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In risposta a due grandi eventi culturali che si svolgono a Venezia, ovvero la Biennale d’architettura e la Mostra internazionale d’arte cinematografica, è nata l’iniziativa Occupy Biennale, centro di discussione e di azione alternativo sugli spazi comuni, organizzato da alcuni centri culturali di Venezia.
La tredicesima Mostra internazionale di architettura, diretta quest’anno dall’inglese David Chipperfield e intitolata “Common Grounds”, avrà luogo nei giardini della Biennale e all’Arsenale da fine agosto a fine novembre 2012.
L’iniziativa Occupy Biennale, nata in risposta all’evento, ne ha ripreso polemicamente il titolo, trasformandolo in “Common Battle Ground”. Questa piccola ma cruciale modifica offre la chiave di lettura dell’intera iniziativa: da “terreno comune” a “campo di battaglia comune”, il tentativo di esaltare l’attività di lotta per un uso realmente condiviso dei beni comuni, sottratti ai privati e alle grandi istituzioni culturali.
I promotori di questa iniziativa sono alcune delle realtà creative e indipendenti attive da tempo nel panorama culturale veneziano: il S.a.L.E Docks, uno spazio dedicato alle arti visive e sceniche, il centro sociale Rivolta, che si occupa di solidarietà e integrazione, e il laboratorio Morion, centro di aggregazione giovanile autogestito. Li accomuna la volontà di mettere in discussione il rapporto della città con i grandi eventi culturali che vi si svolgono, come la Biennale, chiamando la cittadinanza a partecipare attivamente nei processi creativi e artistici della città.
Non è la prima volta che un’iniziativa di genere “Occupy” si svolge nella città di Venezia.
Infatti, lo scorso anno, con lo slogan #occupyvenice, S.a.L.E. Docks aveva organizzato una grande adunata a Campo San Salvador, di fronte alla sede della Banca d’Italia, per rivendicare l’arte e la cultura come beni comuni e per discutere sul loro ruolo nella crescita del territorio. Inoltre, il laboratorio Morion e l’ASC, l’Agenzia Sociale per la Casa di Venezia, si occupano già dal 2008 di “Re-Biennale”, un progetto che invita creativi italiani e stranieri a riciclare i materiali e gli oggetti di scarto dei padiglioni nazionali della Biennale di architettura per realizzare arredi da utilizzare negli spazi occupati o abbandonati di Venezia.
Passiamo però agli eventi in programma, che si terranno dal 27 agosto al 19 settembre presso i Magazzini del Sale, sede di S.a.L.E Docks, e il laboratorio Morion. Ieri, 27 agosto, si è iniziato con l’inaugurazione in Riva dei Sette Martiri del progetto “Gau:di”, il concorso europeo di architettura sostenibile rivolto agli studenti indetto dalla Cité de l’architecture & du patrimoine di Parigi. I progetti vincitori del concorso vengono esposti al laboratorio Morion.
Oggi, 28 agosto, presso la sede di S.a.L.E Docks, si terrà l’incontro principale di questa kermesse alternativa, intitolato: “La produzione dell’architettura, le istituzioni del comune e l’invenzione dello spazio” in cui interverranno architetti, collettivi, artisti e creativi.
Occupy Biennale non dimentica la Mostra internazionale d’arte cinematografica, che inizia il 29 agosto.
Proprio il giorno 29, dal Lido di Venezia al red carpet della Mostra del cinema, si terrà una parata per celebrare un anno di occupazione del teatro Marinoni, salvato dall’abbandono e minacciato dalla speculazione edilizia. L’evento darà ugualmente occasione al comitato locale e agli organizzatori di richiedere la salvezza del teatro e la destinazione di questo spazio a centro giovanile polivalente a gestione pubblica e partecipata.
Questo progetto rientra nel gruppo delle variegate iniziative lanciate con il nome di “Occupy”, quali ad esempio Occupy HTML, Occupy Everything, Occupy Design, etc. Il riferimento originale riguarda il movimento di protesta “Occupy Wall Street” nato a New York per contestare l’enorme potere delle istituzioni finanziarie e bancarie, e proprio in questo periodo è arrivato a compiere un anno.
Il termine Occupy non indica più solo il movimento, ma diventa slogan globale di indignazione, di contestazione, di lotta e ricerca di soluzioni alternative di sviluppo.