Ci sono pubblicità che in Italia non vedremo mai o che vedremo solo se armati di pazienza, ricercando tra gli innumerevoli video caricati su Youtube. Non sfuggono infatti al Codice dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria (IAP) numerose campagne di comunicazione che, provocatoriamente, trattano temi che scuotono l’opinione pubblica con metodi a volte non proprio ortodossi.

Nello specifico, sono soggetti a censura gli spot che violano gli artt. 9 e 10 del codice che recitano:

Art. 9 – Violenza, volgarità, indecenza

La comunicazione commerciale non deve contenere affermazioni o rappresentazioni di violenza fisica o morale o tali che, secondo il gusto e la sensibilità dei consumatori, debbano ritenersi indecenti, volgari o ripugnanti.

Art. 10 – Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona

La comunicazione commerciale non deve offendere le convinzioni morali, civili e religiose. Essa deve rispettare la dignità della persona in tutte le sue forme ed espressioni e deve evitare ogni forma di discriminazione.

 

Per molte aziende il fatto che uno spot venga censurato in alcuni Paesi è parte di una strategia commerciale mirata che punta ad accendere ancor di più i riflettori su spot che gridano allo scandalo, allo sdegno o alla blasfemia.

Qui ve ne proponiamo 5:

 

L’ultimo in ordine temporale in tema di censura è lo spot della società di scommesse Paddy Power in cui protagonista è Gesù: il blocco dello spot è stato ritenuto ingiustificato da parte dell’azienda che ha inscenato una protesta vera e propria sul red carpet della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia facendo arrivare su un motoscafo la controfigura dell’attore dello spot con tanto di tunica e corone di spine e proiettando al Lido, su un maxi schermo, il video commercial che su Youtube sta ora ottenendo il pieno di visualizzazioni:

 

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Non è invece mai approdato in Italia lo spot della Durex, l’azienda di profilattici che fa della creatività nelle sue campagne comunicative il punto di forza con cui spopola in Rete e non solo. Dalla Polonia arriva dunque questo video in cui ammalianti hostess anzichè illustrare le norme di sicurezza a bordo si prodigano nella spiegazione di come si indossa un preservativo, davanti alle facce incredule (ma divertite) dei passeggeri.

 

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Inutile dire che è proprio l’argomento “sesso” quello che viene più frequentemente censurato in molti paesi ma è anche quello che, in termini di comunicazione virale, rende maggiormente. Indirizzato soprattutto ad un target maschile, gli spot che coinvolgono la sfera sessuale combinano la ormai blasonata dicotomia drink/donne.  La strategia utilizzata dai creativi ottiene così la risata compiacente e divertita dei maschietti (che condividono i video con amici e conoscenti) e l’indignazione risentita delle donne che, comunque, lo guardano e lo commentano esterrefatte. L’effetto viral è assicurato e il risultato garantito, come dimostrano questi due spot, uno della Burn, energy drink del gruppo Coca Cola, l’altro della birra scura irlandese Guinness che gioca invece su un perverso doppiosenso.

 

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Anche l’istigazione alla violenza è tassativamente vietata dal Codice dell’IAP che, per questo motivo, ha censurato lo spot della consolle Xbox360 in cui alla stazione passanti e viaggiatori si ritrovano coinvolti in una sparatoria che ha dell’incredibile. Guardate lo spot fino alla fine e gustatevi la scena del tassista!

 

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