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Nel luogo in cui tutto è cominciato, la società dell’energia made in Italy lancia oggi una nuova sfida e stavolta lo fa nel campo della tecnologia informatica, contrapponendosi al colosso statunitense Google. Proprio nella pianura padana, infatti, all’indomani del dopoguerra, il commissario liquidatore dell’Agip, Enrico Mattei, ha portato alla nascita dell’ENI, Ente nazionale Idrocarburi, simbolo del nostro paese nel mondo intero. Superata la fase degli scandali di Tangentopoli nel 1992, quando venne avviata parte della privatizzazione aziendale, l’Eni dell’era Scaroni si confronta ancora una volta con gli Stati Uniti, esattamente come fece il suo padre fondatore che si oppose con fermezza alla liquidazione dell’Agip, per l’acquisto della quale venne fatta un’offerta da oltreoceano di 250 milioni di lire.
La nuova sfida si chiama “Eni Green Data Center”, un centro informatico che raccoglierà al suo interno tutti i sistemi di elaborazione del colosso energetico del cane a sei zampe, dati che al momento sono dispersi per l’Italia. La prima pietra del cantiere è stata posata il 3 ottobre 2011 a Ferrera Erbognone, sito strategico non solo perché si trova a pochi passi da una centrale Eni green power, che dovrebbe garantire il fabbisogno energetico del centro, ma anche perché ad un centinaio di chilometri da qui Mattei scoprì il giacimento di metano che permise all’Agip di essere rivalutata e di attrarre investimenti governativi, che ne resero possibile la crescita strutturale in tutto il mondo.
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