinghiale, pizze fritte, panini con pernil . Ci si deve subito rassegnare all’idea di assaggiare tutto, un’impresa non umana. Se poi si tratta dei giorni del ReWine non si può certo chiedere l’acqua, così l’impresa diventa più ardua.

Tra un salato, un dolce e tanti sorsi di vino ci si può fermare a ballare, ed anche qui l’offerta è varia: per gli amanti della tradizione c’è un piazzale con tarantelle e canti popolari che sono sempre più conosciute in questa fortunata riscoperta delle tradizioni locali. La piazzetta principale è invece a tutti gli effetti una discoteca all’aperto, affollatissima con il suo dj e qualche spettatore dai balconi.

Tutta la serata rappresenta la vigilia che si vive in attesa dell’epifania del ReWine con il suo miracolo del vino. Un quarto d’ora prima di mezzanotte il re vino si manifesta e viene trasportato in giro per il borgo mentre dalle fontane del paese invece che l’acqua sgorga il vino. Qualche fortunato audace riesce perfino a riempire bottiglie, gli altri continuano a ballare.

Girando per il paese si incontrano tanti ragazzi con le magliette identificative dello staff e subito si comprende quanto massiccia sia la partecipazione della gente del posto a questa iniziativa. Il borgo, frazione del comune di Moio della Civitella, si raccoglie intorno all’iniziativa dell’associazione Culturale Vinuzziglia che organizza l’evento ed è promotrice di manifestazioni a favore della valorizzazione dei prodotti locali. Il caso di Pellare è davvero interessante e deve fare scuola. In un Cilento che, a fatica e a rilento, sta cercando di ritagliarsi la sua fetta turistica, il successo del ReWine rimane un caso isolato, soprattutto se si considera che la sua fama si è diffusa soprattutto su internet piuttosto che con vetusti mezzi di pubblicità quali l’affissione di manifesti.

La scommessa del turismo cilentano non sta nel ricavarsi semplicemente un fetta di questo mercato ma risiede nel fare turismo sfruttando le risorse locali. Tra il variegato panorama di sagre e iniziative all’insegna dell’enogastronomia il successo di Pellare deve incoraggiare enti locali, ma soprattutto giovani. Pino Aprile nel suo libro Giù al Sud confida molto su questa nuova voglia di riemergere che le ultime generazioni meridionali stanno mettendo a frutto per non fuggire più. Lo speriamo; quel che è certo è che nel sud, soprattutto in quello meno noto c’è un potenziale agricolo-turistico-culturale ancora vergine che forse può essere l’asso nella manica per crescere. Una crescita che ovviamente non può prescindere dalla preservazione dell’identità naturale e culturale del luogo, perché fare turismo di massa in modo omologato significa condannare una terra ad un irreversibile impoverimento.

Approfondimenti:
http://rewinepellare.com/