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Affordable Art Fair è la fiera d’arte internazionale a basso costo che presenta, in un’originale mostra-mercato che si tiene a Milano e a Roma, opere d’arte di artisti emergenti che non superano i 5 mila euro.
In occasione della prossima edizione romana, che si terrà dal 26 al 28 ottobre, abbiamo intervistato il direttore artistico del festival, Marco Trevisan, che ci ha spiegato quali gli obiettivi di AAF e come si inserisce questo evento nel mercato dell’arte contemporanea italiana.
AAF sarà una fiera dedicata all’arte a basso costo. Come si realizzano le quotazioni degli artisti in mostra e come si coniugano con il complesso mondo elitario dell’arte contemporanea?
Le opere proposte durante AAF sono tutte entro i 5000 euro. Questo tetto implica che le opere in oggetto siano di artisti emergenti, all’inizio della propria carriera, oppure lavori di piccolo formato di artisti più affermati. Il consiglio di esaminare il curriculum dell’artista rimane valido anche per la nostra manifestazione, dato che il processo di formazione di un prezzo rimane invariato. Cerchiamo di garantire la trasparenza fornendo tutte le informazioni necessarie e soprattutto tramite l’esposizione della quotazione sotto ogni opera.
Qual è il segreto del successo di AAF e come si spiega ad oggi la volontà di rendere accessibile economicamente l’arte contemporanea?
Il mercato dell’arte contemporanea non è solo quello che passa nelle aste e che registra i record, ma esiste anche a prezzi contenuti. E’ questo un concetto che deve essere trasmesso anche a chi ha meno confidenza con il mercato. La manifestazione lo fa tramite il concetto dell’accessibilità, di contenuti ed economica. L’ambiente informale, la libera circolazione di informazioni, le opere entro i 5000 euro costruiscono insieme il successo della manifestazione nel mondo da ormai 13 anni.
Dopo il successo di Milano, Affordable Art Fair arriva a Roma a La Pelanda dal 26 al 28 ottobre. Perché avete scelto Roma come location ulteriore?
A Roma l’interesse, anche dei giovani, per il mondo dell’arte contemporanea è in continua crescita, soprattutto negli ultimi anni, dopo l’apertura del Maxxi e della nuova sede del Macro Testaccio; cerchiamo di offrire un momento in cui l’interesse può anche concretizzarsi nel collezionismo, e quindi nel mercato.
Questa è la terza edizione in Italia di AAF: due a Milano, la prossima a Roma e a marzo 2013 di nuovo a Milano. Che impatto ha avuto la fiera nel mercato nazionale e quali sono i vostri principali sostenitori?
Si è iniziato a capire che il mercato può essere stimolato anche in un momento di crisi, ma che gli eventi che funzionano in queste circostanze sono quelli che lavorano sulla qualità, sulla trasparenza e sulla accessibilità. I nostri sostenitori principali sono coloro che sentivano il bisogno di una ventata di novità nel compassato mondo del mercato italiano dell’arte.
In un momento di crisi economica, quale pensa possa essere il futuro degli investimenti nel mercato dell’arte in Italia?
Il nostro è un mondo che punta più sul rendimento emotivo che su quello economico. Ma in un momento di crisi questo può essere un elemento di successo per la nostra manifestazione. Con artisti emergenti parlare di investimenti finanziari è una scommessa, che lasciamo ad altri operatori, in altri segmenti del mercato.