Il festival della rivista Internazionale, giunto alla sua sesta edizione, ha chiuso quest’anno con il record di 66mila presenze, registrando circa 3mila visitatori in più dell’anno scorso. Il successo  di pubblico eclissa temporaneamente la recessione economica e getta le basi per la prossima edizione del festival, che nelle intenzioni espresse dal direttore del settimanale, Giovanni De Mauro, durante la cerimonia di chiusura, dovrebbe continuare a svolgersi nella cittadina romagnola.

Il record di presenze è il risultato di un’offerta culturale diversificata e originale abbinata a un’accoglienza davvero calorosa da parte della città: i 115 eventi del festival, suddivisi in tre giorni di programmazione, hanno occupato i cinema, le piazze, le vie e i teatri del centro cittadino: il cinema Boldini, il settecentesco Teatro comunale, restaurato dopo il sisma, il Teatro Apollo, il cortile e le sale interne del Castello medievale, la piazza municipale e i meravigliosi chiostri di San Paolo, la casa dell’architetto Biagio Rossetti, Palazzo Tassoni e il Museo Archeologico Nazionale. L’ingresso era libero e gratuito a tutti gli spettacoli, escluse le proiezioni di documentari. Per gli eventi più attesi i visitatori erano invitati a munirsi di un tagliando un’ora e mezza prima dell’inizio dello spettacolo, per scongiurare il rischio di rimanere fuori.

Uno dei temi più sentiti della manifestazione è stato quello della crisi, presentata però come un’opportunità unica di sviluppo e di crescita alternativa. In questa direzione si è inserito l’invito all’attivista e antropologo statunitense David Groeber, ideatore di uno degli slogan identitari del movimento Occupy Wall Street, “Siamo il 99%”, chiamato a discutere del suo ultimo libro “Debito. I primi 5000 anni” (edito in Italia da Il Saggiatore). In quest’opera l’autore ha concentrato passione attivista e formazione antropologa, indagando sul potere morale della teoria del debito e sui suoi effetti nella sfera personale e sociale. Altro incontro a tema è stato “Non con i miei soldi: da Occupy Wall Street alla finanza etica, il futuro oltre la crisi”, in cui i partecipanti, tra cui Paolo Beni di ARCI, Ugo Biggeri di Banca Popolare Etica, Malcolm Hayday, fondatore di Charity Bank e Shawn Carrié, attivista di Occupy Wall Street, sono stati invitati a discutere sulla portata dei valori e delle azioni realizzate dal movimento Occupy e sul futuro del sistema finanziario.

Si è parlato anche di giornalismo, naturalmente, e del suo futuro ancora da definire nell’affollatissimo incontro “Fermate le rotative!” al Teatro municipale, con gli ospiti Alan Rusbridger, direttore del Guardian, e David Carr, esperto di media e redattore del New York Times. Il dibattito ha cercato di valutare gli effetti e la sostenibilità delle diverse strategie di distribuzione adottate dai due giornali: da un lato, la scelta del quotidiano Guardian di offrire contenuti gratuiti sul suo sito online, mantenendo gli standard di qualità della carta stampata; dall’altro, la strategia freemium del New York Times, che prevede l’accesso gratuito solo ad alcuni dei contenuti web del giornale, mentre per il resto è necessario abbonarsi. L’interesse verso il giornalismo si è espresso anche attraverso la formazione, con l’organizzazione di 9 diversi laboratori, della durata di tre giorni, ognuno dedicato a un modo diverso di raccontare e fare informazione.

Di altissima qualità è stata la rassegna di documentari su attualità, diritti umani e informazione Mondovisioni, organizzata da CineAgenzia e presentata in anteprima nazionale durante il festival. Il filo conduttore degli 8 documentari selezionati è il rischio, “il rischio che si corre continuando a prendere posizione, informare e sfidare norme e poteri”. La rassegna si sposterà poi in varie città italiane fino alla primavera del 2013, iniziando dal Palazzo delle esposizioni di Roma, dal 9 al 14 ottobre.

Durante il festival, sono state allestite inoltre al cinema Apollo tre sessioni di proiezioni mutuate dalla rete TED, acronimo di Technology Entertainment and Design. Si tratta di una selezione di conferenze, lunghe non più di venti minuti, tenute da alcune delle personalità accademiche più famose del mondo, dedicate alle nuove sfide del connubio scienza e tecnologia nella serie Sci-tech fronters, alla riflessione sulla coscienza di sé in Who we are e alle storie straordinarie dei protagonisti di Amazing Stories.