Turismo, nuove tecnologie, smart cities, saranno d’ora in poi al centro di una progettazione condivisa con la metodologia European Awareness Scenario Workshop. Il Parco Scientifico Tecnologico San Marino-Italia (PST) è in progress e indaga le peculiarità delle aziende del territorio per leggere le esigenze dei sistemi sociali di riferimento. Entro fine anno verranno presentati tutti gli elementi per disseminare domanda di innovazione provocando sviluppo ideativo. La fase di start up appena avviata tuttavia è un momento cruciale poiché non esistono modelli predefiniti.
L’appello alla concretezza per i progetti che investono i due Stati, Italia e San Marino, condiviso nel colloquio estivo al Meeting di Rimini tra alcuni Ministri dei due paesi descritto come intenso e franco, sembra aver dato impulso significativo al lungo percorso PST (nato nel 2007). Dopo la firma dell’Accordo Quadro fra l’Associazione Parchi Scientifici e Tecnologici Italiani (APSTI) e la Repubblica di San Marino, ora si passa all’avviamento. Comitato di indirizzo strategico, programmi concertativi, quattro Commissioni che opereranno due mesi: ecco l’alba di un progetto Parco scientifico e tecnologico italo-sammarinese di terza generazione quale hub internazionale.
La capacità d’innovazione di un territorio è il risultato di un complesso di relazioni tra attori e istituzioni che congiuntamente creano, accumulano, trasferiscono, conoscenze e tecnologie. Così alla ricerca della definizione del modello più idoneo e di scenari, in termini di destinatari, tipo organizzativo, raccordo layout spazio-funzione, il Comitato di indirizzo è al lavoro con una serie di incontri. Per arrivare entro l’anno alla firma dell’Accordo formale di concertazione occorre animare alcuni tavoli di dialogo con i rappresentanti delle categorie economiche sammarinesi e quelli delle imprese interessate, coi rappresentanti degli enti territoriali e delle associazioni di categoria delle Province e delle Regioni italiane limitrofe. Un percorso complesso ma doveroso considerato che ricerca e innovazione sono due facce della stessa medaglia che richiedono dialogo, gestione del consenso, governance ma presuppongono politiche, strategie e strumenti fortemente differenziati.
Il Parco che può rappresentare un acceleratore di competitività delle imprese deve essere concepito come un polo di un sistema costituito da soggetti che si integrano. In effetti una sfida operativa è quella di costruire modelli d’integrazione, una rete e organizzare il trasferimento di conoscenze. Ma c’è molto di più in gioco. Ridisegno del paesaggio, terreni da urbanizzare, espansione, infrastrutture, partecipazione, regime fiscale ad hoc, strumenti di politica sociale e del lavoro particolarmente favorevoli. La cooperazione con la rete dell’APSTI, che metterà il proprio know how, conforta e potrà avere effetti considerevoli per la proiezione internazionale.
Non avrebbe tuttavia senso perseguire un generico insediamento di imprese innovative senza un indirizzo specifico. Turismi e nuove tecnologie ICT, Smart communities e smart cities saranno d’ora in poi al centro di una progettazione condivisa con la metodologia European Awareness Scenario Workshop (EASW). Conoscenza, innovazione tecnologica, giustizia sociale, partecipazione democratica costituiscono asset competitivi. Il livello d’innovazione, come processo di costruzione sociale, sarà il differenziale che distingue il grado di sviluppo della cultura materiale di un luogo.